Questionario Campus Bassini
Avviata un’indagine sul verde a Città Studi per valutare le 'compensazioni' dopo la cancellazione del parco di via Bassini.
(Paolo Burgio)17/06/2020
La vicenda è nota: il Politecnico di Milano sta costruendo un nuovo grande edificio per il dipartimento di Chimica, laboratori e nuovi uffici, dopo aver cancellato il parco, esistente sin dagli anni '40, in via Bassini, un’area alberata aperta agli studenti del Politecnico e al pubblico, risistemata anche di recente. Nonostante le proteste di cittadini, studenti e docenti del Poli, e una denuncia presentata in Procura a salvaguardia degli alberi ultradecennali, il terreno dove sorgeva il parco è stato spianato, alcuni alberi rimossi e trapiantati nell’area-giochi del vicino centro sportivo Giuriati, due grandi cedri abbattuti. Oggi del parco Bassini non rimane più nulla.
Il rettore del Politecnico e l’assessore al Verde, all’Urbanistica e al Territorio del Comune durante una seduta di Commissione tenutasi in Comune nel novembre 2019 si erano impegnati a fornire 'compensazioni', da definire in separata sede.
Il gruppo di lavoro poi costituito tra funzionari del Comune, rappresentanti dell’Università Statale, del Politecnico, delle associazioni ambientaliste Legambiente, Italia Nostra, WWF, e del comitato cittadino “Salviamo il Parco Bassini” ha dato incarico a un gruppo guidato dal professor Bocchi della Statale di predisporre un questionario al fine valutare le compensazioni da adottare.
Da tutto ciò origina il post pubblicato sulla pagina Facebook del Municipio 3 a inizio giugno. Il questionario, aperto a tutti, in forma anonima, senza alcuna validazione, servirà a raccogliere informazioni ed è accessibile a questo link.
Una breve considerazione dopo aver compilato un questionario che di fatto non potrà di certo avere alcuna pretesa di validità statistica e nemmeno alcuna immediata utilità per definire sotto il profilo qualitativo e quantitativo le cosiddette 'compensazioni'.
Il criterio generale che traspare dai quesiti posti appartiene a una visione assolutamente 'mercantile' del valore del verde e dell’ambiente, una visione del verde e dell’ambiente come bene di immediato utilizzo personale, una visione che nega il valore di bene comune nel momento in cui cerca di ricondurlo a un qualcosa di cui si possa fare commercio, senza sapere poi come e quanto 'valorizzare' questo bene, che si ammette possa servire a soddisfare bisogni spirituali e benessere esistenziale, altrettanto o di più che rispondere a bisogni materiali.
Una contraddizione intrinseca alla visione 'liberista' con cui si cerca di sottrarre verde, ambiente, suolo alla comunità e che sta alla base della scelta di cancellare un parco per costruirvi sopra un edificio, e che guida i criteri dell’attuale amministrazione milanese nella pianificazione urbanistica in atto e nel governo del territorio. Perciò l'impegno dei cittadini in difesa di questo bene ambientale non può cessare e nessuna compensazione potrà servire ad avallare o consentire scelte che barattino il bene comune con opportune (quali?) compensazioni.
Se il questionario servirà a delineare e discutere un piano per il verde a Città Studi ben venga, ma le compensazioni che potranno essere trovate lasceranno comunque l’amaro in bocca.
Il gruppo di lavoro poi costituito tra funzionari del Comune, rappresentanti dell’Università Statale, del Politecnico, delle associazioni ambientaliste Legambiente, Italia Nostra, WWF, e del comitato cittadino “Salviamo il Parco Bassini” ha dato incarico a un gruppo guidato dal professor Bocchi della Statale di predisporre un questionario al fine valutare le compensazioni da adottare.
Da tutto ciò origina il post pubblicato sulla pagina Facebook del Municipio 3 a inizio giugno. Il questionario, aperto a tutti, in forma anonima, senza alcuna validazione, servirà a raccogliere informazioni ed è accessibile a questo link.
I cittadini possono anche inviare osservazioni e altro con una mail da indirizzare, non sappiamo entro quale scadenza, all'indirizzo territoriomunicipio3@gmail.com.
Una breve considerazione dopo aver compilato un questionario che di fatto non potrà di certo avere alcuna pretesa di validità statistica e nemmeno alcuna immediata utilità per definire sotto il profilo qualitativo e quantitativo le cosiddette 'compensazioni'.
Il criterio generale che traspare dai quesiti posti appartiene a una visione assolutamente 'mercantile' del valore del verde e dell’ambiente, una visione del verde e dell’ambiente come bene di immediato utilizzo personale, una visione che nega il valore di bene comune nel momento in cui cerca di ricondurlo a un qualcosa di cui si possa fare commercio, senza sapere poi come e quanto 'valorizzare' questo bene, che si ammette possa servire a soddisfare bisogni spirituali e benessere esistenziale, altrettanto o di più che rispondere a bisogni materiali.
Una contraddizione intrinseca alla visione 'liberista' con cui si cerca di sottrarre verde, ambiente, suolo alla comunità e che sta alla base della scelta di cancellare un parco per costruirvi sopra un edificio, e che guida i criteri dell’attuale amministrazione milanese nella pianificazione urbanistica in atto e nel governo del territorio. Perciò l'impegno dei cittadini in difesa di questo bene ambientale non può cessare e nessuna compensazione potrà servire ad avallare o consentire scelte che barattino il bene comune con opportune (quali?) compensazioni.
Se il questionario servirà a delineare e discutere un piano per il verde a Città Studi ben venga, ma le compensazioni che potranno essere trovate lasceranno comunque l’amaro in bocca.
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