LA STORIA DI UNA COPPIA DI MERLI, DEL LORO PULCINO E DI UNA VECCHIA BOXER

C’è un mondo nascosto, ma intenso e vibrante, che sopravvive anche in città. ()
merlo

La vecchia boxer procedeva lungo il massello del marciapiede.
Nessuno in giro, non un'auto in circolazione nella mattina di un week-end di primavera.  
Un po' cieca, un po' sorda, ma tranquilla nella ripetizione del rito dell'uscita mattutina, la boxer non si preoccupò del grido alto e acuto, un sibilo che squarciò il silenzio, ne' vide il missile bruno che volava in picchiata verso di lei. Quando il proiettile piombò sul suo sedere, fece un balzo sorpresa e dolorante e scappò avanti impaurita, senza capire che cosa fosse successo.

Il merlo femmina continuò a gridare, come se stesse patendo un grande dolore: "iiiiiiiihk ",  scendendo e risalendo sopra il marciapiede; nel frattempo era giunto anche il maschio, meno agitato, entrambi continuavano a girare in tondo nello stesso punto: era chiaro che lì stava il problema.
Rannicchiato tra il marciapiede e la ruota di un'auto posteggiata, dopo essere precipitato dal nido sull'albero del giardino della grande villa, il piccolo merlo spaventatissimo non rispondeva alle sollecitazioni della madre, che aveva aggredito la boxer temendo per la sua vita.
Una volta ho visto in un libro la figura di un piccolo uccello aggrappato alla schiena della madre mentre essa volava e mi piace pensare che sia veramente possibile, che il piccolo merlo si sia salvato in questo modo, perché più tardi, ripassando, non c'era più nessun membro della famiglia.

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