Autore: Paolo Burgio
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A pensar male si fa peccato, ma raramente si sbaglia, diceva un noto uomo politico italiano anni fa.
Ora la storia della Città della Salute si può far risalire ai tempi di Formigoni, quando furono spesi milioni (allora miliardi di lire) per il progetto di un nuovo polo ospedaliero, per poi scoprire dopo alcuni anni che il sito prescelto non era idoneo. Venne cancellato il tutto e fatto partire un nuovo avveniristico progetto nella aree ex-Falck a Sesto San Giovanni, con vicissitudini varie del consorzio vincitore della gara di appalto e incriminazione di alcuni funzionari regionali. Sinora si è ottenuto il risultato di azzerare in pratica la costruzione di nuove, o la ristrutturazione di strutture ospedaliere pubbliche esistenti, mentre il gruppo San Donato e altri operatoti privati nel frattempo hanno potuto fare una prodigiosa politica di espansione nella sanità lombarda. E’ evidente allora che la crisi della sanità pubblica ha precise origini e cause che risalgono alla gestione cinicamente irresponsabile dei governi che da circa quarant’anni reggono le sorti della Regione Lombardia.
Cinicamente irresponsabile perché il degrado del servizio sanitario pubblico colpisce tutta la fascia di popolazione che, a causa dei tagli al bilancio della sanità a livello di governo centrale e a causa del malgoverno a livello regionale, oggi deve rinunciare alle cure preventive e non può godere di un’assitenza sanitaria degna di un paese civile; hanno creato le condizioni per cui esistono cittadini di serie A e cittadini di serie B, i primi possono avere prevenzione e cure adeguate, i secondi si devono arrangiare.
Siamo arrivati al punto in cui viene aperto il Pronto Soccorso privato; questo è il futuro che si prospetta ai cittadini lombardi?
Ma cosa aspettano le opposizioni e denunciare massicciamente una situazione che sta diventando insostenibile, a impedire che il degrado della sanità lombarda arrivi ad un punto di non ritorno per cui ciascuno dovrà provvedere a proprie spese al medico di base, all’intervento urgente, al diritto di essere curato?
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