Il giardino condiviso San Faustino: un progetto ecosistemico e il suo futuro

Il Giardino San Faustino rappresenta una straordinaria esperienza culturale e ambientale, ma il suo futuro è strettamente legato allo sviluppo del nuovo quartiere in costruzione intorno ad esso. ()
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A sette anni dalla sua inaugurazione ripercorriamo la storia del Giardino condiviso San Faustino (GCSF) e facciamo il punto su questo straordinario progetto ecosistemico che lo vede al centro e sul suo futuro. Che ruolo avrà rispetto alla straordinaria trasformazione urbana che il quartiere sta vivendo ? Ne abbiamo parlato anche con il coordinatore uscente del Comitato di Gestione del GSF, Giorgio Zerbinati, che ci ha raccontato il progetto e la sua evoluzione nonché le ipotesi di futuro che si prospettano.

Che cosa è il GCSF, storia e obiettivi.

Il Giardino condiviso San Faustino (GCSF) sorge su un terreno di circa 18.000mq situato in via San Faustino 23, di proprietà dell’Università Statale, in un’area verde tra l’Ortica, il centro del quartiere Lambrate e a pochi passi dal quartiere Rubattino. Il Comune dal 2015 e il Municipio 3 dal gennaio 2017 hanno preso in carico l’area, che la Statale ha ceduto in comodato d’uso per cinque anni, concessione che è stata rinnovata fino ad oggi. La cura è stata affidata a una rete di associazioni no-profit attraverso un bando di interesse , nella cornice delle Delibere comunali sui Giardini Condivisi del 2012 e 2015 e delle successive Delibere di Municipio che hanno istituito il progetto. Le Associazioni che hanno aderito, si sono impegnate in cambio dell’uso a prendersi cura dell’area, realizzando progetti di recupero e di valorizzazione in diversi ambiti. L’ avviso pubblico per manifestare interesse a partecipare al progetto è sempre aperto ed è reperibile sul sito del Municipio.

L’obiettivo del progetto era di fare del Giardino un luogo di socialità, di aggregazione, di arte e cultura e di sperimentazione ambientale, avendo sempre come obiettivo la promozione della vita all’aria aperta, dell’ecosistema con il verde e con la presenza, realizzatasi nel tempo, di piccoli animali. Esperienze che si sono sviluppate su quattro filoni tematici principali:

• benessere-salute

• biodiversità-ambiente

• cultura-educazione

• incontro-inclusione

La gestione del giardino.

Il giardino è aperto tre giorni alla settimana da aprile a ottobre e tutto l’anno in occasione degli eventi organizzati per il quartiere dalle associazioni. Per il resto è aperto solo ai volontari che si dedicano alle loro attività e alla cura dello spazio. La manutenzione del verde è affidata dal Municipio ai volontari delle associazioni con l’accordo di cui abbiamo detto e richiede lo svolgimento di attività quotidiane o quantomeno periodiche (da notare che il terreno all’inizio era totalmente incolto con discariche da bonificare): innaffiare aiuole e orti, falciare l’erba, estirpare gli infestanti, rimuovere i rifiuti gettati dai passanti oltre la recinzione. Qualsiasi cittadino può partecipare alla cura del Giardino San Faustino, anche semplicemente mettendosi a disposizione per partecipare alla sua apertura in un giorno e orario a sua scelta, l’unica condizione è iscriversi a uno dei soggetti assegnatari in modo da essere assicurato.

Eventi organizzati al giardino sono la festa di Primavera, le Giornate Benessere, Letture, Arpe in coro, Ortica in Festa, Green week, la Festa di Natale e tanto altro.

Le associazioni che lavorano sul progetto GCSF sono:

- Cooperativa Edificatrice Ortica

- Cascina Biblioteca Coop. di solidarietà ar.l. Onlus Via Casoria 50 – Milano

- SOS randagi Via Sismondi, 67 – Milano

- Pensionati spi – cgil

- Green Island

- Il mondo creativo

Gli orti.

