Autore: Marzia Frateschi
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...e continuerà a sentirli.
Ma, nella storia della Tos in menopausa, si è assistito al passaggio da una fase di esaltazione dove, parafrasando, la terapia sostitutiva salvava da (quasi) tutte le patologie ad un'altra dove il solo sussurrarla faceva morire all'istante!
Il primo rapporto Women's health initiative (Whi), imponente e unico lavoro scientifico americano del 2002 sui rischi e benefici della terapia sostitutiva, aveva dato una bella mazzata dichiarando essenzialmente che scarsi erano i benefici rispetto a quello di sviluppare un tumore alla mammella. Molti lavori sull'argomento si sono susseguiti nel decennio frequentemente con indicazioni e risultati contrastanti tanto da generare molta confusione, pareri discordanti anche fra gli stessi addetti. Del resto lo stesso rapporto Whi è stato alquanto messo in discussione sopratutto in merito alla metodologia trattandosi di un lavoro basato solo su una utenza costituita da donne americane e quindi con caratteristiche socio economiche, stili di vita, prevalenze di patologie diverse rispetto ad altre popolazioni : per citare un esempio, la maggioranza delle donne reclutate era soprappeso o obesa e quindi rappresentava già di per se una categoria a rischio per una maggiore incidenza di tumori alla mammella.
Dopo l'annuncio dei risultati dello studio WHI, le prescrizioni di terapia ormonale sostitutiva si sono ridotte in modo significativo in tutto il mondo causando spesso inutili allarmismi e panico generalizzato.
Ultimamente, nonostante studi a tutt'oggi aperti, è stato presentato un documento sui principi guida da parte della INTERNATIONAL MENOPAUSE SOCIETY, costituita da rappresentanti di oltre 60 Società Nazionali e Regionali della Menopausa provenienti da tutti i Continenti, le cui raccomandazioni hanno offerto una visione d'insieme riguardo la terapia ormonale in menopausa rimettendo in discussione le tassative (e forse sbrigative) indicazioni dello studio Whi.
Fra queste vale la pena riportare dei dati sul rischio del tumore alla mammella: "L’incidenza di cancro della mammella è diverso nelle varie nazioni, pertanto i dati attualmente disponibili non sempre possono essere generalizzati. Il grado di associazione tra cancro della mammella e terapia ormonale in post menopausa risulta controverso.
ma le donne dovrebbero essere rassicurate del fatto che il possibile rischio di cancro della mammella associato alla terapia ormonale è basso (meno dello 0,1% per anno)".
La terapia ormonale rimane la terapia più efficace per i sintomi vasomotori e urogenitali da carenza estrogenica. Altri disturbi correlati alla menopausa, come dolori articolari e muscolari, instabilità emotiva, disturbi del sonno e disfunzioni sessuali (inclusa la riduzione della libido) possono migliorare durante terapia ormonale. La qualità della vita e la sessualità devono essere considerati punti determinanti nella gestione della persona che sta invecchiando".
"Il concetto attuale è: non c'è dubbio che la Tos non sia appropriata per tutte le donne, ma lo può essere per molte, e va discussa caso per caso».
Concordo.
Dr.Marzia Frateschi
Spec.Ginecologia-Ostetricia
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