I Municipi hanno perso ogni controllo sulle trasformazioni edilizie del loro territorio
Fin dalla loro fondazione i consigli di zona, ora municipi, hanno esaminato e votato le pratiche edilizie riguardanti la propria zona. E’ sempre stato uno dei loro principali poteri. Fino agli anni novanta, quando era consigliere in zona 3, vedevamo tutte le concessioni edilizie e le votavamo una per una in consiglio di zona, i nostri tecnici davano un parere tecnico che veniva votato dai consiglieri.
Con il regolamento del decentramento e il regolamento edilizio del 1999 il parere si è ridotto alle sole concessioni edilizie escludendo le denunce di inizio attività e diventando un parere socio-ambientale. In caso di conflitto tra il parere della zona e quello della commissione edilizia centrale, la commissione urbanistica del consiglio comunale aveva il compito di arbitro.
Nel 2013 questo ruolo della commissione urbanistica è stato eliminato ma il parere socio-ambientale è rimasto ed erano i funzionari dello sportello unico che dovevano decidere tra i due pareri che venivano allegati alla pratica.
Comunque il rappresentante del consiglio di zona in commissione per il paesaggio aveva a disposizione il parere socio-ambientale della zona per esprimere il proprio. Come rappresentante in commissione paesaggio tra il 2011 e il 2016 mi sono sempre attenuto a questo parere, tranne nei pochi casi in cui la zona non si era ancora espressa per un ritardo nella trasmissione della pratica dagli uffici centrali. Un parere socio-ambientale negativo della zona 3 è stato citato in una sentenza del TAR sull’edificio di via Pellizzone 4 a favore dei residenti che hanno ricorso contro un progetto invasivo di cinque piani nel loro cortile.
Con il nuovo regolamento del decentramento del 2016 il parere socio-ambientale è stato eliminato. Il consiglio di zona 3 ha tentato di opporsi ma il consiglio comunale ha ignorato le sue osservazioni, su spinta degli uffici dello sportello unico che non volevano gestire il parere delle zone, un fastidio nell’esame delle pratiche.
Il risultato è stato che le uniche pratiche edilizie che vengono inviate ai municipi riguardano quelle in cui sono previste opere di urbanizzazione secondarie e servizi (come scuole, chiese, impianti sportivi, ecc.). In municipio non ce ne sono da mesi. I pareri socio-ambientali erano invece circa uno a settimana.
L’unica possibilità di esaminare i progetti edilizi è rimasto il parere che il rappresentante in commissione per il paesaggio dà ai progetti che superano le norme morfologiche del piano di governo del territorio, prevalentemente nuovi edifici e sottotetti. Tuttavia il voto del rappresentante viene solo allegato al verbale, non conta nella votazione dei commissari anche se può intervenire nella discussione.
La sua possibilità di riferire a posteriori al consiglio di municipio è limitata dal fatto che non può avere una copia delle tavole dei progetti per farle vedere ai consiglieri di municipio.
Il presidente del Municipio 1 Arrigoni, accortosi della situazione di diminuzione dei poteri dei municipi rispetto alle vecchie zone, aveva raggiunto un accordo con i tecnici del comune che prevedeva che tutti i progetti edilizi che superano le norme morfologiche del PGT continuassero ad essere inviati ai municipi, in modo che questi avessero il tempo di dare un parere in commissione e consiglio prima che arrivassero alla commissione per il paesaggio. In tal modo il rappresentante avrebbe potuto tener conto nel suo parere di quanto votato in consiglio di municipio e il municipio sarebbe stato informato di ciò che succedeva nel suo territorio.
In seguito alle mie ripetute richieste al Municipio 3 sul motivo perché i progetti non arrivavano, ho scopetto che questo accordo non è mai stato rispettato a causa del cambiamento del direttore del settore urbanistica che l’aveva sottoscritto.
Finora il rappresentante del Municipio 3, arch. Argentieri, non aveva mai relazionato sui progetti esaminati in commissione per il paesaggio. La prima audizione relativa al periodo novembre 2016- maggio 2017 è avvenuta in commissione territorio lunedì 5 giugno, con l’aiuto di alcune immagini degli edifici esistenti ma ovviamente senza le tavole dei progetti.
Abbiamo così saputo dei progetti edilizi più significativi da lui esaminati e che in passato sarebbero arrivati per un parere in zona.
Corso Buenos Aires 59, corti di Baires: in seguito all’acquisto del complesso da parte di un gruppo inglese, questo ha chiesto di chiudere le corti interne creando un unico spazio commerciale al piano terreno con un tetto verde, non si sa se a uso pubblico o condominiale. Questa importante decisione che cancella uno spazio ad uso pubblico è stata sottratta al municipio 3.
Via Bistolfi 31, ex stabilimento delle Tre Marie all’Ortica: la casa di cura privata del Policlinico di via Dezza vuole trasferirsi in via Bistolfi al posto dello stabilimento delle Tre Marie, la clinica è specializzata in terapie riabilitative e neurologiche, forse si prepara a sostituire l’Istituto Besta.
Via Kramer 26: la residenza universitaria della Bocconi in via Kramer sarà demolita e ricostruita per ospitare una residenza privata per anziani autosufficienti con 50 unità residenziali indipendenti (http://real-care.it/it/progetti/). L’architetto è Michele de Lucchi.
Via Ciro Menotti 11: gli edifici sopra il teatro Menotti verranno ristrutturati con sole modifiche interne ottenendo verso la strada residenze private, nell’interno residenze per studenti.
Via Porpora angolo via Teodosio: al posto della stazione di benzina verrà costruita una residenza per studenti.
L’arch. Argentieri ha segnalato che il 50% dei progetti esaminati sono di sostituzione edilizia, con un aumento del 50% nell’ultimo mese, il 25% di recupero dei sottotetti e il 25% illuminazione pubblica, recinti e altre opere nello spazio pubblico.
Ho espresso la mia critica sul fatto che le pratiche edilizie non vengono più esaminate in municipio e ho chiesto che il presidente del municipio nella conferenza dei presidenti chieda l’applicazione dell’accordo sull’invio dei progetti. Se questo non sarà possibile sarà necessario chiedere al consiglio comunale di ripristinare il parere socio-ambientale sui progetti con una variazione al regolamento del decentramento.
Il presidente della commissione
Territorio ha sostenuto che l’attuale procedura va bene e che è
sufficiente rendere più frequenti le audizioni del rappresentante in
commissione per il paesaggio.
E’ incredibile che il Municipio non insista per esaminare i progetti e rinunci a rivendicare poteri che le vecchie zone hanno avuto fin dalla loro creazione negli anni ’80.