La gestione degli orti è inserita nel progetto “Il giardino della biodiversità” di Cascina Biblioteca che si pone come primo obiettivo proprio la tutela e promozione della biodiversità in un’area urbana. Proprio questo approccio ha portato a lasciare incolte parti del GCSF per favorire il popolamento da parte di insetti e microfauna, soprattutto le aree interne a ridosso della massicciata ferroviaria. Sempre nell’ambito di questo progetto, sono state messe a dimora piantine forestali di essenze autoctone in collaborazione con ERSAF, realizzate casette per uccelli, uno stagno per il ripopolamento del rospo smeraldino e dei pannelli educativi. Per questo il giardino ha un’aspetto un po’ selvatico che, del resto, è proprio una delle caratteristiche che lo rende unico e speciale.

Nel corso di questi anni si è consolidata la vocazione ambientale, sociale e culturale del Giardino San Faustino, in grado di ospitare attività, corsi, laboratori, spettacoli, concerti e incontri anche sul tema del benessere (delle persone e degli animali) e della salute. Come ci spiega la signora Greta Petese, volontaria e membro del comitato di gestione, “l’ obiettivo che ci siamo posti è prima di tutto culturale perché quel giardino per come è ci dà una visione diversa del verde e dei giardini, un posto con una natura quasi incontaminata, un fazzoletto di terra sopravvissuto a una urbanizzazione importante e che è una grandissima risorsa, non solo per chi ha la fortuna di lavorarci, ma soprattutto per chi lo fruisce. Io ho avuto in quel luogo esperienze meravigliose con persone del quartiere, con un bambino non vedente che sapeva riconoscere le erbe aromatiche prima dei suoi compagni. Ora si apriranno attività con il Liceo Pasolini, con ragazzi con disabilità che possono venire in questo luogo di pace. Che è “habitat”, non c’è solo la natura. Il lavoro che facciamo favorisce una coesistenza tra l’uomo e la natura, in questo spazio che è pieno di energie, di opportunità, pieno di animali, le volpi, i ricci, i fagiani, le api, e di vegetazione. Un giorno una signora mi ha ringraziato per suo marito che, vivendo nella casa di riposo adiacente da sette anni, vive la gioia di vedere i volontari al lavoro attraverso la finestra. Mi auguro che gli abitanti del quartiere riconoscano che a Milano non ci sono altri posti così e che se vogliamo insegnare ai nostri bambini di città che le zucchine non nascono al supermercato, ma da una pianta e che non siamo noi il centro del mondo, ma dobbiamo convivere con la natura, servircene rispettandola, quel giardino glielo può insegnare. Mi piacerebbe che rimanesse una risorsa educativa, una risorsa per incontrarsi, e che non diventasse un verde somigliante a tutti gli altri parchi tradizionali perché la sua unicità sta nella biodiversità.”

Il futuro del GCSF.

Ma Lambrate e l’Ortica stanno rapidamente cambiando e il futuro del giardino deve tener conto dello sviluppo urbanistico del quartiere. Il Giardino condiviso San Faustino si trova al centro dei grandi progetti immobiliari realizzati o da realizzare nel quartiere: gli edifici già in fase avanzata di costruzione del complesso industriale dismesso “ex De Nora”, il nuovo “cohabitat” di Via Pitteri, il futuro progetto sull’area industriale dismessa “ex Colombo”, il progetto sulla ex area Tre Marie e il progetto “Lambrate Streaming” sull’area dell’ex scalo ferroviario, un parco lungo e stretto con quattro edifici a schiera e due torri, che si spinge fino a Via San Faustino, accanto al giardino, nonché i nuovi progetti del Rubattino, l’ultimo lotto in Via Caduti in missione di pace e l’area della Magnifica Fabbrica: i grandi processi di trasformazione urbana e, in questo caso, anche sociale, come da tempo sta avvenendo in questi quartieri non si possono fermare. Così essendo il giardino condiviso l’unica zona verde risparmiata all’edificazione, di fatto verrà presto percepito dagli abitanti come il parco di riferimento per quello che sarà il nuovo “quartiere San Faustino” e ci sarà la richiesta doverosa di aprirlo con continuità e renderlo usufruibile da tutti i cittadini del quartiere. Un parco che dovrebbe integrarsi con le soluzioni di verde che si vanno realizzando nei nuovi insediamenti.

