C’era una volta il… marciapiede

Il marciapiede: una favola moderna senza morale… ()
Marciapiede immagine
Sarà banale e scontato ricordare la definizione della parola marciapiede che appare sul dizionario:” Parte della sede stradale riservata al transito dei pedoni”. Per quanto banale possa apparire ed essere, la fantasia degli umani, nel corso degli anni, ha trasformato drasticamente quel “riservato” con il risultato di averlo svuotato di ogni significato.
Al momento, non è dato sapere di astronavi che si siano avvalse del marciapiede per le loro necessità di ammaraggio, ma di sicuro il marciapiede moderno è ormai abituale domicilio di: biciclette, monopattini, motorette di cilindrata varia, automobili, sedie, tavoli e tavolini di luoghi di ristoro e chi più ne ha, più ne metta. Senza trascurare altri odorosi ostacoli.
Sul marciapiede moderno sfreccia di ogni. Se non sei abbastanza accorto o allenato come Rambo il rischio di collisione è altissimo. Sembra infatti che la sede stradale non sia più il mezzo deputato per il normale transito dei veicoli di locomozione meccanica. Ma perché mai una bicicletta dovrebbe percorrere la strada? Può un monopattino confondersi con il resto del traffico cittadino? Mai e poi mai.
Esiste poi la specialità particolare di automobili varie che, di norma, hanno il vezzo di parcheggiare laddove insistono gli scivoli destinati alle persone con disabilità o alle carrozzine dei bambini, giusto per mettere a dura prova la vita di chi è già abbastanza provato dalla stessa.
I dehors di bar e ristoranti vari costituiscono poi la novità assoluta, complice l’epidemia di Covid. In alcune vie, anche un ottimo slalomista avrebbe qualche difficoltà a evitare ostacoli di natura varia che si sovrappongono con ineluttabile insistenza.
Per non parlare delle cacche dei cani, povere bestiole innocenti, i cui padroni (non tutti, in verità) ignorano le più elementari regole di buona creanza permettendo loro di espletare le funzioni corporee soprattutto nel bel mezzo del…marciapiede.
In zona esiste una via che è stata ribattezzata dai residenti “Cambronne”, ed è tutto dire.
Ora il pedone, colei/colui a cui il marciapiede sarebbe riservato, è elemento a mala pena tollerato.
Da pedone sul marciapiede, mi è accaduto che una signora in bicicletta mi abbia intimato con cipiglio di spostarmi.
A un amico, che stava uscendo dal portone di casa, un ragazzo in transito sul suo monopattino elettrico lo ha apostrofato con: “Stai attento, pirla”.
Senza alcun dubbio nel FarWest erano più educati e sensibili!
Ora, in questa ironica rappresentazione del logorio della via moderna, come ci ricorda ancora oggi, per chi se ne ricorda, l’ottimo Ernesto Calindri, stendiamo velo su chi dovrebbe regolare il traffico stradale.
Non dico di istituire un “vigile da marciapiede” (che, detto così, è anche brutto) ma almeno non voltarsi dall’altra parte quando un monopattino elettrico, o una bicicletta, o una moto viaggia su quella porzione di strada che il dizionario definisce riservata al transito dei pedoni.

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