Vittore Carpaccio (1455 circa-1525)

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Non è dato per certo ma probabilmente nasce a Venezia o lì vicino, figlio di un mercante di pelli, Pietro Scarpazo e Scarpazza, da cui il cognome da noi conosciuto.
Pittore di scuola veneziana, allievo di Gentile Bellini, diceva Giulio Carlo Argan che la sua pittura “vede e comunica ciò che si vede”. Un vedutista insomma. Si dedicò con grande successo allora a raccontare la vita e le usanze di Venezia e a Venezia sono ospitate gran parte delle sue opere (Palazzo Ducale, Accademia, San Giorgio degli Schiavoni).
Paradossalmente è più universalmente noto per una pietanza a base di carne cruda, inventata da Giuseppe Cipriani dell’Harry’s Bar nel 1950, ispirata proprio ai colori della pittura dell’artista.

Via Vittore Carpaccio si distende, brevemente, tra via Fucini e via Noe. Qualche anno fa è stata utilizzata come terreno di gioco per interminabili partire di calcio che vedevano tra i protagonisti Fabio Treves a cui, giusto in questi giorni, il Comune di Milano ha conferito l’Ambrogino d’Oro. Evviva.


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