Per il Lambro un patto di collaborazione ambientale tra l'Osservatorio per il paesaggio e il Comune
Il 14 luglio del 2020 è stato firmato tra il Comune di Milano e l’”Osservatorio per il Paesaggio Fiume Lambro Lucente” un Patto di collaborazione per la salvaguardia e la valorizzazione della roggia Vettabbia, il tratto cittadino del fiume Lambro che va da Cascina Gobba a Ponte Lambro e il territorio ad essi connesso. Il patto è stato promosso dall’Associazione Circola – cultura, diritti e idee in movimento., responsabile – anche nell’ambito dell’Osservatorio – di beni comuni e monitoraggio. In questo contesto, l’Osservatorio ha avviato una serie d’iniziative diversificate per raccontare il patto e l’esperienza specifica, per ragionare sui beni comuni e per spiegare cos’è il monitoraggio civico. Di fatto, si tratta del primo patto, in Italia, che qualifica un fiume come bene comune e istituzionalizza il monitoraggio civico come attività condivisa dall’Amministrazione.
E proprio di questo Patto di collaborazione scriveremo in questo e altri articoli descrivendo il dibattito che sta nascendo anche grazie ai quattro webinar sul tema che l’Osservatorio ha organizzato.
La salute dei fiumi e dei laghi è vitale tanto quanto quella degli umani, perché fra le due dimensioni vi è una stretta interrelazione. L’acqua e il territorio, pertanto, sono beni comuni da conoscere, salvaguardare e valorizzare, per noi e per le generazioni future. L’”Osservatorio per il Paesaggio Fiume Lambro Lucente”, costituito ufficialmente nel 2019 ma con alle spalle molti anni di impegno ambientale come associazione Greem, è l’espressione di una pluralità di soggetti che si riconoscono nei principi enunciati dallo statuto e rappresentano quella parte di società civile che fa della salvaguardia ambientale un obiettivo irrinunciabile. Attraverso l’azione qualificata dei propri soci e la collaborazione con le Istituzioni, si adopera per avviare processi virtuosi di cambiamento attraverso lo studio e l’elaborazione di proposte per un modello di vita più sostenibile.
Ecco il calendario degli incontri online di cui troverete dettagli nel sito di GREEM..
Beni comuni locali e globali: l’acqua bene comune nell’esperienza italiana
Tenuto il 13/10/2020 e di cui relazioniamo in questo articolo, con gli interventi di Gianni Pampurini (Osservatorio Lambro Lucente), Lorenzo Berlendis (Slow Food), Salvatore Ciocca (già consigliere Regione Molise) e la presenza di Lorenzo Lipparini, Assessore alla partecipazione del Comune di Milano, unitamente ai referenti dei Municipi 3 e 4.
Beni comuni: profili di gestione condivisa
27/10/2020 ore 17.30 – 19.00 Paolo Maddalena (già Giudice della Corte Costituzionale), Giuseppe Micciarelli (Università di Salerno), Cristian Pardossi (Sociolab), Eugenio Petz (Comune di Milano)
Il monitoraggio civico: esperienze a confronto
10/11/2020. Ore 17.30 – 19.00 Anna Berti Suman (NWO Rubicon postdoctoral researcher), Steven Loiselle (Earthwatch), Michele Ferri (Dirigente progetti speciali presso Autorità di bacino distrettuale delle Alpi orientali).
Monitoraggio civico con strumenti auto-costruiti
24/11/2020. Ore 17.30 – 19.00 Seminario sulla strumentazione open source per il monitoraggio dell’acqua a cura di Paolo Bonelli (Fisico e Maker di sensori ambientali - associazione CISE2007)
Introduce e modera i vari webinar: Veronica Dini (avvocato – Associazione Circola)
Vediamo ora in sintesi gli interventi e i temi discussi nel primo incontro svoltosi online il 13 ottobre u.s..