In questa situazione è naturale aspettarsi che il Giardino San Faustino diventerà “la piazza” del nuovo quartiere, un luogo dedicato al relax e all’incontro conviviale. Sulla base di questa esigenza sociale di base, ci si attende nel giro di pochi anni insieme alla richiesta degli abitanti del quartiere di una apertura regolare, la necessità di una manutenzione più frequente, professionale, quindi dispendiosa in termini di lavoro e di spese. Dall’altra parte, la parte dei cittadini attivi e delle associazioni che oggi se ne occupano è prevedIbile una resistenza a qualsiasi cambiamento e apertura pubblica al quartiere.

A mio avviso questa contrapposizione di interessi può essere superata con la trasformazione del GCSF in una nuova forma ibrida, pubblica come deve essere una proprietà comunale e quindi aperta sempre, ma con aree protette, dove sviluppare progetti ambientali e culturali, gestite dalle associazioni che si aggiudicheranno i vari bandi. La trasformazione in parco, un parco “condiviso” tra gli abitanti e le associazioni permetterebbe di proseguire con questo bel progetto assegnandogli un ruolo centrale nel processo di trasformazione e attivando logiche positive, ad esempio facendo evolvere il giardino condiviso in un “parco partecipato” e cioè in una forma gestionale dove, pur mantenendo i progetti in essere delle attuali o di future altre associazioni, i lavori pesanti di manutenzione ordinaria (sfalci, irrigazione, potature, pulizia etc.) ed eventuali migliorie sarebbero realizzati in modo professionale con il sostegno del Comune.

In questi ultimi giorni, avvicinandosi il momento del passaggio di proprietà dalla Statale al Comune-Municipio 3 ci sono state diverse prese di posizione in ambiti diversi, dalla raccolta di firme organizzata dalle associazioni del GCSF e dai cittadini volontari, per chiedere la continuazione dell’esperienza , all’audizione organizzata dalla Commissione ambiente del Consiglio Comunale presieduta da Carlo Monguzzi che ha espresso la volontà che al giardino San Faustino, attraverso un patto di collaborazione, sia garantito, superando le difficoltà burocratiche dovute al passaggio di proprietà dalla Università al Comune/Municipio, che l’attività delle associazioni, scelte attraverso un nuovo bando, prosegua garantendo una apertura la più ampia possibile. Ma dal canto suo il Municipio 3 contesta la competenza della commissione su queste decisioni e considera importante che l'area del GCSF diventi pubblica e possa continuare a essere un'area verde con la possibilità di ampliare il progetto voluto dal municipio e prima ancora dall’ultimo Consiglio di zona che ne fu artefice. Ritiene corretto non rinnovare automaticamente le concessioni alle attuali associazioni, ma pensare a ulteriori sviluppi con una prospettiva più ampia di coinvolgimento delle associazioni e prescindendo da rendite di posizione. Ma soprattutto se il bene diviene pubblico, come tale deve essere gestito, garantendone la fruizione a tutti i cittadini sette giorni su sette per l’intero anno e con i servizi di base del parco pubblico. Il che non impedirà di dare spazio anche a progetti in linea con quanto si fa oggi nel GCSF perché quell’area è certamente una importante risorsa ecosistemica per la zona e, come tale, è giusto preservarne le caratteristiche. A tal proposito la Cooperativa Edificatrice Ortica, incubatrice del progetto GCSF, segnala come questa possa essere l’occasione per definirne meglio l’uso pubblico. Dal canto suo ci dice l’assessore al verde del Municipio 3 Dario Monzio Compagnoni : “E’ strano sentirsi etichettare come i distruttori del giardino San Faustino, proprio noi che lavoriamo dal 2015 perchè ci sia un GCSF.Quell'area, di circa 18.000mq, è stata strappata al degrado per l'intuizione e il volere del Municipio 3 e prima ancora del consiglio di zona3. Senza negare lo sforzo e il lavoro fatto dalle associazioni in questi anni, che anzi abbiamo più volte ringraziato e sostenuto, è innegabile che siano ora necessari alcuni passaggi che consentano il trasferimento dell'area al pubblico e ne permettano lo sviluppo. Sviluppo inteso sia in termini di progettualità, che di apertura alla cittadinanza. Le cose non sono tra loro in contraddizione se messe a sistema all'interno di un progetto. Oggi siamo di fronte all'opportunità di fare crescere ulteriormente il GCSF, sulla base di un progetto in costruzione, che dovrà tenere ben presenti forza e limiti dell'esperienza fatta in questi anni. Non c'è da parte nostra l'intenzione di escludere nessuno, al contempo nessuno può pretendere trattamenti di favore. Tutte le associazioni hanno sempre saputo, e accettato, il carattere provvisorio dell'assegnazione. Tutte le associazioni potranno partecipare, se lo vorranno, al futuro sviluppo che dovrà sfruttare tutto il potenziale di quell'area oggi espresso solo parzialmente tanto che circa metà è ancora in carico al Municipio3, che in questi anni ha comunque speso molto anche per consentire alle associazioni presenti, di poter svolgere le ĺoro attività nell'area."

