Vivere il Parco Lambro, il progetto partecipativo prende finalmente vita
Le aree attrezzate sportive di intervento individuate sono nove. Accanto ai tre grandi campi di calcio, che saranno riseminati e in cui verranno sostituite o riparate le porte, saranno realizzati due campi di basket con il fondo in resina e un campo di beach volley in sabbia, tutti regolamentari, circondati da nuove alberature e da cespugli per protezione. In quest’area verranno sostituiti i camminamenti in asfalto con calcestre salvaguardando così l’apparato radicale delle piante.
Verranno poi fatti interventi sulle due aree giochi, con sostituzione delle attrezzature gioco del campo più piccolo, il più vecchio, sostituendo le attrezzature gioco non più funzionanti, mentre il più grande, più recente, viene mantenuto come è attualmente con piantumazione di nuove alberature. E’ prevista l’integrazione delle macchie boschive e arboree, soprattutto nella zona dello skate, creando vere e proprie “quinte” vegetali. Vi verranno anche installati tavoli da picnic e nuove panchine in sostituzione di quelle vecchie deteriorate con macchie di piante fiorite.
Un grosso intervento pari al 50% delle opere previste nell’appalto riguarderà la riasfaltatura e la ritracciatura tre percorsi per running o camminata veloce di lunghezze diverse e caratterizzati da tre diversi colori, con segnaletica indicante i percorsi e con l’ indicazione delle distanze percorse ogni duecento metri.
Altro intervento all’impianto idraulico che, tra l’altro porta l’acqua all’area dell’“agility dog” per dissetare i cani e alle fontanelle, per ridurre le rilevanti perdite lungo la tubatura di adduzione dell’acqua. L’area in questione è quella dietro il Tennis Club Ambrosiano: verrà ristrutturato e ripulito anche il percorso in “opus incertum” che porta all’“agility dog”, completamente ricoperto dal terreno dilavato dalla collinetta a sinistra del percorso. E riseminato il prato verde tutto intorno al camminamento.
Le prime realizzazioni saranno i campi di basket e beach volley e a seguire le altre opere, mentre le nuove alberature, un centinaio, saranno posate verso fine ottobre, che il periodo giusto. La tempistica della segnaletica e della riasfaltatura dei percorsi di running prevede la realizzazione entro l’estate, in tempo anche per la nuova edizione del Festival Lambro a settembre.
La commissione prosegue con gli interventi di consiglieri e cittadini e il dibattito si sviluppa, fin dal primo intervento del consigliere di opposizione Ferraresi , sul tema dei ritardi nel finanziamento, per altro ridotto rispetto alla assegnazione iniziale di 850.000 euro a 600.000 euro, e della differenza tra quanto previsto nel progetto dei cittadini che vinse la prima edizione del Bilancio Partecipativo (nel Municipio 3, allora Zona 3). Gli interventi previsti nel piano finale sono carenti lamenta Ferraresi rispetto alla manutenzione delle illuminazioni, al rifacimento delle bacheche, all’installazione di case dell’acqua, alla riqualificazione degli attrezzi del percorso vita, alla mancanza delle “isole digitali”.
La presidente Zanasi rimanda al mittente le critiche dell’opposizione e difende la qualità del progetto, che ha sì subito ritardi e qualche taglio di budget, ma che sicuramente rappresenta un importante miglioramento delle attrezzature sportive e per il tempo libero del Parco e alcuni interventi non previsti, come quelli sull’area cani. Rispetto al tema dell’illuminazione, dice Zanasi, verrà coinvolta A2A.
A questo punto della discussione diventa centrale affrontare il tema della validità della formula Bilancio Partecipativo per indirizzare i progetti partecipati e proposti dai cittadini. Mi permetto allora di esprimere anche il mio parere in quanto partecipante con un gruppo di cittadini al Bilancio Partecipativo del 2018 e in quanto cittadino attivo sul tema della Democrazia Partecipata.