Ha coordinato come già detto Veronica Dini dell’Associazione Circola, che nella introduzione ha sottolineato che il tema trattato nei quattro seminari sarà quello dei beni comuni, in particolare “acqua bene comune” e monitoraggio civico. Circola, Osservatorio Lambro lucente e Comune sono tre partner di una nuova avventura con un Patto di collaborazione che riguarda il fiume Lambro. E’ una nuova esperienza innovativa e nel contempo una sfida per tutta la città. Si tratta di un accordo fra i tre partner che riconosce il Lambro nel tratto milanese come bene comune e affida alla comunità il farsi carico di valorizzare, gestire e tutelare il fiume organizzando una serie di attività e progetti che serviranno a far conoscere il Lambro e le attività che vi si possono fare, valorizzarlo ma anche tutelarlo e garantirne una fruibilità e una salubrità attraverso una attività di monitoraggio pubblico istituzionalizzata, istituendo un tavolo di lavoro con le associazioni da una parte che raccolgono dati e dall’altra parte i referenti del Comune di Milano che si faranno carico di dar seguito alle segnalazioni che emergeranno dal monitoraggio.
E’ il primo patto che riconosce un fiume come bene comune e l’acqua come bene esauribile e come elemento integrante della biodiversità e della salubrità ambientale. E’ un patto di gestione condivisa dell’acqua e del fiume, impegnando la comunità dal semplice cittadino all’esperto che se ne occupa professionalmente a individuare problemi e strumenti adeguati a risolverli.
A seguire Gianni Pampurini, presidente dell’Osservatorio Lambro lucente, ha presentato l’Osservatorio e le sue attività su e per il Lambro. L’Osservatorio per il Paesaggio Fiume Lambro Lucente è un contenitore comune e democratico di idee, studi, elaborazioni e progetti. Nell’ultimo trentennio grazie alla crescita della cultura ambientale e dell’installazione dei depuratori di Merone, di Monza e il sistema depurativo di Milano, le condizioni dell’acqua del Lambro sono molto migliorate.
I principali indirizzi dell’Osservatorio sono
- La raccolta di documentazione e informazioni culturali e scientifiche
- La condivisione con i cittadini e la sensibilizzazione in particolare dei giovani attraverso la scuola
Un progetto che ci sta particolarmente a cuore - ha detto Pampurini - è il censimento e la mappatura degli scarichi nel fiume Lambro attraverso la raccolta di dati anche attraverso un drone in collaborazione con MM.
L’Osservatorio sta lavorando all’aggiornamento dell’archivio SOLAD (Seveso, Olona, Lambro Aggregated Data Base) che sarà condotto in collaborazione con l’Università Bicocca attraverso una tesi di Laurea e su uno studio delle portanze per verificare la possibilità di installazione di turbine a coclea lungo l’asse fluviale.
Il Patto di collaborazione con il Comune di Milano, che è il primo Patto che si occupa di un fiume e di un territorio esteso (e non semplicemente un aiola, un parchetto o un tratto di via) riguarda la salvaguardia della roggia Vettabbia e del tratto cittadino del fiume Lambro, che va da Cascina Gobba a Ponte Lambro, e del territorio a essi connesso. Una convenzione con l’Università di Milano Bicocca consente la collaborazione scientifica nel settore dello studio e della qualità delle acque del sistema Seveso, Olona, Lambro al fine di studiarne l’evoluzione, le fonti di pressione e le possibili prospettive.
Tra le azioni previste spicca il Monitoraggio Civico, fondamentale per accrescere la consapevolezza e il coinvolgimento dei cittadini adulti e giovani delle scuole sulla necessità di salvaguardare e valorizzare il territorio. Consiste nella raccolta e analisi di documentazione tecnica, produzione di dati confrontabili e utilizzabili da tutti, raccolti attraverso una rete di volontari e elaborati per individuare possibili criticità e le azioni per rimuoverle, e infine la diffusione dei risultati anche via WEB.
A seguire un intervento di Salvatore Ciocca, già consigliere regionale del Molise. Il Molise, è per la sua natura uno dei principali fornitori di acqua delle regioni limitrofe, Abruzzi, Puglie, Campania. Ma Ciocca ha prtato un’esperienza ben diversa da quella milanese. Le acque molisane non sono tutelate, ad esempio l’invaso di Occhito, il secondo invaso artificiale d’Europa, e uno dei più antichi, costruito ancora con i soldi del Piano Marshall, serve di fatto esclusivamente la Puglie, ma questa regione attinge senza un piano e un criterio di risparmio e utilizzo saggio. Acque non valorizzate e non tutelate che da una capacità media di oltre 300 milioni di mc, attualmente sono scese a 44 milioni. E’ una battaglia che non sta facendo nessuno e che invece va lanciata al più presto. Da 50 anni il problema esiste e peggiora. Ogni tanto consideriamo le acque beni comuni scontati. Non è una moda è una realtà che va rivista da un punto di vista ambientale e culturale.
