Il futuro dei gioielli, tra l’Oriente e un pizzico di Zona 3

La 21enne Elisa Prandina, di recente intervistata da ViviMilano, ci racconta il suo modo di “inventare” i gioielli, prendendo ispirazione da canoni estetici non convenzionali. Una formazione, la sua, che si sta perfezionando anche grazie al know-how di un affermato gioielliere di Porta Venezia. ()
3fff0de4 647b 4b90 98db ff224f4ee10c

FEDERICO DE GIACOMO: BUONGIORNO. CHI È ELISA PRANDINA? CHE STUDI HAI FATTO PER DIVENTARE UNA CREATRICE DI GIOIELLI?


Mi chiamo Elisa, sono una giovane Jewel designer con due passioni, i disegni digitali e i gioielli.
Fin da piccola ho sempre apprezzato le arti manuali e da qui la scelta di seguire un percorso artistico e una scuola superiore ad indirizzo orafo dove il disegno poteva trasformarsi in gioiello.
Durante il corso di studi, della durata triennale, ho avuto l’opportunità sia di conoscere e approfondire la progettazione digitale 3D, sia di imparare a modellare la cera per creare gioielli non solo digitali ma anche realizzati a mano, passando dalla cera alla microfusione del metallo.
Al termine del ciclo triennale ho conseguito il diploma di contabilità e marketing e attualmente sto concludendo la formazione per diventare gemmologa diplomata IGI.



FDG: COME NASCE QUESTA PASSIONE PER LE ANIMAZIONI GIAPPONESI “ANIME” E I GIOIELLI? QUALE È VENUTA PRIMA?


La mia prima passione sono i disegni; ho iniziato molto presto, dalla prima adolescenza ispirandomi agli anime e ai manga giapponesi.
Alle scuole superiori ho conosciuto il mondo dei gioielli, che mi ha affascinato; ho pensato quindi di creare una mia linea che unisse le mie due passioni.
Il primo gioiello che ho realizzato, interamente a mano, nel 2021, è stato il ciondolo “Kitsune”, che rappresenta la volpe a nove code della mitologia giapponese.


FDG: QUALI SONO LE TUE FONTI DI ISPIRAZIONE?


Di base consulto libri e pubblicazioni inerenti all’oreficeria oppure traggo spunti da elementi quotidiani che vedo in giro.
Per la realizzazione inizio con degli schizzi, poi rivedendoli colgo dei dettagli da perfezionare o modificare per poi realizzarli o tenerli in stand by, finché non mi viene l’ispirazione definitiva.



FDG: QUAL È LA TUA ROUTINE? COME PIANIFICHI LA PROGETTAZIONE DEI GIOIELLI? SU ORDINAZIONE?


La progettazione di un gioiello inizia o per la richiesta di un cliente o per mia iniziativa se vedo un soggetto che mi ispira.
Inizio disegnando una bozza del gioiello a cui segue uno studio sulla fattibilità tecnica del prodotto.
In questo mi ha aiutato molto il corso da orafa, perché spesso un disegno può essere molto bello, ma non può diventare un prodotto realizzabile per problemi di proporzioni, misure, materiale.
Nel caso in cui l’iniziativa parta dal cliente, propongo delle bozze del disegno, del materiale utilizzabile, dei tempi di produzione e dei costi.
Una volta che il cliente ha approvato il progetto inizio la realizzazione.
I materiali che utilizzo maggiormente sono l’argento e l’oro; sto pensando però ad una linea a costi più contenuti, con materiali meno costosi, con l’obiettivo di sviluppare una linea più easy.
I tempi di esecuzione sono calcolati in base al ciclo di lavorazione e agli ordini già presenti: ad esempio, durante le festività l’attività è più frenetica perché c’è più richiesta.
La mia sede di lavoro, temporaneamente, e’ nello studio di mio fratello.
Vorrei anche sottolineare che tramite conoscenti di famiglia ho avuto l’opportunità di incontrare il Maestro orafo Cesare De Vecchi che si è reso disponibile a ricevermi nel suo studio/abitazione a Porta Venezia, per aiutarmi quando mi servono consigli o dettagli di tecniche di lavorazione e benevolmente mi fa da tutor.
Attualmente ho realizzato qualche piccolo gioiello, per amici di famiglia e conoscenti: mi vorrei attivare per la vendita il prossimo anno.
L’unione delle mie due passioni mi ha invece permesso di iniziare una nuova avventura nel mese di febbraio ho mostrato i miei disegni al Comitato dell’Associazione artisti del quartiere Garibaldi che mi ha offerto la possibilità, in uno spazio concessomi in via Varese (Moscova), di fare una mostra dei miei disegni.
È stata la prima volta che ho dovuto parlare in pubblico e raccontare le mie opere; ero in ansia perché non sapevo cosa aspettarmi. Ho avuto qualche esitazione ma iniziando a parlare con le persone ho incominciato a sentirmi più sicura nell’esposizione. Sono molto soddisfatta di questa esperienza perché sono riuscita a farmi conoscere e a far apprezzare i miei lavori.
Passare da una vendita e da un approccio online ad uno in presenza secondo me fa la differenza, in quanto si riesce ad entrare più in empatia con i clienti e capire i loro gusti e le loro emozioni.
Capire il carattere del cliente è fondamentale perché mi aiuta nella progettazione della bozza. Raccontandomi le loro passioni io identifico la forma da dare al prodotto. Certamente ho un mio stile, da appassionata di manga mi ispiro molto alla mitologia giapponese: difatti fin da piccola disegnavo personaggi Anime pensando anche una storia da raccontare.
Le mie bozze, quindi, ricalcano queste illustrazioni ma chiaramente approcciando con i clienti io mi pongo solo da traduttore dei loro gusti in gioielli. La loro idea è la cosa più importante. La mia clientela si compone di persone di ogni fascia di età’ e avendo creato più linee di prodotto posso accontentare dai teenagers appassionati di Anime ai più grandi per i gioielli personalizzati.


