Aumento biglietto ATM, in difesa del Comune

La situazione, va detto, è molto più complessa di quanto sembri: a causa di un aumento impressionante dei costi delle materie prime, dell’energia, del carburante e dei trasporti, gli operatori economici che hanno sottoscritto contratti “di durata”(ovvero quei contratti le cui prestazioni si sviluppano nel tempo) e “a costo fisso”(ovvero dove il corrispettivo pagato al gestore rimane pressoché invariato nel tempo), si sono ritrovati costretti a rinegoziare le condizioni contrattuali al fine di rientrare nell’investimento e mettere al sicuro il bilancio dall’aumento inaspettato dei costi. Il D.L. n. 50/2022 (cd. “Decreto Aiuti”), convertito a luglio 2022 in legge, è servito a riconoscere gli aumenti sostenuti dall’appaltatore per la totalità dei costi connessi allo svolgimento dell’appalto (ma solo di lavori pubblici) e come parametro di riferimento per il riconoscimento dei maggiori oneri sono stati presi Prezziari regionali, aggiornati all’inflazione. La legge viene implementata dalla Regione nel sistema del trasporto pubblico locale, lasciando però discrezione agli enti locali su quali titoli tariffari debbano essere adeguati all’inflazione. Ovvero: non tutti i titoli di viaggio devono aumentare, seguendo l’inflazione, ma i Comuni possono decidere se “spalmare” gli aumenti su tutti i titoli (dalla singola corsa, all’abbonamento annuale), oppure concentrarli solo su certi tagliandi e non su altri, per orientare le proprie politiche di mobilità. ATM rientra tra le aziende che beneficiano dell’adeguamento tariffario poiché gestisce il TPL a Milano tramite un contratto di servizio col Comune a durata ed a costo fisso. Così vale anche per Trenord (che infatti a settembre ha aumentato il costo di tutti i titoli di viaggio, biglietti ed abbonamenti).
Ma, in breve, come funziona il finanziamento del trasporto pubblico? Lo Stato ogni anno finanzia il funzionamento del TPL attraverso un fondo, denominato “Fondo Nazionale Trasporti” (FNT): esso copre circa il 40% dei fabbisogni complessivi, il 30% è coperto dai ricavi dalla vendita dei biglietti (a Milano siamo attorno al 45%) e il resto proviene da risorse locali (Regione e Comune).
I grafici sopra riportati, presi dai dossier di ASSTRA, mostrano l’andamento costante del FNT, con un leggerissimo aumento dal 2021 (ricordiamoci che il fondo finanzia tutto il TPL in Italia, quindi quegli aumenti vanno divisi per tutte le regioni/province/comuni). Fermo restando che il trasporto pubblico nella sola Milano pesa per quasi 800 milioni di euro, i conti sono presto fatti. I fondi statali sono da sempre insufficienti, ma non solo per Milano ma per l’Italia intera. La Regione Lombardia, stando alle parole dell’assessora alla mobilità del Comune Arianna Censi (che però hanno avuto conferma dalla collega assessora in Regione Claudia Maria Terzi), dal 2011 ha diminuito per un totale di 27,2 milioni di euro i fondi destinati all’Agenzia TPL di Milano per il servizio urbano.
La differenza, coperta dal Comune di Milano" style="color:#262626;background-color:#fffffff"> con il proprio bilancio, è aumentata negli anni del 518% arrivando a +281,8 milioni rispetto al 2011.
Ad aggravare la situazione, già in sofferenza per i pochi fondi, sono state l’inaugurazione di 2 linee metropolitane nuove (M4 e M5), gli investimenti in nuovi tram, bus elettrici e filobus (che quando furono intrapresi non ci si aspettava uno scenario così disastroso, la pandemia non era ancora iniziata) e la grave perdita di passeggeri durante il biennio 2020-2022 che ancora perdura, registrando nel 2022 un -23% dei passeggeri sui mezzi ATM rispetto al 2019. Meno passeggeri significa meno entrate per il Comune, che quindi è costretto ad integrare con i propri fondi pubblici la differenza mancante (e a togliere risorse ad altri settori, come eventi sportivi, culturali, terzo settore, interventi sulla manutenzione delle strade…). Non solo, “i costi dell'energia per ATM sono quadruplicati da 50 a 150/170 milioni” ha affermato l’ad Arrigo Giana in più di un’intervista.
Dunque, a grandi linee si comprende come si sia arrivati a questa situazione e come l’aumento del biglietto (non degli abbonamenti) sia più che mai urgente, obbligatorio (lo stabilisce la legge sopra menzionata) e segno di grande responsabilità per i conti pubblici. Così ha deciso il Comune di Milano per ATM, così ha fatto anche Regione Lombardia per Trenord. Perché vorrei ricordare che, se non sono i cittadini a pagare con i biglietti, lo faranno con le tasse (quelli che le pagano).
Si riportano, per concludere, due grafici che mostrano come il costo del biglietto singolo (single ticket cost) e dell’abbonamento mensile (monthly ticket cost) a Milano siano tra i più bassi in Europa.