Autore: Anna
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Bellissima recensione, che mi riporta all'analogo "sguardo metafisico" con cui la Ortese interpreta la realtą nei suoi resoconti di viaggio, contenuti nella raccolta adelphiana "La lente scura". Anche qui, inevitabilmente, si torna a Napoli, ad una cittą che si sta modernizzando e quindi trasformando e che rischia di perdere la propria identitą (quasi il controcanto della Napoli dei racconti)e il cerchio si chiude con questa splendida considerazione: "Questa Napoli: saggia e folle, perduta e vittoriosa insieme: testimone in un mondo crudele, di giorno in giorno pił oscuro, di momento in momento pił vano, di quella meraviglia che si chiama Poesia". (pag. 414)
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