Angiolina

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Facevo di corsa il ballatoio,
innamorato dell’esplorazione
già minima, eppure inesauribile.
Davo un’occhiata, alle finestre estive,
alla vaschetta dell’acqua contro il muro,
sbirciavo il poggiolo dei Mainardi
e lei, che rimagliava le scorlére,
fino al sordido buco della vecchia,
povera diavola nei suoi pidocchi,
povera Angiolina sdraiata sui lastroni.


Maurizio Cucchi


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