Autore: Elena Picciotto
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Le vie di Città Studi sono piacevolmente vuote e silenziose la sera e nel week-end; sono piacevolmente animate da una popolazione giovane e vivace durante i giorni feriali. Poco frequentate nei momenti di chiusura dell’Università, come è normale per un'area non residenziale, ma mai desolate, come avviene anche nella nostra città in alcune aree residenziali prive di servizi in cui alla sera gli abitanti sono barricati in casa. E non sono mai completamente deserte, perché gli edifici dell’Università sono all’interno di un tessuto residenziale e le vie in cui si trovano sono comunque interessate dagli spostamenti dei residenti della zona.
Gli edifici dell’Università sono destinati a docenti, ricercatori e studenti. Non esiste motivo per cui gli abitanti di Città Studi debbano accedere all’interno di questi edifici senza motivi di contatti con chi vi lavora. Esattamente come per un’azienda privata. Diversamente da un centro commerciale.
Anche se un improbabile vantaggio economico (!) costringerà la popolazione di Città Studi a rassegnarsi al trasferimento, non vedo motivazione per sostenere che la situazione attuale non sia rosea. Nè dal punto di vista dei residenti, nè da quello degli studenti, nè da quello del personale universitario! Perché mai?
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