Intervista a Luca Costamagna
Assessore, partiamo dall'intervista al Presidente del Municipio, Caterina Antola, ed analizziamo nello specifico le sue deleghe che, ricordiamo, sono Cultura e Politiche giovanili, Biblioteche, CAG, comunicazione e partecipazione, Benessere e felicità. In attesa della definizione del Documento Programmatico del Municipio, ci racconti in poche parole come intende affrontare le sue deleghe e i progetti a cui ha dato inizio.
Il Documento programmatico del Municipio che stiamo componendo ricalca il programma elettorale che il centrosinistra ha presentato agli elettori: abbiamo atteso dagli uffici centrali istruzioni circa la struttura di questo documento. Per ogni delega intendo rafforzare ciò che c’è già in termini di iniziative (ad esempio la Stagione della Scienza, che appunto avevamo promesso nel programma e che anche quest’anno abbiamo fatto nonostante i tempi strettissimi e il cambio di alcune procedure),migliorare dove occorra (in particolare la comunicazione delle iniziative) e proporre cose nuove. Intendo affrontare le deleghe secondo due criteri principali. Il primo è sottolineare il ruolo di regia del Municipio, perché l’istituzione più vicina al territorio deve essere capace di fare rete, tra realtà già note e tra realtà nate da poco. Il secondo è portare la cultura nelle periferie non come sporadiche occasioni, ma come strumento ordinario per la rivitalizzazione e socializzazione dei quartieri che aspettano da troppo tempo tante risposte. Sul primo punto va in questo senso una delle prima delibere di giunta che ho promosso e che riguarda il censimento delle associazioni e delle realtà organizzate (gruppi, ecc…) del nostro territorio: una “chiamata” che intende coinvolgere tutti. Sul secondo criterio dico che è proprio uno degli elementi che come Giunta abbiamo voluto concorresse all’aggiudicazione di iniziative tramite gli stanziamenti messi a disposizione dal Municipio.
Lei è molto giovane, carico di entusiasmo e di
voglia di fare; dalle sue parole si evince lo scoraggiamento dei vari
laccioli ed impedimenti dati dalla struttura rigida
dell'Amministrazione Comunale e da una mancanza di personale
trasferito ai Municipi, nonché il loro scarso adeguamento alle
necessità dei nascenti Municipi. Cosa cambierebbe in questa
struttura?
Le regole sono necessarie, ma certi
passaggi rallentano e rendono faticosa l’azione
politico-amministrativa anche per le piccole cose. Un piccolo
esempio: sono da pochi giorni arrivate le bacheche che ho chiesto per
l’Auditorium “Stefano Cerri” e per la sede del Municipio qui di
v. Sansovino. Per anni questa richiesta è stata fatta anche da
Caterina Antola, che nella precedente legislatura ricopriva la carica
di presidente di commissione. Deve funzionare meglio il “sapere chi
fa cosa” in Comune, per evitare di perdere tempo in richieste che
si fanno magari ad una persona pensando sia quella a cui rivolgersi,
ma che poi arrivano alla fine di tortuoso percorso che ha coinvolto
5, 6 persone. Certo siamo a Milano, una grande città il cui Comune
ha circa 15.000 dipendenti (vado a memoria) ma si devono migliorare
delle dinamiche. Vorrei in particolare che una persona fosse preposta
esclusivamente alla comunicazione istituzionale del Municipio,
talvolta siamo “sotto” o comunque in ritardo nelle comunicazioni
ma questo perché solo due dipendenti (e non possono essere di più)
hanno accesso a questa pagina per cui comunque devono confrontarsi
con il comune centrale ma questi due dipendenti hanno insieme altre
importanti funzioni da svolgere che hanno anch’esse delle scadenze.
E’ fondamentale avere dal Comune delle risorse che negli anni
possano costituire un bilancio. Non è facile e non si può fare
tutto subito, ma bisogna farlo in una logica di responsabilizzazione
amministrativa dell’istituzione più vicina al territorio. Ho molta
fiducia nella giunta Sala, proprio venerdi scorso e' stata presentata la riorganizzazione della
"macchina" e la creazione di una direzione municipi conferma la preziosa
importanza che questa giunta ci riserva.
Riguardo alla Comunicazione, un'altra delle sue lamentele è l'impossibilità da parte dei Municipi di comunicare in proprio, ma dipendendo sempre dalla granitica struttura del sito del Comune ed adeguandosi alle sue regole. In Zona 3 esistono, oltre a noi, importanti realtà di Informazione quali, a solo titolo di esempio: R23, Lambrate On Air, Dai nostri quartieri. Non vede in queste realtà il vero canale di comunicazione con i cittadini? Se si, come intende attrezzarsi al fine di tenere sempre aperto il flusso informativo (eventi, delibere, convocazione commissioni e consigli, attività del Municipio, etc.)
