A Milano voto contrario alla cittadinanza onoraria per Julian Assange
Su una questione che riguarda essenzialmente la difesa dell’indipendenza del giornalismo, della libertà di informazione e quindi di un principio alla base di una società che si professa democratica, con amarezza constatiamo da quale parte stia l’amministrazione comunale in carica. La questione riguarda anche l’esercizio della giustizia e la difesa dei diritti civili.
La vicenda è nota, il giornalista australiano dal 2010 ha perso la libertà ed è oggi sul punto di venir estradato dall'Inghilterra negli Stati Uniti per essere rinchiuso in carcere a vita per aver divulgato segreti di stato, ossia per aver diffuso documenti segreti che documentavano crimini di guerra commessi dagli USA.
Altre accuse mosse contro di lui sono risultate infondate, quindi l’unica colpa di Assange è quella di aver fatto il giornalista pubblicando notizie vere, dopo averne verificato l’autenticità. I criminali di guerra possono restare impuniti, chi rivela i crimini viene perseguitato. Questa la ragione per cui gli USA stanno dimostrando tanto accanimento contro di lui, non si può tollerare che, come si diceva una volta, i panni sporchi vengano messi in mostra. L’imperialismo americano non ammette che vengano rivelati al modo intero i crimini di cui si macchia per mantenere la propria egemonia, né che l’immagine di baluardo della democrazia occidentale venga messa in discussione.
La sorte di Julian Assange ci riguarda direttamente come cittadini. E’ in gioco il diritto di essere informati. Non possiamo permettere al potere di occultare la verità difendendo i criminali, ne va della nostra libertà, su questa ingiustizia non si può reggere alcuna società realmente democratica. Perciò è preoccupante il voto contrario al diritto di esercitare liberamente il dovere di informare espresso dal consiglio comunale milanese, una scelta che svilisce il ruolo stesso di garanti delle libertà democratiche e che non deve passare inosservata alla cittadinanza.