Agricoltura. Realizzati l’Orto e il ricettario del mondo

Barry, nato in Senegal ma arrivato in Italia 26 anni fa, sognava da sempre di poter lavorare la terra: questo sogno l’ha realizzato in una cascina di Milano, a due passi da via Novara, seguendo le “sue” piante anche fino alle otto di sera con l’intenzione, un giorno, di far crescere non solo le verdure ma anche il frutto del baobab. Ada da Cuba ha scoperto il valore dell’amicizia attraverso l’integrazione delle “culture/colture” agricole dei popoli e Paesi di tutto il mondo. Khader, originario dei territori palestinesi, si è “sentito rinascere” grazie alla ricchezza dello scambio delle conoscenze fondate sulla coltivazione. Victor ha seminato nella nostra città i prodotti tipici del Perù come la quinoa, applicando sul campo i principi dell’uso sostenibile e responsabile delle risorse naturali.

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Sono alcuni dei cinquanta cittadini stranieri che vivono a Milano e che hanno dato vita all’Orto del mondo in Cascina Sora, presso l’Azienda Agricola Paloschi, nell’ambito del progetto “Urban Cooking and Gardening: grow food, grow people, grow communities”, dedicato al ruolo del cibo e dell’orticoltura nella promozione dei processi di scambio e integrazione tra culture e
L’iniziativa, promossa dal Comune di Milano, finanziata dall’Unione europea e realizzata in collaborazione con il Forum Città Mondo, è stata presentata oggi dal vicesindaco Ada Lucia De Cesaris e dall’assessore alla Cultura Filippo Del Corno.

“Un progetto straordinario che anticipa Expo - ha spiegato la vicesindaco De Cesaris – perché dimostra la capacità dell’agricoltura e del cibo di unire popoli e culture. È tempo di riconoscere piena dignità economica e commerciale ai prodotti tipici di altri Paesi, che devono convivere e integrarsi con i prodotti nostrani: d’altra parte, si tratta di prodotti già presenti nei nostri mercati e ampiamente utilizzati nella nostra cucina”.

“Il nostro territorio deve aprirsi sempre più a culture e colture diverse, e pratiche concrete come questa danno frutti eccezionali: la consapevolezza dell’enorme apporto di tutte le comunità straniere al patrimonio cognitivo di questa città, che si arricchisce così di nuove conoscenze, tradizioni e abitudini, non solo agricole e alimentari”, ha detto l’assessore Del Corno.

Il risultato sono mille metri quadrati di terra coltivati in modo biologico, dove le eccellenze agricole nostrane coesistono insieme e accanto ai prodotti tipici degli altri continenti: oltre alla quinoa, la maca, il peperoncino e il mais del Perù, il gombo del Libano, le varietà di legumi cubane, albanesi e rumene, il coriandolo e la calendula e perfino le arachidi. Altri obiettivi raggiunti: un archivio di sementi dal mondo per replicare l’iniziativa e una guida multilingue on line per favorire la diffusione degli orti urbani.

Oltre all’Orto del mondo – una sorta di Nazioni Unite della terra – il secondo risultato del progetto è il ricettario del mondo, frutto di un concorso che ha portato alla realizzazione di oltre 200 ricette da parte di cittadini stranieri (sia cuochi professionisti, sia persone comuni). Il ricettario dal mondo è on line sul sito www.cittamondo.it.

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