Coronavirus e responsabilità

Nulla sarà come prima? Solo con la massima trasparenza e chiarezza nell’accertamento delle responsabilità. ()
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Per drammatica ironia della sorte il sistema sanitario regionale lombardo, da decenni presentato e magnificato come esempio di efficienza e modello da seguire in tutta Italia, si è dimostrato del tutto impreparato e inadeguato ad affrontare il dilagare del virus. In Lombardia l’epidemia ha colpito con maggior veemenza, ha causato il maggior numero di morti, sia in valore assoluto che in percentuale, con un impatto sociale devastante.

L‘emergenza non è purtroppo finita, ci domandiamo quando mai lo sarà, ma intanto è doveroso conoscere le situazioni e le vicende che riguardano il sistema sanitario, alzare uno sguardo oltre i confini del nostro municipio, cogliere tra le tante notizie da cui siamo travolti quelle che ci sembra opportuno rimarcare su queste pagine anche con il contributo dei lettori, se lo vorranno fare.

Non possiamo e non vogliamo restare in silenzio di fronte ad una crisi di questa portata, una crisi che ha messo in evidenza in modo innegabile tutta l’inadeguatezza del sistema e l’incapacità ad assicurare la sicurezza sanitaria dei cittadini, al di là dell’evento eccezionale da fronteggiare.

Per questo abbiamo pubblicato la lettera aperta dell’operatore sanitario e portavoce sindacale dell’ADL Cobas dell’Ospedale di Legnano (vedi questo articolo) che chiedeva perché la Regione abbia scelto di allestire presso la ex-Fiera di Milano un ospedale provvisorio, cioè una struttura da smantellare una volta terminata l’emergenza, invece di sfruttare un edificio già esistente a Legnano realizzato con camere per i pazienti, attrezzature sanitarie e reparti per terapie intensive, inutilizzato da dieci anni, e per di più adiacente a un laboratorio di analisi perfettamente funzionante. Una scelta incomprensibile, uno spreco di risorse, a cui hanno contribuito prontamente Berlusconi e altri ricchi notabili, una scelta che stentiamo a comprendere e che a giudicare dal risalto con cui appare ogni giorno sui TG nazionali sembra rispondere più all’esigenza di suscitare un gran clamore mediatico che non al buon senso e all’oculato impiego di danaro pubblico.

È poi difficile trattenere lo sdegno quando leggiamo la lettera pubblicata sulla sua pagina Facebook dal dottor Giuseppe Bruschi, cardiochirurgo all’Ospedale Niguarda, che potete scaricare qui ed esprime con tristezza il risentimento di un medico nel veder compiere scelte irragionevoli e in fondo senza riguardo verso gli operatori delle strutture ospedaliere lombarde. Dopo questa lettura ci piacerebbe domandare al presidente Attilio Fontana che bisogno c’era di chiamare come consulente Guido Bertolaso.

E troviamo oggi pubblicata la lettera aperta indirizzata ai vertici della regione Lombardia dai presidenti provinciali della Federazione regionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Lombardia, in cui senza mezzi termini si contesta “l’assenza di strategie relative alla gestione del territorio”, lettera che potete leggere qui.

Dopo le denunce presentate dai parenti di persone decedute a causa della COVID-19 spetterà alla magistratura appurare a chi e in quale misura facciano capo eventuali responsabilità per quelle stesse morti, e se ci saranno da piangere non solo morti, ma anche vittime che avrebbero potuto essere salvate.
Per evitare che il dopo crisi non ci riporti a condizioni peggiori di quelle che ci hanno condotto all’attuale situazione, nell’interesse comune sarà allora assolutamente importante che l'accertamento delle responsabilità avvenga e sia condotto sino in fondo con la massima trasparenza e chiarezza.

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