Intitolato a Francesco Di Cataldo il Parco di via Ponte Nuovo
Il Parco
compreso tra via Ponte Nuovo e via Tremelloni, da oggi è Parco Francesco
Di Cataldo. Questa mattina si è svolta la cerimonia di intitolazione, alla
presenza del Sindaco di Milano Giuliano Pisapia, del Presidente della Provincia
di Milano Guido Podestà, del Capo Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria
Giovanni Tamburino, del Vice Capo Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria
Luigi Pagano, del Commissario straordinario del Comune di Barletta Anna
Maria Manzone, della moglie di Di Cataldo Maria, dei figli Alberto e Paola
e dei rappresentanti dell’Associazione Italiana Vittime del Terrorismo.
(CS Comune di Milano)20/04/2013
(CS Comune di Milano)20/04/2013
La targa commemorativa all’interno del Parco ricorderà a tutti, grandi
e piccini, che passeranno e all’intera città la figura di Francesco Di
Cataldo, Maresciallo Maggiore del Corpo degli Agenti di Custodia vittima
del terrorismo, già insignito della Medaglia d’Oro al Merito Civile
e della Medaglia d’Oro di Benemerenza Civica.
Il Maresciallo Maggiore Di Cataldo in servizio presso la Casa Circondariale di San Vittore, il 20 aprile 1978, esattamente 35 anni fa, fu ucciso da due sconosciuti, in un agguato poi rivendicato dalle Brigate Rosse, mentre si dirigeva verso la fermata dell’autobus per recarsi al lavoro.
“Milano - ha dichiarato il Sindaco Pisapia - non vuole dimenticare i fatti dolorosi che hanno segnato la sua storia, perché è attraverso la consapevolezza del passato che si può costruire un futuro migliore. Milano vuole onorare i suoi cittadini, di nascita o di adozione, che hanno dato la vita per il bene della propria città e del proprio Paese. Francesco Di Cataldo amava il suo lavoro, nel quale si è impegnato con passione, professionalità e sensibilità. Oggi come allora, la nostra città è in prima fila per difendere, sostenere e riaffermare quei valori: i valori in cui credeva Francesco e in cui credevano i tanti servitori dello Stato che hanno dato la vita per difendere il nostro diritto a vivere in un’Italia democratica, pacifica e libera”.
“In un Paese che fatica a ritrovare il senso della memoria - ha detto il figlio Alberto - il Comune di Milano sa, invece, ancora fermarsi per ricordare e ringraziare. Lo ha già fatto con molte vittime. Oggi lo ha fatto per il mio papà. Il Maresciallo scelto Francesco Di Cataldo voleva ostinatamente rinnovare il sistema carcerario, combattere il sovraffollamento, esigere un maggior uso delle pene alternative. Il filo del dovere, del gusto per il lavoro fatto bene, della tenacia erano valori per lui imprescindibili. Il papà mi ha fatto un grandissimo dono, saper sentire ogni giorno il senso della responsabilità. Per me dirigente pubblico è l’eredità più bella che mi potesse lasciare. Io sento il dovere e la responsabilità di trasmetterla a chi vive con me, a chi lavora con me e a questa città che oggi lo ricorda. Ripartire da qui, forse, aiuta tutti noi a sentirci meno smarriti e meno soli”.
Il Maresciallo Maggiore Di Cataldo in servizio presso la Casa Circondariale di San Vittore, il 20 aprile 1978, esattamente 35 anni fa, fu ucciso da due sconosciuti, in un agguato poi rivendicato dalle Brigate Rosse, mentre si dirigeva verso la fermata dell’autobus per recarsi al lavoro.
“Milano - ha dichiarato il Sindaco Pisapia - non vuole dimenticare i fatti dolorosi che hanno segnato la sua storia, perché è attraverso la consapevolezza del passato che si può costruire un futuro migliore. Milano vuole onorare i suoi cittadini, di nascita o di adozione, che hanno dato la vita per il bene della propria città e del proprio Paese. Francesco Di Cataldo amava il suo lavoro, nel quale si è impegnato con passione, professionalità e sensibilità. Oggi come allora, la nostra città è in prima fila per difendere, sostenere e riaffermare quei valori: i valori in cui credeva Francesco e in cui credevano i tanti servitori dello Stato che hanno dato la vita per difendere il nostro diritto a vivere in un’Italia democratica, pacifica e libera”.
“In un Paese che fatica a ritrovare il senso della memoria - ha detto il figlio Alberto - il Comune di Milano sa, invece, ancora fermarsi per ricordare e ringraziare. Lo ha già fatto con molte vittime. Oggi lo ha fatto per il mio papà. Il Maresciallo scelto Francesco Di Cataldo voleva ostinatamente rinnovare il sistema carcerario, combattere il sovraffollamento, esigere un maggior uso delle pene alternative. Il filo del dovere, del gusto per il lavoro fatto bene, della tenacia erano valori per lui imprescindibili. Il papà mi ha fatto un grandissimo dono, saper sentire ogni giorno il senso della responsabilità. Per me dirigente pubblico è l’eredità più bella che mi potesse lasciare. Io sento il dovere e la responsabilità di trasmetterla a chi vive con me, a chi lavora con me e a questa città che oggi lo ricorda. Ripartire da qui, forse, aiuta tutti noi a sentirci meno smarriti e meno soli”.