Autore: nadia muscialini
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Buongiorno,
devo dire che si stanno muovendo tantissime persone e soprattutto la verità sta venendo a galla.
La direzione asserisce che non ci saranno cambiamenti ma solo l'unificazione di due servizi.
Intanto il nuovo servizio non esiste per cui i medici del pronto soccorso, che da nuove procedure devono chiamare soccorso donna, non possono farlo perché non vi è nessun riferimento.
il tempo verrebbe dimezzato per le donne che dovrebbero trovarsi sul territorio qualcuno che si occupi di loro dopo essere state passate dal pronto soccorso e avere firmato una dichiarazione di quanto dichiarato al medico.
Le donne e alcuni giornalisti hanno chiesto alla direzione il perché delle modifiche e la solfa è la solita. Non cambia nulla cambia è solo una ristrutturazione.
allora perché la direzione non ha dato il permesso alla rai di venire a filmare i due centri e parlare di ciò che accadrà e dei motivi per cui è stata fatta tale modifica?
Quindi domani le registrazioni e le interviste verranno fatte fuori dall'ospedale.
Altra domanda perché l'anno scorso la direzione dell'ospedale non ha firmato la convenzione con il comune di Milano e la onlus fare per bene per avere risorse per aumentare il personale di soccorso rosa e quest'anno invece la direzione chiama gli stessi interlocutori per dire che invece sono disposti a firmare convenzione co soccorso donna?
La verità è che mascherare cancellazione di servizi e ridimensionamenti, come banali accorpamenti vuol dire, in questo caso specifico non accettare che la violenza di genere è un problema emergente, un problema di salute pubblica che va affrontato seriamente, con cura e impegno, soprattutto dalle strutture sanitarie, spesso primo e unico approdo delle vittime con un istituzione.
Se si preferisce nasconde il fenomeno della violenza di genere sotto il tappeto semplificandolo in nome del controllo e della burocrazia, allora che si ammetta che è un problema di cui non ci si vuole fare carico.
perché la direzione non vuole parlare e confrontarsi con le operatrici del centro, con le tante tante donne disposte a spiegare perché chiedono che il servizio non venga chiuso? perché non parlare con i media e aprire un contraddittorio su modelli, prassi e scelte di politica sanitaria?
La risposta a noi pare chiara.
Così come pare chiaro che se continuiamo a pretendere che vengano date risposte e garantiti servizi essenziali il centro non chiuderà ma verrà rinforzato.
Quindi Domenica 8 marzo ci troviamoci al San Carlo, via Pio II 3, dalle 10,30-12,30
per dire no alla chiusura irrazionale di soccorso rosa.
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