Incontri di donne. Bayan

Questo terzo incontro, un incontro casuale, ha come protagonista una madre egiziana. ()
IMG 20220924 101055 (1)
Ho incontrato Bayan (nome di fantasia) e le sue figlie in corso Buenos Aires. Eravamo tutte dispiaciute che il negozio Zuiki avesse chiuso perché aveva dei bellissimi vestiti ad un prezzo abbordabile. Così abbiamo deciso di berci qualcosa e fare due chiacchiere per consolarci.

Bayan di origine egiziana, lavora nella mensa di una scuola del Municipio 3, quel giorno era venuta in corso Buenos Aires con le figlie per godersi l’ultimo sole un po' sbiadito di settembre.
Vive in Italia da quasi 20 anni, parla un ottimo italiano, come le figlie, e le piace moltissimo l'Italia e questa zona di Milano che trova molto viva. Qui ci sono persone, a suo dire, tolleranti e più comprensive che in altre zone.

“Le cose sono molto cambiate dagli anni 90,quando sono arrivata in Italia. Vent’anni fa c’era molto più razzismo - mi dice -, era più difficile l’integrazione e anche la vita quotidiana presentava più ostacoli e difficoltà”. Oggi chi arriva, secondo Bayan, ha la difficoltà della lingua, ma ha meno impedimenti nell’accomodamento della realtà.

“Lavorando alla mensa scolastica - mi dice -, ho scoperto un nuovo aspetto dell’integrazione e paradossalmente per noi donne immigrate oggi è più difficile che venti anni fa.
Io sono fortunata, prosegue, perché lavoro con brave persone, spesso cuciniamo anche i nostri piatti tipici e ci scambiamo le ricette, ma i ragazzi che frequentano la scuola a volte sono veramente razzisti. Non solo sono stata insultata, ma vedo che molti ragazzi sono irrispettosi nei confronti dei loro compagni e compagne extracomunitarie. Le ragazze soprattutto sono emarginate da quei compagni, per non dire che a volte ci sono insegnanti che le apostrofano, perché indossano il velo. Come vedi il nostro non è un velo integrale”.

Bayan indossa i jeans, una camicia azzurra e una pashmina bianca che le copre solo i capelli ed infatti il suo sorriso spicca bianchissimo sul volto ambrato. Anche la figlia di Bayan ha occhi allegri e sorride, ci tiene a dirmi che il suo piatto preferito è la pizza. Dopo la scuola le piacerebbe diventare medico, dice, e Bayan annuisce contenta precisando che a scuola è bravissima. Anche a Bayan piace la pizza ma il suo piatto tipico è il mahshy: una verza ripiena di riso.

Un consiglio che Bayan darebbe alle nuove immigrate è che badino molto ai loro figli, perché sono loro, secondo lei, i probabili obiettivi del razzismo, oggi come oggi, i genitori dei ragazzi extracomunitari dovranno aiutarli a superare le difficoltà e promuoverne l’educazione. “Senza istruzione non ci sarà progresso - mi dice convinta -, i ragazzi, ma soprattutto le ragazze, devono studiare, laurearsi, solo così sarà possibile una vera integrazione”.

Commenta

 
 Rispondi a questo messaggio
 Nome:
 Indirizzo email:
 Titolo:
Prevenzione Spam:
Per favore, reinserire il codice riportato nell'immagine.
Questo codice serve a bloccare i tentativi di inserimento automatici.
CAPTCHA - click right for audio Play Captcha