Agedo ha sciolto le mie paure

Pubblichiamo qui una nuova bella testimonianza: il percorso di un genitore che, per amore del figlio, si confronta con la propria insospettata e insospettabile "omofobia". ()
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Agedo ha sciolto le mie paure… che poi “paure” si dicono anche “fobie” e, siccome le mie paure erano legate alla omosessualità, la mia era “omo-fobia” e Agedo l’ha sgretolata a mano a mano che procedevo con gli altri genitori a confrontarci sui nostri disagi e le nostre avversioni e a partecipare ad eventi in solidarietà dei nostri figli.

Facciamo un esempio: cos'è la fotofobia?
È un sintomo d’ipersensibilità oculare caratterizzato da un eccessivo fastidio alla luce solare e a un’intensa illuminazione artificiale. Si presenta con un senso di avversione all’esposizione luminosa, di disagio e, in alcuni casi, persino di dolore all’occhio.
In base alla causa che ha determinato l’insorgenza della fotofobia, il paziente può presentare una serie di sintomi associati all’intolleranza alla luce. Le manifestazioni oculari di più facile riscontro sono le seguenti: vista offuscata; …; difficoltà a tenere gli occhi aperti; dolore all’occhio (a volte associato a mal di testa).

Ecco la mia omofobia aveva la stessa sintomatologia: ipersensibilità, fastidio, avversione, disagio, dolore, intolleranza, idee confuse, …
Una sola differenza c’era tra me e gli omofobi “integralisti e/o odiatori”: sono disposto a comprendere come sono davvero i miei figli, ma soprattutto: amo i miei figli e, per questo, non posso rinchiuderli nelle mie aspettative su di loro, sono i loro e non i miei sogni che devono realizzare! Hanno il diritto di essere sé stessi non di essere la mia proiezione su di loro.

Da mesi nostro figlio di 17 anni era triste e depresso e noi avevamo vagliato molte possibilità sulla causa di questa tristezza. Ero arrivato anche a dirgli: “innamorati, di un uomo o di una donna, ma innamorati!”.
Una settimana dopo, incalzato da me, mi dice di essere gay.

Una voragine senza appigli, una caduta senza fine in un pozzo nero, questa è stata la sensazione fisica immediata e che mi ha accompagnato per alcuni mesi successivi: mia moglie ed io non avevamo riferimenti, non conoscevamo quasi nulla sul tema della omosessualità, non osavamo parlarne con nessuno perché la vergogna, la paura, il senso di colpa, intrecciate a più o meno velate reciproche accuse o accentuazioni sugli sbagli del coniuge, ci impediva anche solo di pronunciare la parola “gay”.

Anche noi abbiamo messo il mare tra il dire e il fare, anzi tra pronunciare “innamorati di chi vuoi” ed essere capaci di abbracciare nostro figlio, che continuava ad essere sempre quella bella persona che era stata fino al coming out, ed è tutt’ora.

Una nota su quanto ci si aggrappi a spiegazioni basate sul nulla pur di confermare il nostro pregiudizio che esclude.
Ero convinto di essere stato la causa della sua omosessualità e così mi ero aggrappato a questa conclusione: “Ecco! Mio figlio è diventato gay perché da bambino gli ho fatto vedere il film “the Rocky Horror Picture Show!”.
In fondo, in quel momento di confusione, ero come chi crede che si possa insegnare ad essere omosessuali (la famigerata “teoria gender”) e per questo a scuola non se ne deve parlare.

Dopo aver attraversato per lunghi mesi il nostro spaesamento fatto di pianti e blocchi emotivi, di paure, avversioni, repulsioni, dolori, sensi di colpa, ripensamenti e ancora pianti, abbiamo incontrato Agedo.
È stato il passaggio dalla notte al giorno: anche altri genitori avevano i nostri travagli e molti di loro li avevano superati!

Eravamo “normali”! Potevamo cominciare a dirlo, fare il nostro coming out!
Anzi più partecipavamo ad eventi pubblici più ci rinforzavamo sul nostro processo di avvicinamento vero ai nostri figli.

Ricordo ancora con emozione quando, durante i primi Pride alcuni ragazzi ci guardavano e piangevano perché avrebbero voluto che con noi ci fossero stati i loro genitori: ci pensate a quanto la nostra autostima crescesse insieme alla commozione per la solitudine di questi ragazzi?
Le lacrime calde di affetto, rimpianto, vicinanza, voglia di famiglia per noi e loro, sono state benefiche gocce di riscatto dal nostro passato omofobo.

Grazie Agedo!

Salvatore Mirante


Agedo Milano ha aderito alla campagna per richiedere a Regione Lombardia di discutere la Proposta di Legge Nanni "Norme contro la discriminazione determinata dall'orientamento sessuale e dalla identità di genere".

Qui potete leggere in sintesi i contenuti della proposta.

www.agedomilano.it
e-mail: agedomilano@gmail.com
FB: Agedo Milano Tel: 02 54122211



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