Coronavirus fase 2. Nel documento “Milano 2020”, la strategia di adattamento del Comune per la ripartenza
A partire da lunedì 27 aprile sarà possibile inviare il proprio contributo al testo attraverso un form pubblicato nella pagina di “Milano 2020” . La raccolta continuerà per tutto il mese di maggio.
Il documento descrive prima di tutto le condizioni necessarie alla ripartenza e all’uscita dalla fase di 'lockdown', di chiusura, con progressiva ripresa dell’attività quotidiana:
- mappare la diffusione dell’epidemia;
- organizzare servizi medici diffusi sul territorio;
- sistematizzare la quarantena dei 'COVID positivi' attraverso l’isolamento;
- tracciamento: definire una strategia di screening;
- facilitare il ritorno alla vita attiva delle persone immuni;
- sanificazione: preparare la città a vivere in modo sano e sostenibile.
Milano punta innanzitutto su una rivoluzione nella mobilità cittadina, tema appunto approfondito nel documento “Milano 2020”: più piste ciclabili 'leggere' (cioè senza manufatti), più Zone 30, più aree pedonali. Area C e Area B per ora restano sospese, ma nelle prossime settimane il ticket d’ingresso in centro (l’Area C) potrebbe essere riattivato, ma con tariffe differenziate: più care per chi usa l’auto negli orari di punta.
Il documento è stato presentato in videoconferenza dagli assessori comunali Marco Granelli (Mobilità), Pierfrancesco Maran (Urbanistica), Cristina Tajani (Commercio) e Lorenzo Lipparini (Partecipazione). "Il documento – si legge nell’introduzione – ha lo scopo di elaborare una strategia della fase 2, che sarà caratterizzata da una radicale modifica degli stili di vita dei cittadini e dell’organizzazione delle città, dovuti a distanziamenti e precauzioni necessari per il Coronavirus".
“Ripensare i tempi, gli orari e i ritmi della città per distribuire la domanda di mobilità nell’arco delle 24 ore della giornata, evitando sovrapposizioni e assembramenti, anche attraverso l’utilizzo di applicazioni per la gestione delle code e strumenti di controllo degli affollamenti. Adattare le infrastrutture, gli spazi urbani e i servizi aperti al pubblico alle nuove misure di distanziamento. Garantire servizi essenziali di prossimità nel raggio di 15 minuti a piedi per ridurre gli spostamenti, ripensando le modalità organizzative dei servizi. E, in tema di sostenibilità, orientare il rilancio economico perseguendo gli obiettivi legati alla transizione ambientale: equità, de-carbonizzazione, ri-naturalizzazione. Favorire azioni di resilienza energetica, climatica ed emergenziale. Migliorare la qualità dell’aria come misura precauzionale per politiche della salute e del benessere e consolidare lo sviluppo della mobilità sostenibile, promuovendo e incrementando drasticamente mezzi di mobilità individuali, quali la bicicletta, monopattini e motoveicoli elettrici, anche in sharing. Incentivare il ritorno alla produzione locale, promuovere lo sviluppo di nuove filiere corte integrate e la gestione di risorse e dispositivi secondo principi di economia circolare, a partire dalla riduzione dello spreco alimentare come forma di contrasto alle diseguaglianze sociali e come strumento di riduzione degli impatti ambientali”.
Il testo integrale del documento si può leggere a questo link.
Il sindaco Beppe Sala nel suo messaggio quotidiano da Palazzo Marino del 27 aprile ha sottolineato nel documento la centralità dei quartieri, 90 in tutta Milano. Il filo rosso del documento è proprio di "garantire servizi essenziali di prossimità nel raggio di 15 minuti a piedi per ridurre gli spostamenti, cogliendo il momento di discontinuità rappresentato dall’emergenza sanitaria per ripensare le modalità organizzative dei servizi". Una città da vivere nel giro di un quarto d’ora da casa propria, in un’ottica appunto di quartiere. Un obiettivo ambizioso che vede proprio la mobilità come il settore-chiave per realizzare la rivoluzione cittadina, a partire dalle nuove piste ciclabili leggere (senza cordoli divisori con le auto) per favorire l’utilizzo di bici normali ed elettriche, finanziate dal Governo: sì, perché i mezzi pubblici dal 4 maggio potranno far viaggiare solo il 30% dei passeggeri pre-emergenza a causa delle regole sul distanziamento. È necessario ridefinire l’uso delle strade e degli spazi pubblici, aumentare gli spostamenti di superficie non inquinanti (piedi, bici, mobilità leggera) e sviluppare aree che consentiranno sviluppi commerciali, ricreativi, culturali, sportivi, rispettando i rispettivi distanziamenti fisici (ma non sociali!), che saranno previsti.
