Autore: Adalberto
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Bravo Stefano che ci riporti una notizia certamente degna di riflessione. Permettetemi allora, per entrare nel merito, di esprimere una perplessità, peraltro già presente in altri commenti all'articolo apparso sul Corriere. Gli imprenditori stranieri sono tanti, in aumento e danno un grande contributo all'economia. Va bene. Ma forse bisognerebbe indagare anche su un tema cruciale: a che prezzo questo avviene? Non ho dati certi, ma solo una percezione, seppur confortata da diversi pareri, più o meno informati, di semplici amici. E dunque questa mia nota non può essere che un semplice stimolo,non certo una presa di posizione. Ma il dubbio rimane ed é: non sarà che in quelle imprese ci sia molto lavoro nero, gli orari siano infiniti, i salari bassi, in molti casi perfino si possa pensare a condizioni di lavoro da (semi)schiavitù, e che il vizio italiota dell'evasione fiscale sia stato molto ben recepito? Se tutto ciò fosse vero non ci sarebbero solo luci nella diffusione delle imprese dirette da immigrati, ma anche molte ombre. E per il povero nostro Giuseppe, commerciante o artigiano più o meno autoctono e ormai superato onomasticamente, oltre a tutti gli altri problemi, anche l'ulteriore difficoltà della concorrenza sleale.
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