Autore: Paolo Morandi
Data:
Gentile Martina,
il web non permette, per bisogno di sintesi, di riportare molte informazioni che necessiterebbero per documentare meglio le affermazioni, per questo la "superficialità" a cui siamo spesso costretti. Comunque le affermazioni riportate sono reperibili (non senza difficoltà) tramite bilanci comunali e richiedendo informazioni a Questura ed Aler.
Per quanto riguarda l'affermazione che sia nella "cultura" ROM rubare, evidentemente, intendiamo il termine "cultura" in modo molto differente. In un mio precedente articolo racconto di come, nella piccola comunità rurale dell'oltre Po mantovano, gli "zingari" fossero attesi con ansia. Per i contadini del luogo significavano l'arrivo di artigiani che riparavano tetti, pentole, ombrelli, coltelli, attrezzi da lavoro, biciclette, cioè oggetti per loro preziosi, ma, soprattutto, una rottura della monotonia delle giornate legate al duro lavoro nelle stalle e nei campi. Le feste estemporanee che portavano gli zingari e l'arrivo delle giostre erano i soli momenti di svago. Adesso l'evoluzione dell'economia ha spinto gli zingari ai margini della società in un ruolo contrapposto e non più complementare, da cui la trasformazione degli artigiani/giostrai in ladri. Questo non li vuole in nessun modo giustificare, ma affermare che siano "culturalmente" spinti al furto è un'affermazione falsa e xenofoba.
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