Autore: Franco
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Prosegue la riscrittura della storia, ora con atti ufficiali di parte.
Sono un ex-alunno del Molinari dal 1960 al 1965, quando era un istituto tecnico solo per chimici e si trovava parte in via Corti (Città Studi) (per le prime e le seconde) e parte in piazza Vetra negli ultimi due piani dell’istituto Cattaneo per ragionieri e geometri (per le terze, quarte e quinte). Assieme al Cannizzaro di Rho si disputava la fama di essere la migliore scuola per periti chimici italiana. E sono assolutamente contrario alla ridenominazione.
Il mio professore di lettere (letteratura e storia) in quarta e quinta era un ottimo professore, un po' autoritario e di parte. Infatti, quasi 20 anni dopo la fine della guerra, si lamentava perché al momento dello scioglimento della milizia fascista, dove militava con il grado di capitano, era stato trasferito all’esercito con il grado di tenente. Avrebbe dovuto ringraziare il Signore (e anche Togliatti) se non gli avevano fatto la pelle.
Ma proprio per l’amnistia di Togliatti, per la mancata epurazione degli organi dello Stato e per il mancato rispetto della legge sulla ricostituzione del partito fasciscta, già da allora (1960-62) erano possibili manifestazioni parafasciste al Molinari in via Corti in occasione degli attentati in Alto Adige. Si andava preparando così la stagione stragista 1969-1972.
E forse poi il caso di suggerire al sindaco Sala l’intitolazione di una via non alle vittime della violenza politica degli anni Settanta (o degli “anni di piombo”) ma alle vittime dell’intolleranza e del fanatismo perché non si mettano insieme le stragi fasciste protette, se non promosse, dagli organi di Stato e le vittime delle Brigate Rosse, individualmente scelte tra personaggi fiancheggiatori, se non coinvolti, delle stragi e dei tentati colpi di stato.
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