Arrivano le chiusure di domenicali di Corso Buenos Aires
La giunta del Comune di Milano ha deciso di accogliere parzialmente , dopo 17 mesi , le indicazioni della delibera del Consiglio di zona 3 sulla chiusura al traffico di Corso Buenos Aires. Noi la chiamiamo "apertura al pubblico" , cioè restituzione ai cittadini , bambini e anziani compresi , che sono cittadini anche loro e persino a quelli che passeggiano senza fare shopping .
(Franco Calamida)12/06/2013Comunque ad una condizione: che sia ben chiara la direzione e che sia il primo e non l’ultimo passo. Il programma della coalizione per Pisapia prevedeva infatti per la Zona Tre l’"apertura al pubblico" del corso tutte le domeniche e l’avvio di un progetto ambientalista che qualificasse la zona , con l’avvio, in particolare, di aree pedonali nella stessa proporzione del centro storico e piste ciclabili per ridurre drasticamente la quantità di auto in circolazione e il conseguente inquinamento.
I programmi elettorali non sono cartaccia , non sono solo il lavoro di quegli ingenui che ci credono , ma un impegno con gli elettori. Fare come se non esistessero equivale a come ignorare l’esistenza dell’elettorato tra una votazione e l’altra. E poi ci si duole dell’astensione e della crisi della rappresentanza.
“O in bici o a piedi “ è il motto di Copenaghen , “perché la natura lo impone” . Anche noi sognar non nuoce , anzi. Ma è un sogno . Comunque qualcosa di meglio che lasciare tutto come prima si può fare , una via di mezzo , un segno visibile di cambiamento . In realtà anche a Milano si va o in bici o a piedi , ma sul marciapiede.
Cosa possiamo cambiare? Prima di tutto affermare, con decisione e nei fatti, la funzione (cioè i poteri) del pubblico. In questo caso le istituzioni pubbliche , e il Consiglio di zona in particolare , promotrici di politiche culturali , di nuova visione della città , della priorità della dimensione sociale .
Andrebbe affermato il primato del pubblico e del sociale sul privato e sui suoi interessi. Specie se prevalenti e tali da cancellare ogni altra dimensione. In parole semplici : nulla contro i commercianti , è ovvio , ma Milano non è (nè dovrebbe essere) la città dei commercianti e degli speculatori che cementificano. Non esistono solo loro.
Se la chiusura al traffico ( apertura ai cittadini) sarà solo funzionale allo shopping , cioè principalmente gestita dai commercianti, con qualche concessione di spazi , non sarà la direzione giusta . Un poco meglio di prima, forse, ma non una netta svolta.
Un centro di decisione , guardando alla sostanza , sarà il Duc (Distretto urbano del commercio di Buenos Aires, recentemente creato) ; in questa struttura la presenza delle rappresentanze dei commercianti è oggi nettamente maggioritaria. Dei quattro componenti nominati dal comune , oltre Il Teatro Puccini , ci sono solo “commercianti” e un immobiliarista .
Nascerebbe sotto un infausto segno se così fosse. La partecipazione di un rappresentante della dimensione sociale potrebbe essere un decisivo segno di svolta . Il governo dell’area Buenos Aires non può essere lasciata solo agli interessi privati.
Nel Comitato per Milano di Zona 3 abbiamo molto ragionato di partecipazione . E ci siamo impegnati per la chiusura al traffico di Corso Buenos Aires . i soli, in zona , (che io sappia ) che abbiamo fatto un sondaggio. E ai partecipanti dobbiamo una risposta .
E dunque cosa c’è di più innovativo e ragionevole della presenza di un esponente del nostro Comitato nel Duc ? Un commerciante in meno , o l’immobiliarista , non è un dramma , spero , e la nostra presenza consentirebbe il confronto di progetti e le opportune e necessarie mediazioni . Mediazioni anche nel rapporto con la cittadinanza . Questo oggi manca. E la democrazia è partecipazione.
Franco Calamida