Autore: Redazione
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Val la pena di notare che ormai non si offrono nemmeno più “case da abitare”, ma investimenti remunerativi per i sottoscrittori in vista di eccezionali ritorni finanziari. Questa impostazione fa sì che non si costruisca per il fine primario che ogni progetto edilizio dovrebbe porsi, offrire spazi abitativi rispondendo alle richieste del mercato e garantendo il miglior risultato possibile. Qui non si propone a chi è in cerca di una casa un bene da utilizzare per il fine a cui è destinato, ma la partecipazione ad una speculazione edilizia. E’ evidente che in questo caso il benessere cittadino non viene perseguito, non c’è alcuna preoccupazione per l’ambiente comune, il paesaggio, il consumo di suolo, le ricadute negative sulla mobilità futura di quella zona e sulla disponibilità adeguata di servizi. Vengono a mancare tutti i presupposti per una valutazione logica e sensata dell’intervento, contrario agli interessi della comunità e a ben vedere anche degli stessi futuri acquirenti.
Un progetto edilizio che non nasce per rispondere alla sua primaria finalità, quella abitativa, difficilmente risulterà ben inserito nel contesto del quartiere sotto tutti gli aspetii (e non mancano in zona esempi negativi) e nemmeno in ultima analisi conveniente per chi acquista per abitarvi, il massino profitto si otterrà cercando di ridurre quanto più pssibile i costi e quindi a fronte della peggior qualità.
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