Welfare. Comune, mille borse lavoro per uscire dal disagio sociale, ma ancora troppo poche le imprese

Assessore Majorino alle aziende milanesi: "Fatevi avanti, inserirete le persone con il nostro sostegno economico"
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Mille borse lavoro per il 2015, ma ancora troppo poche le imprese, solo 92 sulle 1.192 contattate dall’Amministrazione, che si sono fatte avanti per accogliere nel proprio organico i tirocinanti pagati dal Comune. Il dato è emerso oggi, durante la mattinata dedicata al tema del lavoro nell'ambito del Forum delle Politiche sociali. Vi hanno partecipato gli assessori Pierfrancesco Majorino (Politiche sociali) e Cristina Tajani (Politiche del lavoro) il direttore centrale Politiche del lavoro, Walter Cavalieri, Alberto Fontana già presidente di Uildm e il consigliere comunale Andrea Mascaretti, rappresentanti di enti ed associazioni.

“Alle imprese chiedo: ci state o no a far sì che un percorso di apprendimento del lavoro sia fatto anche su soggetti fragili? Riusciamo a stringere tra noi un patto sul riscatto sociale? – ha detto l’assessore Pierfrancesco Majorino – Noi siamo pronti a mettere le risorse ma abbiamo bisogno di chi offra opportunità di lavoro: abbiamo mille borse lavoro per il 2015 ma ancora troppo poche sono le imprese disposte a mettersi in gioco con noi per usare il lavoro come sostegno al reddito e promozione della persona fragile e svantaggiata nella ricerca dell’occupazione“.

Il Centro per la mediazione al lavoro (Celav) che è il servizio comunale per il reinserimento dei disoccupati con svantaggio personale o sociale (senza lavoro di lungo corso, over 45, ex detenuti, donne al rientro dalla maternità...) nel 2014 ha realizzato 1.518 tirocini, utilizzando lo strumento delle borse lavoro, portando all’assunzione di 285 persone di cui il 34 per cento a tempo indeterminato, il 77 per cento per assunzione dopo borsa lavoro e il 33 per cento con assunzione diretta. Si tratta per lo più di occupazione nel settore dei servizi e della ristorazione. Nel 2014 sono stati 3.337 le richieste di lavoro gestite dal Celav, il 55 per cento da disoccupati di lungo periodo, il 69 per cento da persone con la licenzia media o un titolo non riconosciuto (stranieri), il 37 per cento con età tra i 30 e i 45 anni e il 35 per cento con più di 45. Si tratta per metà italiani e per metà di cittadini stranieri, tutti residenti a Milano, per il 71 per cento uomini.

Sempre nel 2014, l’Amministrazione ha avviato il progetto delle squadre antidegrado, partito lo scorso 1° dicembre. Cinquanta disoccupati di lungo corso seguiti e da Celav, selezionati insieme ad Amsa, hanno iniziato a lavorare affiancando operatori dell’azienda milanese nella pulizia e nel presidio di aree circoscritte, segnalate dai cittadini, in 13 zone della città, da via Padova a Quarto Oggiaro, da Porta Venezia al Gratosoglio, da Niguarda a via Sarpi. Il tirocinio ancora in corso è interamente sostenuto dal Comune. A ciascuno di loro sono dati 25 euro di rimborso spese al giorno e un ticket per il pranzo (per un massimo di 500 euro al mese). Per questo progetto il Comune metterà a disposizione complessivamente 100 borse lavoro che saranno impiegate entro il 2015.

Entro la prima metà di quest’anno saranno infine sottoscritti i primi patti di riscatto sociale destinati complessivamente a 2.049 per persone. A ciascun beneficiario saranno assegnati 1.200 euro, una tantum e in due tranche: la prima di 400 euro con la sottoscrizione del patto col Comune, la seconda di 800 euro dopo sei mesi e dopo la verifica del percorso effettuato. Il patto consiste nella partecipazione a un programma di reinserimento lavorativo e sociale proposto e seguito dai Servizi sociali, attraverso borse lavoro, formazione, laboratori occupazionali e, su base volontaria, anche svolgendo attività di volontariato aiutando la collettività del proprio quartiere.

Che cosa è una borsa lavoro.
La borsa lavoro è una convenzione che il Comune di Milano- Celav stipula con aziende e/o cooperative del territorio di Milano per realizzare un’ esperienza di tirocinio extra-curriculare a favore di persone disoccupate in carico al servizio Celav. La persone sono inserite nel tirocinio dopo un percorso di orientamento e bilancio di competenze, per poter sperimentare un inserimento protetto nel mondo del lavoro, supportati dal tutor dell'ente promotore (Celav) e da quello dell'ente ospitante (azienda). Il tirocinio permette loro di lavorare sulle proprie fragilità, di conoscere le regole del mondo del lavoro e di apprendere una professione. Ogni lavoratore può fare al  massimo 12 mesi di tirocinio, 24 se è persona con disabilità. Il tirocinio è totalmente gratuito per le aziende. È il Comune a farsi carico sia della copertura assicurativa sia del rimborso spese per il tirocinante (borsa lavoro): a quest’ultimo va da un minimo di 300 euro al mese sino ad un massimo di 500 euro, in base al monte ore settimanali previsto (da un minimo di 20 ad un massimo di 35 ore).

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