Green Pass e sanità
Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
(a cura della Redazione)28/07/2021
so che siete stati molto attenti alle questioni di politica sanitaria e spero che questa mia breve lettera possa essere uno spunto di riflessione sugli ultimi sviluppi dell'era Covid.
Oggi, leggendo dei movimenti contrari al Green pass, non posso non vedere un collegamento con la politica sanitaria degli ultimi anni.
Il sistema sanitario italiano è stato in passato un segno di grande civiltà del nostro paese. Assicurare assistenza sanitaria gratuita a tutti era un intento che si percepiva al di là degli abusi e dei problemi in cui ha sempre versato la sanità pubblica.
Oggi a livello politico la prospettiva pare rovesciata: non si fanno quadrare i conti per garantire una salute migliore delle persone ma si curano le persone per far quadrare i conti.
Le conseguenze di una simile politica si possono vedere oggi che viene richiesta la collaborazione tra il sistema pubblico e i cittadini.
Quando una persona si fa iniettare un vaccino lo fa per sé ma anche per la collettività.
È necessario quindi che ci sia la fiducia che anche la collettività ricambi la generosità con i suoi singoli componenti.
Nessuno si sarebbe sognato di vedere strani complotti dietro al vaccino per il vaiolo perché il patto implicito tra singoli e collettività era diverso dall'attuale.
I vaccini sono un bene grandissimo che ha cambiato la storia dell'umanità, ma hanno sempre un piccolo margine di rischio. Lo hanno sempre avuto. Oggi si percepisce di più anche perchè viene vaccinata tutta la popolazione contemporaneamente e non solo i nati in un certo anno.
Come molti fanno notare una popolazione vaccinata appartiene alla categoria oggi fragile dei beni comuni.
Un singolo che non si vaccina gode del bene comune senza correre il piccolo rischio dovuto al vaccino.
E' facile capire che se tutti si rifiutassero di vaccinarsi nessuno beneficerebbe dell'immunità.
Sono quindi tra coloro che sostengono il vaccino e anche la sua obbligatorietà per certe categorie professioniali.
Affermo anche però che per fermare le proteste del variegato popolo degli antivaccino bisognerebbe che la classe politica si interroghi su cosa vuole essere la sanità pubblica.
Fare un piccolo sacrificio per un bene comune che è prezioso per tutti è più facile.
Se la sanità fosse percepita come un servizio pubblico attento all'individuo e a servizio dei deboli non ci potrebbero essere movimenti politici che cavalcano le bufale.
Vorrei concludere quindi con l'invito a vaccinarsi ma contemporaneamente ai politici perché rinforzino il servizio sanitario pubblico con le ricette che si conoscono da sempre: investire di più sulla prevenzione, sulla rete capillare di ambulatori, sul tempo a disposizione per ascoltare i pazienti, ecc.
Xavier
Cari di z3,
Oggi, leggendo dei movimenti contrari al Green pass, non posso non vedere un collegamento con la politica sanitaria degli ultimi anni.
Il sistema sanitario italiano è stato in passato un segno di grande civiltà del nostro paese. Assicurare assistenza sanitaria gratuita a tutti era un intento che si percepiva al di là degli abusi e dei problemi in cui ha sempre versato la sanità pubblica.
Oggi a livello politico la prospettiva pare rovesciata: non si fanno quadrare i conti per garantire una salute migliore delle persone ma si curano le persone per far quadrare i conti.
Le conseguenze di una simile politica si possono vedere oggi che viene richiesta la collaborazione tra il sistema pubblico e i cittadini.
Quando una persona si fa iniettare un vaccino lo fa per sé ma anche per la collettività.
È necessario quindi che ci sia la fiducia che anche la collettività ricambi la generosità con i suoi singoli componenti.
Nessuno si sarebbe sognato di vedere strani complotti dietro al vaccino per il vaiolo perché il patto implicito tra singoli e collettività era diverso dall'attuale.
I vaccini sono un bene grandissimo che ha cambiato la storia dell'umanità, ma hanno sempre un piccolo margine di rischio. Lo hanno sempre avuto. Oggi si percepisce di più anche perchè viene vaccinata tutta la popolazione contemporaneamente e non solo i nati in un certo anno.
Come molti fanno notare una popolazione vaccinata appartiene alla categoria oggi fragile dei beni comuni.
Un singolo che non si vaccina gode del bene comune senza correre il piccolo rischio dovuto al vaccino.
E' facile capire che se tutti si rifiutassero di vaccinarsi nessuno beneficerebbe dell'immunità.
Sono quindi tra coloro che sostengono il vaccino e anche la sua obbligatorietà per certe categorie professioniali.
Affermo anche però che per fermare le proteste del variegato popolo degli antivaccino bisognerebbe che la classe politica si interroghi su cosa vuole essere la sanità pubblica.
Fare un piccolo sacrificio per un bene comune che è prezioso per tutti è più facile.
Se la sanità fosse percepita come un servizio pubblico attento all'individuo e a servizio dei deboli non ci potrebbero essere movimenti politici che cavalcano le bufale.
Vorrei concludere quindi con l'invito a vaccinarsi ma contemporaneamente ai politici perché rinforzino il servizio sanitario pubblico con le ricette che si conoscono da sempre: investire di più sulla prevenzione, sulla rete capillare di ambulatori, sul tempo a disposizione per ascoltare i pazienti, ecc.
Un grande grazie a z3 che ha sempre creduto e lavorato per questo.
Xavier
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