FFF: l’impegno per il pianeta continua

Ostacolati da pandemia, scuola a distanza, crisi economica, guerre e stress mondiali di varia natura, delusioni da parte dei politici, è un miracolo se gli attivisti di Fridays For Future ancora resistano. ()
Sciopero FFF 24 sett
È un miracolo anche perché i fondi stanziati dall’Europa per l’ambiente e il clima e la creazione da parte del governo Draghi di un Ministero per la transizione Ecologica guidato da Roberto Cingolani avevano fatto ben sperare, ma in realtà le azioni intraprese fin qui dalla politica sono veramente scarse, quando non negative. Un esempio significativo: nello scorso maggio i FFF hanno manifestato in piazza contro ENI e l’impianto di Carbon Capture and Storage che vuole costruire a Ravenna, riporto dalla loro pagina FB Eni, insieme alle altre multinazionali del fossile, è responsabile di distruzioni e devastazioni in giro per il mondo, dalla Nigeria, passando dalla Libia fino all’adriatico, dove continua ad estrarre gas e petrolio. Da sempre ribadiamo che vogliamo una vera transizione ecologica, basata sulla giustizia climatica, non una facciata verde di greenwashing dietro cui si nascondono gli interessi dei giganti dei combustibili fossili. Inoltre Eni, e l’impianto di Carbon Capture and Storage che vuole costruire a Ravenna, sono un esempio brillante di come una delle multinazionali più inquinanti al mondo possa attentamente costruire una falsa immagine di sostenibilità. Proprio perché la sostenibilità è sempre più al centro del dibattito pubblico, Eni, ha deciso di utilizzare miliardi di euro in fondi pubblici per la costruzione di un impianto di cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica, per abbassare i numeri delle loro emissioni (attenzione però, senza diminuire la quantità di inquinamento prodotto) e mettersi in pace la coscienza. È il momento di opporsi a questo greenwashing fatto a nostre spese” . Inoltre, sono recentemente arrivati dalla BCE i primi due assegni miliardari (totale circa 24 miliardi) a titolo di prefinanziamento all’Italia nell’ambito del PNRR, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, e già i ministri competenti , Cingolani e Giorgetti (Sviluppo Economico) cominciano a mettere le mani avanti, a manifestare preoccupazione, a dire che la transizione ecologica non sarà un pranzo di gala, a riproporre il nucleare dicendo che il mondo è pieno di ambientalisti radical chic che sono “peggio della catastrofe climatica” (vergognoso!!), che su questi temi non può correre solo l’Europa, ma deve farlo tutto il mondo , e questo è sicuramente vero, non ci sono dubbi, ma qualcuno deve pur cominciarlo questo cambiamento e deve farlo non guardando al passato, ma al futuro. Progetti concreti da parte dei ministri non se ne sono ancora visti, i modi ci sono, mancano volontà, visione, coraggio. (https://fridaysforfutureitalia.it/non-siamo-ancora-fottuti-se-agiamo-ora/)

Nonostante questi segnali poco confortanti i giovani resistono e si preparano ai prossimi eventi.

In Novembre infatti, i governi di tutto il mondo si riuniranno a Glasgow (Scozia, UK) per partecipare alla #COP26 (Convenzione delle parti sul clima coordinata dalle Nazioni Unite) e decidere sul futuro di tutti gli abitanti del pianeta. Italia e Gran Bretagna ne sono co-presidenti di turno. In preparazione di ciò, proprio a Milano fra il 28 settembre e il 2 Ottobre prossimi, si terranno due eventi di grande importanza, la #Youth4Climate e la #PreCOP, che tratteranno i temi chiave per i negoziati del mese successivo: una grossa opportunità quindi. Anche perché dalle COP precedenti sono uscite molte parole e promesse, ma pochi fatti e, come ormai sappiamo bene, il tempo stringe. Ma l’evento davvero importante e nuovo è la Youth4Climate a cui parteciperanno, con un ruolo istituzionale, 400 giovani provenienti da tutto il mondo per confrontarsi sui temi del clima e dell’ambiente dando un contributo ai negoziati della COP26. Questa può essere anche un’opportunità di crescita interna e consolidamento del movimento che, durante il distanziamento dovuto alla pandemia, ha anche verificato sul campo, impegnandosi concretamente, quanto siano importanti la solidarietà con i più deboli ed esposti e la collaborazione fra le parti coinvolte. Per parlare con una voce unica , quindi più autorevole, hanno creato già da mesi una nuova Climate Open Platform dove incontrarsi, discutere e organizzarsi per queste prossime iniziative , hanno elaborato proposte, critiche e inviato documenti ai rappresentanti istituzionali, con pochi riscontri.

Questi eventi saranno preceduti dallo sciopero del 24 settembre (come al solito partenza da Largo Cairoli, orario in aggiornamento), sciopero globale per richiedere rapide azioni ai leader mondiali, in particolare ai politici del Nord del mondo.

Lanciano un appello di adesione:

“Sappiamo che il momento migliore per agire sarebbe stato 30 anni fa, ma il secondo momento migliore è OGGI. È una responsabilità, ma anche un’OPPORTUNITÀ STORICA. Non risparmiare energie, dai il massimo questa volta, c’è bisogno di tutti”.


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