Bambini contesi in ambito internazionale

Cosa si deve sapere quando un figlio viene illecitamente portato o trattenuto all'estero.

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discriminazione

Si vedono talvolta in televisione, o si leggono sui giornali, storie strazianti di bambini contesi da genitori di diversa nazionalità, uno dei quali ha preso di nascosto il figlio e lo ha portato nel proprio paese d'origine, oppure, anche se è andato all'estero insieme al bambino con il consenso dell'altro genitore, non lo ha più riportato. Che succede in questi casi?

La prima cosa che voglio dire è: non fatelo mai. La sottrazione di minore anzitutto è un reato. Inoltre, salvo casi davvero gravissimi, il bambino verrà comunque fatto tornare dove stava.

Molto meglio quindi rivolgersi al tribunale, o alle forze dell'ordine in caso di maltrattamenti, ed essere autorizzati ufficialmente a trasferire il figlio all'estero, lontano dall'altro genitore. Il tutto, con l'ausilio di un avvocato.

Vediamo invece cosa può fare il genitore al quale il figlio è stato sottratto, e portato o trattenuto all'estero. Sempre che si tratti di genitore con il quale il figlio conviveva o, in caso di coppie separate, di genitore al quale il figlio era stato affidato da provvedimento giudiziale, in via esclusiva o in condivisione con l'altro genitore.

La materia è regolata da un'importante convenzione internazionale, la Convenzione dell'Aja del 25 ottobre 1985, che l'Italia ha ratificato nel 1994. Alla convenzione hanno aderito gli stati europei e moltissimi stati del mondo, compresi per esempio Stati Uniti, Cina e Giappone. Il suo fine è la cooperazione internazionale, per far rientrare il minore nel paese della residenza abituale.

In ogni stato che ha sottoscritto la convenzione, esiste una c.d. Autorità Centrale competente per i casi di sottrazione. In Italia, è il Ministero della Giustizia - Dipartimento per la Giustizia Minorile, quando lo stato in cui il bambino è stato condotto ha aderito alla Convenzione dell'Aja; se si tratta di stato che non vi ha aderito, è invece competente il Ministero degli Affari Esteri.

Nel caso in cui vostro figlio sia vittima di sottrazione illecita, dovete contattare subito l'Autorità Centrale competente, dando l'indirizzo del luogo in cui potrebbe trovarsi o recarsi il sottrattore e i nomi delle persone eventualmente coinvolte. Qui in calce troverete le e-mail e i numeri di telefono. Dall'Autorità Centrale viene fornita una serie di moduli da compilare, per l'avvio della procedura.

Le Autorità Centrali dei diversi stati hanno l'obbligo di cooperare fra loro per localizzare il bambino, impedire per lui nuovi pericoli, favorirne la consegna volontaria, agevolare, se ve ne sono i presupposti, l'assistenza gratuita di un avvocato, agevolare gli incontri con il genitore cui il bambino è stato sottratto, favorire il rientro di quest'ultimo in condizioni di sicurezza.

Nello stato in cui il minore è stato illecitamente portato o trattenuto, ci sarà un processo, della durata di qualche mese (con possibilità di appello) e l'autorità giudiziaria straniera deciderà se il minore deve rientrare in Italia.

Questo, come già detto, avviene nella grande maggioranza dei casi, perché la Convenzione dell'Aja ha proprio come finalità principale quella di riportare i bambini nel luogo di residenza abituale. Sempre secondo il testo della convenzione, infatti, il rientro può non essere ordinato solo quando viene accertato il rischio per il minore di essere esposto, per il fatto del suo ritorno, a pericoli fisici o psichici o di trovarsi comunque in situazione intollerabile, oppure quando egli stesso si oppone al ritorno e si accerti che per la sua età e il suo grado di maturità si deve tener conto del suo parere.

Spero che a nessuna lettrice e a nessun lettore questo breve articolo su un tema tanto drammatico sarà mai davvero utile.

Si è tuttavia creduto opportuno fornire qualche informazione, perché negli ultimi dieci anni i casi di sottrazione di minore da parte di uno dei genitori risultano triplicati, probabilmente per il notevole aumento di matrimoni e unioni di fatto fra italiani e stranieri, forse in mancanza di altrettanta evoluzione nella cultura dell'integrazione.


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