FDG: QUALI SONO I TUOI PIANI FUTURI?


Attualmente sto frequentando L’istituto Gemmologico Italiano per completare lo studio delle pietre preziose; vorrei tanto continuare a perfezionarmi nella modellazione in cera e disegnare gioielli, perché vorrei un giorno aprire un mio atelier.
Sono determinata nella scelta di realizzare gioielli fuori dal comune, più personalizzati e non prodotti in serie, questo in quanto credo molto nell’unicità del prodotto e della storia che c’è dietro: ad ogni gioiello corrisponde parecchio studio, parecchia preparazione nella progettazione e costruzione. Non è facile, ma la soddisfazione di portare a compimento e vedere le aspettative del cliente pienamente soddisfatte ripagano ampiamente tutta la fatica fatta. Inoltre, la soddisfazione di vederlo bene addosso a quella persona è davvero impagabile. Adesso vorrei rafforzare anche i canali di vendita, sia Instagram che su siti come Etsy. Il passaparola è ancora molto importante e ultimamente sono proprio i clienti a dare il mio riferimento e di questo sono davvero onorata.
Vorrei avere l’occasione di mostrare i miei gioielli alle esposizioni di settore, però per il momento è ancora presto, si vedrà negli anni. Sto valutando anche di partecipare a dei bandi istituzionali riservati agli under35 che iniziano un’attività commerciale per aiutarli nella gestione della contabilità, anche perché in futuro per portare avanti il mio progetto dovrò sicuramente aprire un’impresa.



FDG: MAESTRO DE VECCHI, DOPO LA CESSAZIONE DELLA SUA ATTIVITÀ, SENTE UN PO’ LA MANCANZA DEL SUO LAVORO? AIUTARE ELISA È UN MODO PER CONTINUARE TENERE VIVA LA PASSIONE?


Assolutamente sì! Quando sono stato interpellato per seguire Elisa mi sono sentito sollevato: insegnare ai giovani è stata ed è tutt’ora la mia passione. Raccontare il mio mestiere a qualcun altro mi dà soddisfazione forse ancor più di realizzare gioielli. Per molti anni sono stato docente di laboratorio nel corso triennale di design del gioiello ad un istituto universitario di Milano e quando avevo il laboratorio ero sempre disponibile con studenti stagisti italiani ed esteri.
Con Elisa, a sua richiesta, mi limito a dare suggerimenti o a correggere se ci sono degli errori materiali, ma Elisa è completamente un’autodidatta e sta facendo il suo percorso professionale da sola.
È chiaro che magari ha bisogno di una mano per la tecnica di assemblaggio dei materiali e le relative proporzioni.
Sono fiero dei risultati che sta raggiungendo da sola impegnandosi con dedizione e volontà al lavoro creativo del gioiello.


Seguono, nelle immagini, alcune creazioni di Elisa Prandina (che trovate su Instagram come @lelipranda).









Commenta

Re: Il futuro dei gioielli, tra l’Oriente e un pizzico di Zona 3
15/03/2023 domenico bertelli
Ciao


 
 Rispondi a questo messaggio
 Nome:
 Indirizzo email:
 Titolo:
Prevenzione Spam:
Per favore, reinserire il codice riportato nell'immagine.
Questo codice serve a bloccare i tentativi di inserimento automatici.
CAPTCHA - click right for audio Play Captcha