Lavoro. Domani in scena a Milano i “Contratti “ e le problematiche occupazionali dei giovani trentenni
Sarà il palcoscenico
del Teatro Sala Fontana di via Boltraffio 21 a ospitare domani, mercoledì
24 aprile, alle ore 20.30, “Contratti”, la pièce teatrale sul tema del
precariato e della fragilità del lavoro, portata in scena dal giovane regista
Francesco Gerardi con “La Nave Europa”, compagnia teatrale nata a Pisa
nel 2005. L'ingresso è gratuito sino a esaurimento posti.
(CS Comune di Milano)23/04/2013
(CS Comune di Milano)23/04/2013
Lo spettacolo, realizzato con il patrocinio
dell’assessorato alle Politiche del Lavoro del Comune di Milano, in collaborazione
con Cgil Lombardia e Camera del Lavoro Metropolitana di Milano, prende
spunto da una ricerca svolta sulla condizione lavorativa ed esistenziale
dei trentenni di oggi.
“Grazie a questo spettacolo – commenta l’assessore alle Politiche del Lavoro Cristina Tajani – le problematiche affrontate dai giovani di oggi diventano linguaggio teatrale per esprimere le difficoltà nel trovare un’occupazione stabile. Una stabilità che da sempre l’uomo ha cercato attraverso il proprio lavoro per migliorare la sua realtà. Oggi – conclude l’assessore - per farlo ci si confronta con una flessibilità che spesso si traduce in precarietà, lavorativa e di vita, come dimostrano, purtroppo, i dati raccolti che fotografano la situazione di molti giovani precari o inoccupati”.
“Il lavoro: questa per la Cgil è l'emergenza e la priorità di oggi, se vogliamo garantire un futuro alle nuove generazioni - dice Nino Baseotto, Segretario generale della Cgil Lombardia. Il lavoro che manca, quello che c'è e che rischia di sparire, quello precario di cui ci parla “Contratti” e quello stabile. Il lavoro: l'obiettivo spesso irraggiungibile per tantissimi giovani che lo cercano per anni senza trovarlo, l'approdo di chi ce l’ha e ne difende il valore, e su di esso fonda il proprio progetto di vita. Il teatro sa regalare emozioni e messaggi forti: siamo convinti che possa raccontare il lavoro, e offrire al Sindacato l’opportunità, anche attraverso questa espressione artistica, di arricchire il proprio impegno, perché solo con il lavoro è possibile costruire il futuro dei giovani e del Paese”.
I cinque protagonisti condividono un appartamento e le inevitabili difficoltà legate alla costruzione del proprio futuro. Hanno età e famiglie diverse, hanno studiato cose diverse e fanno lavori diversi, ma nessuno di loro riesce a programmare la propria esistenza che, invece di procedere, si ripete in un presente privo della capacità di guardare lontano. Nell’arco di tre giorni, che vanno dalla fine di una settimana all’inizio della successiva, questi personaggi si confrontano con una serie di ostacoli e prove da superare attraverso i quali, oltre a presentare se stessi e i vari rapporti che li caratterizzano, raccontano la distanza tra il ruolo che occupano nella società e quello cui aspirano.
La messa in scena coinvolge tre luoghi, all’interno dei quali si articola il percorso lavorativo e personale dei protagonisti: la casa in cui vivono, il mondo esterno che li accoglie o li respinge attraverso la riuscita o il fallimento delle loro ambizioni, il sogno in cui prendono forma le paure ma anche le aspirazioni che non trovano spazio altrove. Elemento di raccordo tra gli ambienti è una grande finestra, che fa da sfondo e da cornice proiettando all’interno della scena il mondo che tutti abitiamo e che troppo spesso subiamo nel tentativo di riuscire a vederlo con altri occhi, e provare a cambiarlo o, almeno, di trarne una piccola rivincita, a volte divertente, a volte amara.
“Grazie a questo spettacolo – commenta l’assessore alle Politiche del Lavoro Cristina Tajani – le problematiche affrontate dai giovani di oggi diventano linguaggio teatrale per esprimere le difficoltà nel trovare un’occupazione stabile. Una stabilità che da sempre l’uomo ha cercato attraverso il proprio lavoro per migliorare la sua realtà. Oggi – conclude l’assessore - per farlo ci si confronta con una flessibilità che spesso si traduce in precarietà, lavorativa e di vita, come dimostrano, purtroppo, i dati raccolti che fotografano la situazione di molti giovani precari o inoccupati”.
“Il lavoro: questa per la Cgil è l'emergenza e la priorità di oggi, se vogliamo garantire un futuro alle nuove generazioni - dice Nino Baseotto, Segretario generale della Cgil Lombardia. Il lavoro che manca, quello che c'è e che rischia di sparire, quello precario di cui ci parla “Contratti” e quello stabile. Il lavoro: l'obiettivo spesso irraggiungibile per tantissimi giovani che lo cercano per anni senza trovarlo, l'approdo di chi ce l’ha e ne difende il valore, e su di esso fonda il proprio progetto di vita. Il teatro sa regalare emozioni e messaggi forti: siamo convinti che possa raccontare il lavoro, e offrire al Sindacato l’opportunità, anche attraverso questa espressione artistica, di arricchire il proprio impegno, perché solo con il lavoro è possibile costruire il futuro dei giovani e del Paese”.
I cinque protagonisti condividono un appartamento e le inevitabili difficoltà legate alla costruzione del proprio futuro. Hanno età e famiglie diverse, hanno studiato cose diverse e fanno lavori diversi, ma nessuno di loro riesce a programmare la propria esistenza che, invece di procedere, si ripete in un presente privo della capacità di guardare lontano. Nell’arco di tre giorni, che vanno dalla fine di una settimana all’inizio della successiva, questi personaggi si confrontano con una serie di ostacoli e prove da superare attraverso i quali, oltre a presentare se stessi e i vari rapporti che li caratterizzano, raccontano la distanza tra il ruolo che occupano nella società e quello cui aspirano.
La messa in scena coinvolge tre luoghi, all’interno dei quali si articola il percorso lavorativo e personale dei protagonisti: la casa in cui vivono, il mondo esterno che li accoglie o li respinge attraverso la riuscita o il fallimento delle loro ambizioni, il sogno in cui prendono forma le paure ma anche le aspirazioni che non trovano spazio altrove. Elemento di raccordo tra gli ambienti è una grande finestra, che fa da sfondo e da cornice proiettando all’interno della scena il mondo che tutti abitiamo e che troppo spesso subiamo nel tentativo di riuscire a vederlo con altri occhi, e provare a cambiarlo o, almeno, di trarne una piccola rivincita, a volte divertente, a volte amara.