Il trittico di Via Jommelli. Il museo che non ti aspetti

Aperto nell'ottobre del 2021, il nuovo museo ha già ospitato un'emozionante mostra fotografica sugli sport estremi. L'inaugurazione della prossima esposizione dedicata alle recenti olimpiadi invernali è prevista per il 27 aprile. ()
museo foto sport
Al civico 24 di Via Jommelli, in una parte di quella che fu la casa-studio di Emilio Tadini, è ospitato da ottobre 2021 l’unico Museo d’Italia esclusivamente dedicato alla Fotografia Sportiva. Visitabile su appuntamento, in formula semplice o con un tour guidato di circa un’ora, il museo si sviluppa da una stanza all’altra in un crescendo emozionale, sia per gli appassionati di sport che per quelli di fotografia.

La prima sala, la più ampia del museo, è dedicata ad una mostra periodica e tematica. Si è appena conclusa “Let’s Fly again” l’esposizione fotografica di Samo Vidic dedicata agli sport estremi che sfidano il vuoto e la gravità. A riempirla nuovamente penserà “Back from Beijing”, una collettiva che raccoglie gli scatti più suggestivi delle recenti Olimpiadi Invernali. L’opening, previsto per il 27 aprile alle 19:00, è riservato alla stampa, ma il museo mette a disposizione un numero limitato di ingressi per i visitatori interessati, che potranno accedervi accreditandosi a questo link.

Subito a sinistra un’altra sala ospita la mostra permanente del Canon Ambassador Alessandro Trovati. Una sequenza di scatti che raccontano il mondo dello sport attraverso l’intenso minimalismo del bianco e nero. È un’esposizione insolita e originale, che scardina una sorta di tabù. Difficile, infatti, se non nelle immagini datate, privarsi del colore per raccontare l’evento sportivo. Trovati riesce nella sfida e trasforma questa sottrazione in un valore.

L’ultima sala è una sorta di Wall of Fame. Sicuramente lo spazio più emotivo del museo. Foto storiche che raccontano momenti leggendari della storia sportiva mondiale. Dal mitico scatto al podio delle Olimpiadi del 1968 a Città del Messico con i pugni alzati di Tommie Smith e John Carlo all’emozionante abbraccio dei nostri Jacobs e Tamberi alle ultime Olimpiadi di Tokyo, da Riva a Maradona, da Eddy Merckx a Pantani e ancora tante altre leggende, raccontate una dopo l’altra, sublimando una narrazione che passa dall’occhio e arriva dritta al cuore.

Per chiudere il cerchio non si può dimenticare l’impegno del museo nella raccolta e nell’archiviazione digitale di tutto il materiale acquisito in pellicola, come nella diffusione della passione per la fotografia tra i giovani. Un’attività quest’ultima particolarmente sentita dai fondatori del museo, che hanno pensato a workshop e corsi monografici, anche in collaborazione con le scuole, con un focus particolare sulle tematiche del bullismo, che è possibile contrastare anche attraverso il messaggio positivo ed etico dello sport.


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