Il futuro “parco partecipato” San Faustino.

L’evoluzione da giardino condiviso a parco partecipato, sarebbe dunque “pilotata dal Municipio nell’ambito dell’atteso passaggio della proprietà dell’area dall’Università Statale al Comune di Milano. Il nuovo “parco partecipato” diverrebbe il cuore del nuovo quartiere, con una logica di “distretto” che possa raccogliere attorno al progetto tutti gli attori economici e istituzionali coinvolti nella trasformazione urbanistica. Il parco andrebbe progettato con una suddivisione fisica in aree a uso pienamente pubblico (ad esempio il pratone) e aree a uso condiviso (ad esempio aree di biodiversità, spazi culturali,..), resa possibile dalla realizzazione di barriere in linea con lo stile paesaggistico (staccionate, siepi etc.). Le aree pubbliche sarebbero sempre fruibili mentre le aree condivise verrebbero aperte periodicamente sulla base di attività di volontariato.

Integrando il parco partecipato San Faustino con i giardini previsti nei principali interventi residenziali in corso, inoltre, si potrebbe creare una connessione verde che partirebbe dalla “foresta lineare” prevista in Lambrate Streaming, il progetto dello scalo, fino al “giardino della biodiversità” previsto alla Magnifica Fabbrica della Scala al Rubattino. In questo modo, il parco San Faustino diventerebbe davvero il centro di un processo virtuoso di trasformazione urbanistica e il punto di riferimento di un nuovo quartiere, un po’ come il Trotter è il parco di riferimento per NoLo.



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Re: Il giardino condiviso San Faustino: un progetto ecosistemico e il suo futuro
18/01/2023 Francesca e Silvia
Gent.mi,
integriamo con quanto segue:

1- citiamo le numerose e molto apprezzate iniziative: 132 eventi e oltre 10.000 fruitori, organizzate dalle Associazioni nel giardino, iniziative importanti con scopi didattici, educativi, culturali e sociali come: zooantropologia didattica; educazione alla teatralità, scrittura creativa, poesia; conoscenza del mondo delle api e degli impollinatori; lezioni di botanica; educazione alla biodiversità; esperienze con ragazzi-e diversamente abili; eventi di socializzazione e inclusione.
Inoltre collaborazioni con molte realtà associative del territorio in rete: Forestami, Politecnico di Milano, FAI, Legambiente, Greenpeace, Cascinet, BikeMI, Fondazione Cariplo, Fringe Festival, BookCity, Piano City, Green Week, Scuole (Infanzia, Primaria, Secondaria), Oratorio di San Luca e Casoretto, EquiVoci Lettori, OrMe Ortica Memoria ed altri enti.

2- citiamo il numero di firme (2.500) raccolte nella petizione, chiarendo in maniera esplicita che per le associazioni non si è mai trattato di una "resistenza al cambiamento e all'apertura pubblica" (sua opinione personale da cui ci discostiamo in quanto non corrispondente).

3- quanto dichiarato dal Comune di Milano, in Commissione Ambiente e ripreso anche da Repubblica (art. 24 novembre 2022) ovvero "Le associazioni che lavorano al Giardino San Faustino continueranno a farlo, parola dell’Assessora Grandi: Vi ringrazio per l’impegno civico di questi anni, ora costruiremo insieme un progetto", "la soluzione prospettata dall'Assessora al Verde Grandi prevede la creazione di patto di collaborazione tra le Istituzioni e le Associazioni che chiedono di rimanere", "l'Assessora al Verde ha spiegato che il San Faustino rimarrà un giardino Condiviso che le Associazioni dovranno curare". Le Associazioni sono contente di migliorare ampliando le aperture e sempre in rete. Cordiali Saluti


 
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