Autore: Paolo Burgio
Data:
Non posseggo informazioni sulla quantità dell'acqua di falda e sul livello di inquinamento di cui trattasi, ma se esiste la necessità di prevedere sia il prelievo dell'acqua che il relativo trattamento, significa che la contaminazione dei terreni dell'area Falck rappresenta un grosso problema. Infatti mi pare di capire che occorra prelevare l'acqua poiché il livello della falda si sta rialzando a causa della diminuzione dei prelievi dopo la chiusura degli stabilimenti e che il livello dell'inquinamento sotterraneo sia da tale da contaminare i terreni circostanti diffondendo l'inquinamento delle falde.
Se la famiglia Falck, quando decise di dismettere le sue attività nel settore siderurgico e chiudere gli stabilimento di Sesto, alienò la proprietà dell'area, invece di pensare ad avviare una grande operazione immobiliare in proprio, deve aver avuto dei buoni motivi per rinunciare ad un affare così importante. Ed uno dei buoni motivi potrebbe essere l'enorme costo e le notevoli difficoltà tecniche poste dal recupero di un sito così vasto, che per decenni e decenni è stato inquinato massicciamente, quando non esisteva alcuna preoccupazione in merito alla contaminazione dell'ambiente, nessuna norma che controllasse e limitasse le acque di scarico industriali e le immissioni
atmosferiche. Se quindi questa preoccupazione sconsigliò allora di pensare ad operazioni immobiliari in grande stile, quando le restrizioni e le normative erano di gran lunga più permissive di quelle odierne, come mai oggi si pensa con tanta sicurezza di insediare addirittura un centro ospedaliero, sopra terreni che
sono stati per così lungo tempo soggetti a pesante inquinamento, che non è nemmeno semplice né agevole circoscrivere e determinare?
|
|