Il problema che salta all’occhio evidente nel processo del Bilancio Partecipativo è la non autonomia del budget e del percorso realizzativo dei progetti vincenti, che comunque devono percorrere l’iter tradizionale dei lavori pubblici, nel percorso classico del PTOP, Piano Triennale delle Opere Pubbliche, che li mette in “concorrenza” con i tradizionali lavori pubblici rallentando enormemente i tempi di progettazione e realizzazione, fino ai casi come il Parco Lambro che è rimasto “in coda” per 6 anni.
A questo proposito mi pare opportuno citare il parere espresso dall’Assessora alla Partecipazione del Comune di Milano Gaia Romani che è intervenuta a un incontro sempre in zona 3, al circolo ACLI di Lambrate, sul tema della partecipazione. Gaia Romani, pur riconoscendo che il Bilancio Partecipativo nelle due edizioni del 2015 e del 2018 ha generato una grande partecipazione dei cittadini, ha spiegato che il problema vero è che il Bilancio Partecipativo non ha risorse proprie, ma quelli che hanno risorse sono i progetti inseriti in conto capitale nel PTOP, Piano Triennale delle Opere Pubbliche. Quindi le risorse del Bilancio Partecipativo vengono allocate all’interno del PTOP, dopodiché si prioritizzano i lavori e non sempre si privilegiano quelli proposti e scelti dai cittadini. Così succede che il cittadino è convinto che per il suo progetto sia stato allocato il finanziamento e pensa di avere una sorta di controllo del suo progetto che in realtà non ha , mentre in realtà si entra nel meccanismo normale delle gare e passano gli anni. Quindi è meglio non illudere il cittadino e percorrere una strada diversa, la strada che prevede un coinvolgimento dei cittadini attraverso i Municipi che devono diventare la chiave di volta del meccanismo della partecipazione.
Il consigliere di maggioranza Pensabene, presidente della commissione mobilità e sport, sottolinea che il progetto, che giudica positivamente, non può risolvere tutti i problemi del Parco e quindi il lavoro non deve fermarsi qui. Esprime voto favorevole sul progetto che rappresenta un forte miglioramento di alcuni aspetti della fruibilità di spazi e attrezzature. Il calcestre è un materiale drenante, dice Pensabene, che gli esperti del verde assicurano protegge le radici degli alberi.
L’architetta Rossi nell’intervento finale di replica precisa che interventi sugli impianti di illuminazione non sono previsti e in risposta al consigliere Migliarese informa che esiste un servizio del Comune dedicato alla installazione e gestione dei servizi igienici nei parchi che dovrà essere attivato a parte. Per quanto riguarda le fontanelle, il Parco non ha tuttora una linea dell’acquedotto e della fognatura che lo percorra almeno nei percorsi principali. Questo risale a un problema di costi ai tempi della realizzazione del parco, negli anni ’60. Questa soluzione che privilegiava l’investimento in verde e alberature è comune in tutti i parchi milanesi di quell’epoca. Dobbiamo quindi pensare a distribuire le fontanelle e i servizi igienici in punti esterni vicini all’acquedotto principale della città. In questo senso il Municipio può fare una richiesta di installazione di fontanelle e anche di servizi igienici. Per quanto riguarda il calcestre occorre ricordare, spiega la dottoressa Rossi, che si tratta di un materiale nato nel ‘700 e utilizzato per la realizzazione di parchi, un materiale naturale, facilmente reperibile intorno alle città, un materiale di costo contenuto , che ha la caratteristica di essere molto coeso per l’elevata presenza di calcare, oltre l’80%, coesione che si mantiene nel tempo grazie al dilavamento compensato dalla compressione di mezzi e persone. Nello stesso tempo è un materiale molto drenante che garantisce la restituzione alla falda dell’acqua piovana. La scelta del materiale in alcuni viali è stata anche suggerita dalla presenza di pioppi di grande dimensione con un apparato radicale che tende a affiorare manomettendo l’asfalto. Spostando l’asfalto al centro e sostituendolo ai bordi con il calcestre si possono liberare le radici e consentirne l’affioramento.