Un altro tipo di intervento fa Lorenzo Berlendis di Slow Food, fornendo un esempio positivo. A Terra Madre si stanno svolgendo incontri su varie esperienze nel mondo. Esperienze che hanno molti elementi simili tra loro.
Evidentemente approcciare il tema dell’acqua vuol dire approcciare nuovi stili di vita: o cambiamo il modo di abitare questo pianeta o non usciremo dalle crisi climatiche e anche sanitarie che ci stanno aggredendo.
Interventi locali minimi se coordinati possono dare grandi effetti. D’altra parte piccoli squilibri ambientali possono creare enormi danni. Sempre più importante è una collaborazione stretta tra le comunità locali e le istituzioni. La percezione di oggi è che il diritto sia considerato individuale e non abbia una dimensione sociale, comunitaria. Recuperare quindi questa dimensione comunitaria del diritto per la gestione dei fiumi e dell’acqua è fondamentale.
L’altro elemento importante è la coniugazione dei saperi alti, scientifici, con le conoscenze tradizionali, di pescatori e contadini ad esempio, ritenute spesso un dato folcloristico.
La qualità dell’acqua rimane il tema principale. L’inquinamento da plastica (siamo passati dai 4 ai 12 milioni di microplastiche riversate nel mare) è un dato drammatico. L’altro tema centrale è quello del consumo dell’acqua. E sui consumi un grande lavoro si sta facendo nelle scuole: sui consumi di acqua, anche legati all’alimentazione a partire dall’ uso dell’ “acqua del sindaco”, l’acqua potabile comunale, al posto della devastante acqua in plastica. Siamo al terzo posto mondiale per consumo di acqua in plastica, anche se siamo tra i paesi più ricchi di acqua.
Il numero di bottiglie di plastica consumate si è raddoppiato in un decennio.
Le tre parole chiave di Terra madre sono allora:
Senso di comunità e di adozione dell’ambiente
La consapevolezza delle sfide che si possono con fatica vincere in questa scommessa sui beni comuni
L’attivazione della cura e del senso di comunità
Per l’istituzione milanese à poi intervenuto l’Assessore Lipparini, per parlare di come il Comune vive questa sfida e il suo ruolo. L’alleanza tra soggetti diversi, il Comune e le associazioni locali e l’affiancamento di soggetti economici consente di fare degli interventi sul territorio con grande efficacia e soddisfazione di tutti. E i cittadini vogliono essere protagonisti di politiche di gestione che definiamo amministrazione condivisa, che prevede un assunzione di responsabilità tra soggetti diversi. L’amministrazione crede in questa modalità di lavoro, basata sui patti di collaborazione (siamo a più di un patto alla settimana). Un modello che vogliamo porre soprattutto nell’ambito aziendale. Siamo alla vigilia dell’adozione di un Piano Aria Clima di cui abbiamo parlato la settimana scorsa, che vuole affrontare politiche che contribuiscano al raggiungimento di obiettivi ambientali di contrasto ai cambiamenti climatici, con i fenomeni estremi cui abbiamo assistito. Tutto ciò può funzionare solo se c’è un forte ingaggio dei cittadini nello studiare insieme alle istituzioni le soluzioni più efficaci per studiare e raggiungere insieme dei risultati. Le proposte saranno discusse attraverso un percorso partecipativo strutturato, e attuate soprattutto attraverso lo strumento dei patti di collaborazione in molte direzioni, nei molti aspetti che possono migliorare la qualità della vita e dell’ambiente urbano: sicuramente la mobilità , la produzione e il consumo di cibo, in particolare il monitoraggio dell’ambiente e della qualità dell’aria, l’edilizia, ecc. Sarà interessante affrontarli con i diversi portatori di interesse e non sempre con realtà strutturate, ma anche con gruppi informali.
Sono alla fine intervenuti i rappresentanti del Municipio 3 e del Municipio 4, i più coinvolti sui temi del Lambro e quindi sui patti di collaborazione ambientali che lo riguardano.