Pietre d’inciampo: il valore della memoria

Il 24 gennaio prossimo nel territorio del Municipio 3 verranno posate due nuove pietre d’inciampo per non dimenticare le vittime del nazismo. ()
pietre inciampo immagine
In concomitanza con la data del 27 gennaio, giornata dedicata al ricordo delle vittime dell’Olocausto, a Milano verranno messe in posa trenta nuove pietre d’inciampo a monito di quello che è successo nei campi di sterminio nazisti nel corso della Seconda guerra mondiale.
L’idea è nata a Colonia nel 1992 grazie all’artista tedesco Gunter Demnig che ha pensato di dedicare a tutti coloro che sono stati assassinati nei lager nazisti una testimonianza di memoria solidale.
La pietra d’inciampo è un piccolo blocco in pietra (formato cm 10x10x10), ricoperto da una piastra d’ottone, che viene collocato davanti all’ultima abitazione di una vittima del nazismo.
Il 24 gennaio, nel territorio del nostro Municipio, verranno posate due pietre particolarmente significative.
Una è dedicata a Jenide Russo, per ricordare a tutti noi il suo sacrificio per la democrazia e la libertà del nostro Paese .

Staffetta partigiana della 3a Gap, viene arrestata nel febbraio del 1944 mentre trasportava in una borsa della nitroglicerina destinata alla Resistenza. Viene incarcerata e torturata a Monza e poi trasferita prima al campo di Fossoli e poi a Ravensbrück dove si ammalò di tifo. Trasferita A Bergen-Belsen muore il 26 aprile del 1945 poco dopo la liberazione del campo. Doveva compiere 28 anni.
La “sua” pietra d’inciampo verrà posata alle ore 12.15 del 24 gennaio davanti all’ingresso di via Paisiello 7.

Alle ore 11.17 dello stesso giorno, in via Lippi 33, verrà posata la pietra d’inciampo dedicata a Edgardo Finzi.
Nato a Milano nel 1897 dove vive con la famiglia sino al 26 agosto 1944 quando viene prelevato in casa da militi fascisti. Dapprima incarcerato a San Vittore, viene poi trasferito al campo di transito di Bolzano. Da qui il 24 ottobre 1944 è deportato a Auschwitz dove muore, per le conseguenze della prigionia, il 23 maggio del 1945, quasi quattro mesi dopo la liberazione del campo da parte dell’Armata Rossa.
Una delle tante vittime delle reggi razziali italiane come il fratello Guglielmo, morto anch’egli in un campo di sterminio.
Il recente episodio romano, in cui alcune pietre d’inciampo sono state divelte da sconosciuti, indica che oggi come non mai abbiamo bisogno di non dimenticare quello che è accaduto in Europa poco più di settant’anni fa perché non accada mai più e non si manifesti in altre forme di spregio della dignità umana.

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