Attualmente non è ancora possibile che ogni
Municipio abbia un suo sito, proprio. Non abbandono questa richiesta
e ovviamente non sono l’unico a pensare che sia necessario dare una
significativa autonomia anche su questo aspetto. Fino a che,
comunque, non c’è una riorganizzazione della macchina
amministrativa dal centro, è un “bene” che non ci sia un sito
proprio, perché altrimenti avremmo un sito non in grado di essere
aggiornato. Nel frattempo ho dato indicazioni perché la pagina del
Municipio 3 ospitata nel sito del Comune offra una panoramica il più
possibile completa di ciò che avviene nel nostro territorio in
termini di iniziative promosse o patrocinate dal Municipio o comunque
istituzionali e di servizi offerti ai cittadini. Le realtà di
informazione che mi ha citato sono preziose perché ampliano la
ricchezza e pluralità di voci e di notizie e fanno un servizio. Non
vedo contrapposizioni tra il potenziamento di una comunicazione
istituzionale e queste realtà. Sulla comunicazione ci saranno delle
novità saranno da Gennaio.
Date la sua delega alla partecipazione, vorrei che ci raccontasse in specifico il suo progetto per un Municipio partecipato.
La partecipazione è strettamente legata alla comunicazione: l’istituzione che crea un primo livello di partecipazione è l’istituzione che è capace di comunicare, farsi conoscere, farsi capillare nel presentare chi è e cosa fa. La cittadinanza va consultata sulle questioni di maggiore interesse: su questo ci siamo impegnati e su questo faremo. L’incontro dell’11 Ottobre sul futuro di Città Studi è stato organizzato proprio in una logica di informazione e partecipazione la più ampia possibile. Non a caso ha avuto luogo nella sala istituzionale più grande di cui disponiamo e non a caso abbiamo realizzato lo streaming. Ci sono poi degli organismi di partecipazione che il regolamento istitutivo dei municipi ha creato e sui quali stiamo facendo una riflessione. Ricordo anche il bilancio partecipativo della Giunta Pisapia: su questo è bene che nel ventaglio di proposte da analizzare, istruire e far votare ci siano anche le principali criticità del territorio evidenziate dal Municipio. Sarebbe curioso che si costituissero dei gruppi su problemi altri rispetto a quelli individuati nel tempo dal Municipio. Noi ereditiamo molte delibere ben fatte su cui non ci sono state risposte, penso in particolare al quartiere Rizzoli.
Molti hanno ironizzato sulla sua delega alla felicità. Lei ha già spiegato in un nostro precedente articolo la sua posizione a riguardo. Cito: “Misurare le azioni politiche con la "cifra" della felicità. Concretamente pensiamo al miglioramento dei servizi stessi, dell'abbattimento delle barriere architettoniche pubbliche presenti, degli spazi pubblici da rigenerare sulla base del vissuto e delle esigenze del territorio.”. Un'obiezione che viene naturale è che molti di questi casi sarebbero da ricondurre ad una buona gestione della cosa pubblica, ma ci spieghi invece nel dettaglio, con degli esempi, questa delega.
Prevedevo di dare occasioni ad ironie. Ho ricevuto dei riconoscimenti favorevoli ma non sono mancate critiche e anche qualche insulto. Credo che una consigliera dell’opposizione mi saluti sempre con l’appellativo di “assessore alla felicità” con una certa ironia, pensando forse di infastidirmi… in realtà mi ricorda l’importanza del senso di una delega che ho voluto con molta serietà e consapevolezza. La delega felicità è infatti in realtà denominata “benessere e felicità”. Quando qualche anno fa si è proposta la delega “benessere” ci sono state reazioni simili, io rivendico la scelta di dare un nome a ciò che la politica deve fare con le sue azioni, dalle più piccole alle più grandi. Perché l’ideale della politica, cioè la felicità pubblica (di cui hanno parlato innumerevoli esponenti della cultura, dell’economia, della filosofia ecc…) sia concreto, ha bisogno di azioni piccole e di uno sguardo e verifica costante. Non a caso i criteri del BES comprendono la felicità, quindi come ho già detto non mi sono inventato nulla di nuovo. Recentemente ho fatto arrivare in Municipio dei libri per bambini, dal deposito centrale delle biblioteche. Il Municipio nei suoi spazi accoglie dunque i bambini dando loro la possibilità di passare del tempo annoiandosi un po’ di meno mentre fanno compagnia ai propri familiari. E’ un piccolo esempio che ci risulta essere piaciuto e preso in considerazione da altri Municipi.
Sui CAG, visto che i bandi sono scaduti a luglio e che l'Amministrazione non ha ancora lanciato il nuovo bando, quali intenzioni avete? Pensate di imitare quanto fatto dal Municipio 4, grazie al cui bando ha vinto un'Associazione di Bologna che nulla ha a che fare con la realtà del Municipio in cui lavorerà e vincendo la gara sfruttando i propri educatori con cifre orarie lorde impensabili?
I Centri di Aggregazione Giovanile hanno senso se si
aprono al territorio e se si relazionano con il territorio. Il
criterio della “territorialità” è fondamentale insieme alla
ricchezza di un’offerta aggregativa aperta alla valorizzazione
delle ricchezze e all’ascolto delle fragilità dei giovani. Infine,
i CAG devono avere sempre la capacità di re-inventarsi, perché il
mondo giovanile è così e domanda questo. C’è bisogno di
incontrarsi, di rispondere a solitudini più o meno invisibili a cui
i Centri di Aggregazione Giovanile possono dire qualcosa e offrire
una presenza. E’ fondamentale che i CAG non si rivolgano ai giovani
solo come “destinatari” ma come soggetti.