L’assessore Maran ha postato su Facebook il suo commento : “Non sappiamo quando decideranno di riaprire, non spetta a noi, ma in ogni caso dovremo essere pronti sulle cose da fare quando accadrà. Uno dei punti centrali è la dimensione di quartiere (...) Siamo un milione 400mila in 88 quartieri: cioè in media 15mila persone a quartiere, ognuno un comune di medie dimensioni. Significa che la piazza centrale del quartiere, gli spazi pubblici possono servire, quando sarà possibile (i tempi li fissa il Governo) per creare spazi di socialità, avere luoghi per fare spettacoli musicali o teatrali con adeguato distanziamento, aiutare con più spazi esterni i bar, i ristoranti e i negozi, restituire pezzi di città ai bambini”.
L’assessore alla Mobilità Granelli ha annunciato "35 chilometri di nuove piste ciclabili entro fine anno. La prima fase prevede 23 km di percorsi ciclabili. I lavori per la pista che da piazza San Babila arriverà fino a Sesto Marelli (6 km) partiranno a brevissimo da corso Venezia e saranno ultimati entro l’estate". Poi ci sono "i controviali, dove grazie alla riduzione della velocità a 30 km/h sarà favorito l’utilizzo della bici in sicurezza, per esempio in viale Certosa, viale Zara-viale Testi, viale Romagna-viale Campania -viale Molise, viale Famagosta-via Faenza. Interventi per la ciclabilità anche lungo le direttrici Legioni Romane-Berna-Zurigo e Bussa-Farini-Cimitero Monumentale".
A sua volta l’assessore alla Cultura e Politiche sociali del Municipio 3 Luca Costamagna è intervenuto con un post su Facebook, che propone 4 punti di riflessione sui quali ha invitato i cittadini a fare proposte, mandando contributi e osservazioni scrivendo a luca.costamagna@comune.milano.it.
1) ORARI GIARDINI. Dovranno aprire anche alle 7 e chiudere non prima delle 22, approfittando anche della bella stagione: per impedire il sovraffollamento dei parchi aumentiamone la fruibilità;
2) SERVIZI CULTURALI. I servizi culturali e gli spazi istituzionali di cui disponiamo dovranno 'trasformare' i propri spazi, cambiare gli orari e garantire più accoglienza possibile in sicurezza. A proposito di cultura però serve un passaggio forte non ancora arrivato per tutto il settore e in particolare per il mondo del teatro e del cinema.
3) NO AUTO SE NON STRETTAMENTE NECESSARIO. Ragioniamo su circuiti ciclabili sulle carreggiate, ma il grande sforzo dev'essere quello di limitare il più possibile l'uso dell'auto se non per scopi strettamente necessari al lavoro, alla salute o al reperimento della spesa.
4) IL QUARTIERE AIUTA IL QUARTIERE CON PICCOLI HUB. Dovremo ragionare dai nostri luoghi istituzionali e dalle parrocchie per 'istituzionalizzare' quei piccoli hub di quartiere nati in queste settimane: in alcuni casi sono stati un potenziamento di attività che da anni, in silenzio, fanno le Caritas e San Vincenzo parrocchiali, ma in molti casi sono stati un nuovo seme gettato per rispondere all'immediato bisogno di tantissimi nuclei familiari senza cibo. Dobbiamo capire insieme come potenziare e rendere più strutturali queste 'dispense' e aiutarle a rifornirsi dalla solidarietà del muto aiuto del quartiere. Il quartiere aiuta il quartiere. Per l'estate vedremo come andranno le prossime due settimane e le ulteriori misure adottate, in ogni caso lavoriamo perché alle famiglie sia data la possibilità di mandare i propri figli in piccole attività estive diffuse.