Primavera a Milano

Odoravano i tigli di Monforte
per la città slargata dalla sera
a raccogliere il vento nella corte
brunita d’un casa.
A primavera dal celeste dei poveri
si scioglie la Piazza Tricolore,
in cerchio al viale brulica al vespro e accende
tra le foglie il padiglione d’un mercato.
Sale nel cielo gonfio di tumulto
l’ora suprema della vita e gridi adombra
e rumori di carri, si colora di lontananza
un carosello e d’ombra.
E nelle case del suburbio,
brulle di tedio e di memorie,
il lungo giorno com’anima sbiadita
alle fanciulle resta negli occhi.
Intorno è primavera,
e tutto è dolce e vano come il vento
che muove già le stelle sulla Fiera
celeste della Porta.
Ogni giorno tramonta in un chiarore
d’eternità scoperta ove le case
rosee dai vetri svettano al clamore
dalla folla lontana.
Ci rimase di questo sogno una città di gridi,
di cupole dorate ove l sera sfiorendo esulta:
tremano sui lidi tristi del mondo i lumi
e primavera passa coi treni spenti della guerra
nell’odore dei tigli.
Ha freddo il cuore,
e nella notte fredda della terra
non ode più che il vento e sul chiarore
degli alberi stellati il firmamento.      

Alfonso Gatto


Antologizzata in: Milano in versi - una città e i suoi poeti, a cura di Angelo Gaccione, viennepierre edizioni 2006

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