LE CARTOLINE DEL NONNO
Vivo da sempre in questa zona, anzi in questo isolato circondato da lunghi filari di platani. Quando ero bambina qui era la periferia di Milano, intorno a noi c'erano decine di orti e i capolinea dei tram....
(Antonella Nathansohn)
... Con i grandi platani di Viale Romagna ho avuto spesso lunghe conversazioni serali e notturne. Conoscono anche qualcosa che io non so, conservano la memoria di quando ancora non ero nata. Per questo, sono il mio approdo, nel buio. Durante la guerra molti di questi alberi furono infatti tagliati dal comando tedesco, che aveva sede nella scuola Leonardo da Vinci e aveva bisogno di legna da ardere nelle stufe.
Così mi raccontava mia nonna che, nell'agosto 1943, era passata da casa e non aveva più visto gli alberi e neppure i vetri delle finestre. Molte case di Viale Romagna erano state distrutte e i miei familiari potevano considerarsi fortunati ad essere ancora vivi, anche se perseguitati.
Da tempo infatti erano fuggiti da questo isolato dove avevano minacciato di denunciarli e, prese false generalità, erano scappati nascondendosi in giro per l'Italia. Fin dall'inizio mio nonno e mia nonna avevano cercato di prendere strade separate, perché stare nascosti in posti diversi avrebbe aumentato le possibilità di sopravvivenza. Mio nonno era andato a Corbetta (molti milanesi di origine ebraica sfollarono a Corbetta e… perché proprio a Corbetta, la "Storia" non è ancora riuscita a spiegarlo), mia nonna sul lago.
Alcuni anni fa ho trovato una raccolta di cartoline postali con disegni di paesaggi che mio nonno disegnava per spedire alla sera. Molte non le spedì proprio, ma sono rimaste tra le cose più vere accanto ai platani di Viale Romagna. Mio nonno morì durante la guerra, ma mia nonna e suoi figli sopravvissero e tornarono ad abitare in Viale Romagna, dove ho vissuto anch'io accanto ai sopravvissuti dei delatori.
Antonella Nathansohn
Così mi raccontava mia nonna che, nell'agosto 1943, era passata da casa e non aveva più visto gli alberi e neppure i vetri delle finestre. Molte case di Viale Romagna erano state distrutte e i miei familiari potevano considerarsi fortunati ad essere ancora vivi, anche se perseguitati.
Da tempo infatti erano fuggiti da questo isolato dove avevano minacciato di denunciarli e, prese false generalità, erano scappati nascondendosi in giro per l'Italia. Fin dall'inizio mio nonno e mia nonna avevano cercato di prendere strade separate, perché stare nascosti in posti diversi avrebbe aumentato le possibilità di sopravvivenza. Mio nonno era andato a Corbetta (molti milanesi di origine ebraica sfollarono a Corbetta e… perché proprio a Corbetta, la "Storia" non è ancora riuscita a spiegarlo), mia nonna sul lago.
Alcuni anni fa ho trovato una raccolta di cartoline postali con disegni di paesaggi che mio nonno disegnava per spedire alla sera. Molte non le spedì proprio, ma sono rimaste tra le cose più vere accanto ai platani di Viale Romagna. Mio nonno morì durante la guerra, ma mia nonna e suoi figli sopravvissero e tornarono ad abitare in Viale Romagna, dove ho vissuto anch'io accanto ai sopravvissuti dei delatori.
Antonella Nathansohn
Tags:
