Completato il restauro dell’antico Ospedale Spagnolo, che ospiterà dal 2 maggio il Museo della Pietà Rondanini

Rozza: «Ridato vita a un luogo per molti anni nascosto nella memoria di pochi e sconosciuto ai più».
Del Corno: «Da domani la Pietà si prepara al trasferimento nell'Antico Ospedale, la Sala degli Scarlioni ospiterà un documentario sulla storia del nuovo Museo».

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Il Castello Sforzesco si arricchisce di un nuovo straordinario spazio, destinato a diventare a breve un'importante sede espositiva per la città e che sarà aperto tra poche settimane.

È stato completato in questi giorni il restauro dell’antico Ospedale Spagnolo, situato presso la Cortina di S. Spirito - Lato Cadorna (dopo l’ingresso da via Minghetti), presentato il 16 marzo dagli assessori Filippo Del Corno (Cultura) e Carmela Rozza (Lavori pubblici e Arredo urbano)
I lavori, durati quasi due anni, sono stati finanziati dalla Fondazione Cariplo con 2.100.000 euro.

La Pietà Rondanini da domani non sarà più visitabile nella sua attuale collocazione nella Sala degli Scarlioni, che sarà parzialmente chiusa al pubblico per consentire tutti gli interventi propedeutici alla sua movimentazione e al suo trasferimento nella sua nuova "casa", dove nel frattempo sono già iniziati i lavori di allestimento sulla base del progetto dell'architetto Michele De Lucchi.

«La Pietà Rondanini sarà di nuovo visitabile nella nuova sede dell’Antico Ospedale Spagnolo a partire dal 2 maggio, quando il nuovo Museo della Pietà, esclusivamente dedicato all'ultimo capolavoro di Michelangelo, sarà inaugurato con due giorni di festa contestualmente all'avvio di 'Expo in città -ha dichiarato l'assessore Filippo Del Corno - La Sala degli Scarlioni nei prossimi mesi ospiterà uno schermo per la proiezione in loop di un cinedocumentario che racconterà la straordinaria avventura della Pietà negli ultimi tre anni, fino alla sua collocazione definitiva».

Cenni storici - Restuaro
La costruzione della Cortina che ospita l’antico Ospedale risale all’epoca Viscontea: fu demolita nel periodo 1447-50 per poi essere riedificata da parte di Francesco Sforza dopo il 1451. In testa alla sala era collocato un altare ligneo, a fianco del quale si accedeva ad altri due locali: un camerino per gli infermi e i servizi igienici.

La grande sala era destinata ad essere un luogo di sofferenza e preghiera come testimonia il ciclo pittorico policromo cinquecentesco delle pareti e delle dodici vele del soffitto: significativa in tal senso la raffigurazione del “Credo” apostolico (scritto in latino) rappresentante la formula per la professione della fede cattolica, che si poteva leggere (pregando) stando distesi appunto nei letti dell’Ospedale. All’interno di ciascuna vela doveva trovare posto l’effige di un apostolo, di cui però non è rimasta traccia.

Tracce di dipinti che inquadravano l’altare fiancheggiate dalle insegne dei governatori e dei castellani e l’Arma reale di Spagna' e insegne araldiche di varia famiglie iberiche, completano il ciclo pittorico sopravvissuto e restaurato.
Dagli anni ’70 fino al ’97 gli spazi dell’antico Ospedale erano occupati dalle biblioteche rionali. 
Poi per un lungo periodo sono stati utilizzati come deposito fino al luglio del 2013, data di inizio dei lavori.

Il restauro è stato realizzato in due fasi. La prima ha riguardato il restauro e il recupero delle superfici dell’Ospedale nella sue prime tre campate e degli ambienti connessi. In particolare è stato realizzato il restauro conservativo delle murature, degli intonaci, degli intonaci decorati e delle preesistenti architetture.

La seconda ha comportato il restauro delle superfici della IV campata, il restauro-protezione del pavimento antico presente nella sala principale dell'Ospedale, con l’esecuzione delle opere di presidio e custodia, l’inserimento di nuovi impianti e la formazione di un nuovo pavimento in listoni di rovere. Particolare attenzione è stata posta alla formazione del piano di pavimento utile all’appoggio di una copia della Pietà Rondanini per la realizzazione del basamento antisismico e antivibrazionale.

Altro intervento di pregio è stato la realizzazione di una pavimentazione in listoni di rovere che produce un contrasto materico che valorizza il marmo bianco. In ultimo il restauro conservativo dei serramenti quali i portoncini di primo Novecento affissi agli ingressi da Beltrami, presenti nella sala principale dell’ex Ospedale e nella annessa “cucina”.
Per la realizzazione dei lavori è stato allestito un ponteggio di tre piani su cui hanno lavorato i restauratori. L’antico Ospedale, è articolato in due sale. Quella principale ha un’altezza massima di 7,15 metri con una superficie di 210 mq circa. L’ex cucina ha un’altezza massima di 7,15 metri per una superficie di circa 65 mq.



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