Autore: Adalberto Belfiore
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Chiedo scusa cara Elisabetta, ma nessuno mette in discussione la bellezza del golf in quanto attività in grado di aiutarci nelle nostre nevrotiche esistenze. E nemmeno si avanza una riserva di tipo ideologico sul golf sport da ricconi. Anche se oggettivamente e storicamente lo è stato, negarlo sarebbe posizione a sua volta alquanto ideologica, e probabilmente di fatto lo è ancora (basti pensare, solo per fare un esempio, al costo dell'attrezzatura, leggermente superiore a un paio di scarpette da jogging o ad un pallone, seppur non fatto di stracci.
Qui si tratta di valutare l'opportunità di piazzare un campo scuola, di qualunque sport si tratti, in un luogo destinato alla realizzazione di una grande idea di parco metropolitano. In base a quale strategia? Qual'è l'idea che determina questa scelta? Non è semplicemente la manifestazione di un consumo di territorio privo di visione del presente e del futuro? Ben venga un'attività sportiva a costi abbordabili per la maggioranza dei cittadini (lo spero anch'io ma ne dubito, Elisabetta, lei è molto ottimista). Ma perchè non ubicare l'attività golfistica in un'area metropolitana da valorizzare, magari una delle tante squallide aree industriali dismesse, contribuendo ad un recupero anche naturalistico e di vivibilità? Perché mai invece metterlo in mezzo all'unica area che, se usata nella logica di cui pur si accenna nell'articolo, potrebbe ancora evitare la chiusura del vecchio parco Forlanini in un'ineluttabile ed asfissiante letto di Procuste?
Cordialmente
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