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 Re: La Casa dello Studente come l'ho vissuta io
Autore: Riccardo Gullotta 
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La narrazione di Vincenzo Robustelli ha reso bene la storia e l’ambiente di quegli anni a Città Studi. Ha fatto riaffiorare pensieri ed emozioni di mezzo secolo fa anche a me , ospite della Casa dello Studente dal ’65 al ’69. Vorrei ricordare alcune persone e situazioni di quel crogiolo a mezza strada tra il deserto dei tartari e il satyricon felliniano, auspicando che a tali frammenti di memoria si aggiungano ulteriori connotazioni e testimonianze.

Ricordo tra i tanti studenti di ingegneria: gli amici Gino Spadaro, Mario Sinatra , Franco Giuffrida , Mangiameli, tutti da Siracusa ; Pino Galinotti da Perugia; Edo Rinaldi da Rimini; Gigi Vallinoto da Taranto, cantante part time interprete dei Beatles; Luigi Cardillo liberale doc e perciò in polemica continua con la maggior parte di studenti in quegli anni di lotta e di rivolta; Ciabattoni da Giulianova con cui partecipammo agli incontri con Paolo Grassi, cofondatore del Piccolo con Strehler; Auteri da Catania, uscito da un romanzo verghiano; Di Marco da Palermo con cui condivisi l’impegno di consigliere eletto nella Casa per le questioni inerenti l’alimentazione; Sallustio da Bari, vero antesignano di Lino Banfi; Carmelo Gianino da Augusta; Lucio Casamassa da Benevento; Ciccio Tué da Modica; Tribulato da Trapani , venditore di riferimento di dispense ciclostilate (Macchine elettriche etc.); il clan dei tunisini, tra cui Hamza Ayed ;i libanesi tra cui Adib Torbej.

Tra gli studenti di altre facoltà rammento Franco Gentile, studente di giurisprudenza e lavoratore alla Statale; Carmine da Napoli, studente di fisica, pipa perenne e tenuta estiva di stile anglo-napoletano con shorts blu e calzettoni, bersaglio di scherzi talvolta pesanti; Sebastiano Sidoti da Francofonte, studente di chimica, una simpatica maschera pirandelliana ; Annibale Pluchinotta, studente di medicina aiutante in infermeria; Aaron Kaplun, studente di medicina aiutante in infermeria, israeliano di origine polacca, al centro di aspre polemiche con gli altri studenti arabi dopo la guerra dei sei giorni. Ricordo anche un toscanaccio di Lucca o Carrara, studente alla Statale, occhi celesti e voce roca, assai impegnato nelle lotte e nelle occupazioni, somigliava al prof. Sinigaglia de “I compagni” di Monicelli, purtroppo non ne ricordo il nome.

Tra il personale: la cassiera del bar, una biondina esile; la donna dei servizi al piano detta “la contessa”, una cinquantenne dal portamento distaccato; il barbiere simpatizzante dell’ancien regime; il medico , nostalgico dei tempi in cui a Rodi sventolava il tricolore e il regime asfaltava le strade (e non solo), prescriveva nove volte su dieci compresse di Mindol-Merck ; Quaccini, gestore dei servizi; Bin, addetto all’amministrazione, tombeur de femmes. E’ stato già menzionato Hoshina, il giapponese di età piuttosto avanzata che viveva sognando di affermarsi come cantante lirico. Pare ancora di vederlo tra le colonne dell’ingresso. A proposito di colonne : vogliamo ricordare la minzione rituale dei neolaureati la sera del giorno della laurea, redarguiti ed inseguiti dal portiere di turno dalla guardiola soprastante?

Le situazioni da ricordare sarebbero tante. Mi limito alle seguenti. 25 settembre 1967: Milano messa a ferro e fuoco dagli scontri armati tra la banda Cavallero e la polizia ,le pantere sfrecciarono a sirene spiegate per ore per tutta la città; 5 marzo 1968 : occupazione del Politecnico; 1 aprile 1968: sospensione dell’occupazione; 28 novembre 1968 : occupazione dell’ex Hotel Commercio in piazza Fontana, decisa e gestita dagli studenti fuorisede ospiti della Casa dello studente , ribattezzato Casa dello Studente e del Lavoratore; 19 agosto 1969: la C.S.L .viene sgomberata da plotoni di carabinieri e poliziotti in assetto di guerra, e l’edificio demolito subito dopo; 19 settembre 1969 : occupazione della Casa dello Studente.

Lasciai la Casa a metà ottobre 1969,appena laureato. Quando due mesi dopo,il 12 dicembre 1969, esplosero le bombe a piazza Fontana ero già lontano. Fu l’inizio della fine di un periodo di speranze, sogni, istanze libertarie, ma anche irruenze spesso strumentate da mestatori di torbidità e doppiogiochisti. Fu il punto di non ritorno che avrebbe chiuso definitivamente la partita tra il Potere e l’Immaginazione. Meno di dieci anni dopo sarebbe sopraggiunto il golpe di via Fani.

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