No alla chiusura dei sottopassi nel quartiere Feltre

Recentemente è stata lanciata una mozione per raccogliere firme con l'obiettivo di bloccare la chiusura di alcuni sottopassaggi di comunicazione negli edifici del quartiere Feltre. Ecco il testo della mozione e alcune informazioni in merito. ()
passo Rolle
Pubblichiamo il testo della raccolta firme lanciata da Claudio Monnini al fine di bloccare la chiusura di alcuni sottopassaggi del quartiere Feltre.


Questa mozione è stata rilanciata dal Consigliere Filippo Rossi in Consiglio di Municipio e presto la questione verrà approfondita in un'apposita riunione di commissione.


Qui sotto il testo.


Il Quartiere Feltre, il verdissimo quartiere che racchiude i giardini Lucarelli, è uno dei più riusciti esperimenti urbanistici e sociali a cavallo tra gli anni ’50 e gli anni ’60, progettato, com’è noto, da un gruppo di professionisti che hanno fatto la storia dell’Architettura italiana e milanese: Mario Bacciocchi; Luciano Baldessari; Ignazio Gardella; Giancarlo De Carlo; Gianluigi Giordani ; Angelo Mangiarotti ; Mario Terzaghi; Pier Italo Trolli; Tito Varisco Bassanesi, coordinati da Gino Pollini. Un esperimento che ha creato un quartiere con una socialità ancora oggi attiva e vivace e una qualità della vita molto alta, che testimonio nella mia esperienza quotidiana.

La casa in VIA PASSO ROLLE 25, di fronte al fiume Lambro non è una casa qualsiasi, è nata da un progetto originale dello studio di Giancarlo De Carlo, uno dei più famosi architetti degli anni '50 - '60.
Con una ASSEMBLEA DI CONDOMINIO A MAGGIORANZA SEMPLICE si è deciso di chiudere i passaggi che collegano il quartiere Feltre, uno dei più verdi di Milano, al resto della città, con un intervento discutibile dal punto di vista architettonico, sociale e urbanistico.

Stiamo sensibilizzando il quartiere e la città, PERCHÉ QUELLE CHIUSURE OLTRETUTTO COSTRINGONO ANZIANI, DISABILI E BAMBINI CHE SCENDONO DALL’AUTOBUS A CIRCUMNAVIGARE IL CASEGGIATO, CON OLTRE 300 METRI DI STRADA IN PIÙ. È una prepotenza dettata da un atteggiamento egoistico che vuole trasformare un passaggio pubblico in un bene privato esclusivo, sottraendolo ai cittadini, a chi utilizza la linea 55 degli autobus che sarà costretto ad allungare il proprio tragitto di oltre 300 metri, magari in carrozzina o con le stampelle.

Incredibilmente il disegno delle chiusure dei sottopassi ha ottenuto il benestare della Commissione Paesaggistica (lo scorso Ottobre), evidentemente non molto attenta al progetto, ora il condominio vorrebbe presentare la SCIA semplificata confidando sul SILENZIO ASSENSO DEL COMUNE, e noi dobbiamo fare in modo che i disegni vengano almeno valutati dall'Ufficio Tecnico.
La Commissione Paesaggistica ha approvato, nonostante lo sfregio all'architettura storica, il rilievo molto approssimativo della facciata, irrispettoso del lavoro del maestro De Carlo, perfino il mancato allineamento delle nuove porte delle chiusure a piano terra con le finestre della facciata.

La Soprintendenza si è già espressa a difesa degli edifici del quartiere col Gazzettino Ufficiale della Regione Lombardia, serie Ordinaria 46 del 2008, deliberazione della Giunta VIII 8/8311 in cui si specificano i criteri di tutela dell’edificio e dell’intero quartiere Feltre, tutelato non solo dal Comune di Milano e dalla Commissione paesaggio, e, da PGT vigente, ex art 136.1.c-d come “Complesso di cose immobili che compongono un caratteristico aspetto avente valore storico e tradizionale…” ma anche dalla Soprintendenza (evidenziato Bollettino Ufficiale R. Lomb Serie Editoriale Ordinaria 10 nov 2008- punto 2 “Alcune premesse” ) LA “PERMEABILITÀ AL VERDE” DEGLI EDIFICI DEL QUARTIERE È OGGETTO PARTICOLARE DI TUTELA, IN QUANTO FA PARTE DELLA SPECIFICITÀ ARCHITETTONICA E URBANISTICA DEL MANUFATTO E DEL CRITERIO DI “NOVITÀ” CHE NE PROMUOVE LA TUTELA. Il documento evidenzia anche come qualsiasi modifica al singolo edificio debba essere valutata all’interno “dell’intero comparto", oltre che dalle autorità competenti, (punto 2 “interventi sugli edifici” e “Interventi sui piani terra”), significa che l’intero quartiere è concepito come un corpo unico, una sorta di cinta muraria in cui le aperture regolano gli accessi al distretto e al verde.

Vogliamo fermare questo scempio, non si tratta di opporre la burocrazia farraginosa all'iniziativa privata, questa volta si tratta di difendere il bene comune di un quartiere che si è distinto per la qualità della vita dei suoi abitanti, per la qualità della sua accoglienza. Firmiamo questa lettera aperta e fermiamo la chiusura!



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