I cittadini difendono la street art di largo Murani

Nel Municipio 3, sempre attento alla sua storia e dove, a poche centinaia di metri, è in corso ormai da anni il progetto di street art diffusa ORME-Ortica Memoria, era difficile pensare che l'eliminazione di queste storiche opere potesse passare sotto silenzio, e così infatti non è stato. Ora si tratta di vedere se quest'ampia mobilitazione di cittadini, associazioni e istituzioni riuscirà a far tornare Esselunga sui suoi passi. ()
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Esselunga, la proprietà che è subentrata a Io e il legno, ha aperto il cantiere per allestire il suo punto vendita in largo Murani, annunciando la cancellazione dei disegni di fine anni Settanta realizzati dal gruppo Aerostatico, studenti e docenti di Brera (pionieri di nuove modalità espressive) ai quali si aggiunsero giovani della zona.

In questi giorni la reazione degli abitanti del quartiere non si è fatta attendere e nel giro di pochissime ore sui social i commenti si sono moltiplicati - tutti all’unisono - in difesa di quei graffiti che da 45 anni sono punti di riferimento della piazza. È stata lanciata una petizione e l’adesione anche di artisti e personalità istituzionali dà il segno di quanto sia inappropriata la scelta di Esselunga, che ha altresì annunciato la realizzazione - al loro posto - di un muro decorato dal team guidato da Cattelan, “Toiletpaper”.

Una proposta che fa inorridire tutti, perché cancellare l’ultima testimonianza della nascita dell’espressione artistica di strada milanese pensando di ‘compensarla’ con un’opera attuale, commissionata a chi ha realizzato le graziose facciate delle villette di via Balzaretti, significa prima di tutto ignorare i basilari della cultura della street art e non considerare il rapporto affettivo che i residenti hanno con quei disegni, ormai iconici di un periodo significativo della nostra storia.

Largo Murani ospita infatti una delle prime espressioni di arte urbana in Città, realizzata contemporaneamente al bellissimo murale dedicato al popolo Sioux che era collocato in via Sismondi, all'angolo con via Negroli, ed è stato rimosso da tempo da una banca, lasciando una ferita nel quartiere mai sanata (al termine dell'articolo una foto famosa con Jannacci e Abatantuono davanti a questo muro che non c’è più).

Lunedì 20 giugno al presidio in difesa del Muro - convocato spontaneamente durante il fine settimana - gli abitanti della piazza e moltissimi altri convenuti, con alcuni autori dei disegni, hanno ribadito con forza la contrarietà alla cancellazione e - con il sostegno del Municipio 3 - ne hanno richiesto una loro conservazione e valorizzazione.

Tutto è possibile: pensiamo a quando si scopre un frammento di affresco ed al suo percorso di restauro! Gli esperti ci dicono che si potrebbe rinforzare e sanare le parti ammalorate , proteggerle con un vetro, creando delle nicchie e procedere alla realizzazione dell’edificio previsto. Non abbiamo bisogno su quel muro di nuovi disegni graziosi: difendiamo l’identità locale e la Memoria dell’azione artistica che nasceva in quegli anni. I simboli rappresentati allora, ci dicono infatti di musica, ambiente e difesa delle minoranze e comunicano ancora oggi in modo forte ed efficace.

La Memoria si valorizza, non si cancella!



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