È un miracolo anche perché i fondi stanziati dall’Europa per
l’ambiente e il clima e la creazione da parte del governo Draghi
di un Ministero per la transizione Ecologica guidato da Roberto
Cingolani avevano fatto ben sperare, ma in realtà le azioni
intraprese fin qui dalla politica sono veramente scarse, quando non
negative. Un esempio significativo: nello scorso maggio i FFF hanno
manifestato in piazza contro ENI e
l’impianto di Carbon Capture and Storage che vuole costruire a
Ravenna, riporto dalla
loro pagina FB
“Eni, insieme alle altre
multinazionali del fossile, è responsabile di distruzioni e
devastazioni in giro per il mondo, dalla Nigeria, passando dalla
Libia fino all’adriatico, dove continua ad estrarre gas e petrolio.
Da sempre ribadiamo che vogliamo una vera transizione ecologica,
basata sulla giustizia climatica, non una facciata verde di
greenwashing dietro cui si nascondono gli interessi dei giganti dei
combustibili fossili. Inoltre Eni, e l’impianto di Carbon Capture
and Storage che vuole costruire a Ravenna, sono un esempio brillante
di come una delle multinazionali più inquinanti al mondo possa
attentamente costruire una falsa immagine di sostenibilità. Proprio
perché la sostenibilità è sempre più al centro del dibattito
pubblico, Eni, ha deciso di utilizzare miliardi di euro in fondi
pubblici per la costruzione di un impianto di cattura e stoccaggio
dell’anidride carbonica, per abbassare i numeri delle loro
emissioni (attenzione però, senza diminuire la quantità di
inquinamento prodotto) e mettersi in pace la coscienza. È il momento
di opporsi a questo greenwashing fatto a nostre spese”
. Inoltre, sono recentemente arrivati dalla BCE i primi due
assegni miliardari (totale circa 24 miliardi) a titolo di
prefinanziamento all’Italia nell’ambito del PNRR, il Piano
nazionale di ripresa e resilienza, e già i ministri competenti ,
Cingolani e Giorgetti (Sviluppo Economico) cominciano a mettere le
mani avanti, a manifestare preoccupazione, a dire che la transizione
ecologica non sarà un pranzo di gala, a riproporre il nucleare
dicendo che il mondo è pieno di ambientalisti radical chic che sono
“peggio della catastrofe climatica” (vergognoso!!), che su
questi temi non può correre solo l’Europa, ma deve farlo tutto il
mondo , e questo è sicuramente vero, non ci sono dubbi, ma
qualcuno deve pur cominciarlo questo cambiamento e deve farlo non
guardando al passato, ma al futuro. Progetti concreti da parte dei
ministri non se ne sono ancora visti, i modi ci sono, mancano
volontà, visione, coraggio.
(
https://fridaysforfutureitalia.it/non-siamo-ancora-fottuti-se-agiamo-ora/)
Nonostante
questi segnali poco confortanti i giovani resistono e si preparano ai
prossimi eventi.
In
Novembre infatti, i governi di tutto il mondo si riuniranno a Glasgow
(Scozia, UK) per partecipare alla #COP26
(Convenzione delle parti sul clima coordinata dalle Nazioni Unite) e
decidere sul futuro di tutti gli abitanti del pianeta. Italia e Gran
Bretagna ne sono co-presidenti di turno. In preparazione di ciò,
proprio a Milano fra
il 28 settembre e il 2 Ottobre prossimi, si terranno
due eventi di grande importanza, la #Youth4Climate
e la #PreCOP,
che tratteranno i temi chiave per i negoziati del mese successivo:
una grossa opportunità quindi. Anche perché dalle COP precedenti
sono uscite molte parole e promesse, ma pochi fatti e, come ormai
sappiamo bene, il tempo stringe. Ma l’evento davvero importante e
nuovo è la Youth4Climate a cui parteciperanno, con un ruolo
istituzionale, 400 giovani provenienti da tutto il mondo per
confrontarsi sui temi del clima e dell’ambiente dando un contributo
ai negoziati della COP26. Questa può essere anche un’opportunità
di crescita interna e consolidamento del movimento che, durante il
distanziamento dovuto alla pandemia, ha anche verificato sul campo,
impegnandosi concretamente, quanto siano importanti la solidarietà
con i più deboli ed esposti e la collaborazione fra le parti
coinvolte. Per parlare con una voce unica , quindi più
autorevole, hanno creato già da mesi una nuova
Climate
Open Platform
dove incontrarsi, discutere e organizzarsi per queste prossime
iniziative , hanno elaborato proposte, critiche e inviato documenti
ai rappresentanti istituzionali, con pochi riscontri.
Questi
eventi saranno preceduti dallo
sciopero del 24 settembre (come al solito partenza da Largo Cairoli,
orario in aggiornamento), sciopero
globale per richiedere rapide azioni ai leader mondiali, in
particolare ai politici del Nord del mondo.
Lanciano
un appello di adesione:
“Sappiamo
che il momento migliore per agire sarebbe stato 30 anni fa, ma il
secondo momento migliore è OGGI. È una responsabilità, ma anche
un’OPPORTUNITÀ STORICA. Non risparmiare energie, dai il massimo
questa volta, c’è bisogno di tutti”.