La sfida di Ginko Biloba

Far nascere un gruppo di acquisto solidale (Gas) a partire da un scuola pubblica, qual è la Nolli Arquati di Viale Romagna, non è uno scherzo. Bisogna avere la scuola aperta, per organizzare le attività assembleari e logistiche del Gas. Ma la Ginko Biloba, l'associazione de genitori, ci sta provando. E ha organizzato una serata di studio sui Gas di alto livello. Presenti Piefrancesco Majorino, assessore al welfare e Mauro Fumagalli, coordinatore di Intergas e uno dei pionieri milanesi del consumo critico. Le prospettive sono ampie. Il movimento dei Gas è in crescita. E potrebbe generare persino una rivoluzione agricola nell'area metropolitana.
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Ieri sera, nell’aula-teatro della scuola elementare Nolli Arquati di Viale Romagna, è andato in scena un sogno. Un sogno a più voci piuttosto concreto, che si dipana da oltre 11 anni e oggi coinvolge circa 11mila famiglie milanesi in oltre 150 Gas (gruppi di acquisto solidale).

L’associazione Ginko Biloba, che da molti anni riunisce i genitori dei bambini della Scuola di Viale Romagna, sta infatti valutando la possibilità di costituire un suo Gas. Un nucleo attivo che si organizzi intorno al consumo critico, innanzitutto di cibo biologico auto-selezionato, direttamente al produttore e senza la mediazione delle catene commerciali.

Di qui l’incontro. A cui sono stati invitati esponenti di alcuni Gas di zona (Gas e Luce e GasDem) semplicemente perché spiegassero come concretamente funziona un gruppo di acquisto solidale, e cosa aspettarsi partecipandovi.

La serata (e l’argomento) è parso interessante anche a Pierfrancesco Majorino, assessore alle politiche sociali del Comune di Milano, rimasto  ad ascoltare e discutere fino alla fine. E così per Mauro Fumagalli, uno dei padri del movimento dei gas a Milano (dal “Filo di Paglia”, il primo nato undici anni fa) e oggi coordinatore di Intergas, la principale rete lombarda dei gruppi di acquisto solidali che offre aiuto e servizi anche ad altri Gas.

Nomi di rilievo, in questo mondo che si sta muovendo in velocità. E anche in peso culturale. "Negli ultimi mesi _ ha spiegato Paolo Burgio di GasDem _ le richieste di adesioni si sono impennate. Al punto di crearci anche qualche imbarazzo".

Sì, perché il Gas è fatto da chi vi partecipa. "Non vi sono strutture esterne, rari persino i punti logistici a cui appoggiarsi _ spiega Mariella Benedetto di GaseLuce _ Gli aderenti più attivi si fanno carico della scelta dei prodotti biologici, quasi sempre contattano di persona agricoltori o piccole aziende e cooperative alimentari. E poi, provato e approvato in assemblea quel determinato prodotto ne gestiscono la fornitura, aggregano gli ordini provenienti dai vari soci, provvedono alla logistica (quasi sempre riempiendo la propria automobile), fino al punto di scambio settimanale.

"Il Gas è una comunità attiva, che si nutre di uno scambio reciproco di collaborazioni _ aggiunge Fumagalli _ Oggi a Milano riusciamo persino a organizzare la distribuzione di pesce fresco, da pescatori che usano tecniche tradizionali e etiche, in diverse piazze della città e dell’Hinterland".

A conti fatti il cibo di alta qualità finisce per costare persino un po’ meno di quello reperibile sui canali tradizionali. Ma il frutto migliore dei Gas è soprattutto la cultura che finisce per produrre. La selezione dei produttori si basa, oltre che su criteri ecologici e di qualità, anche su requisiti etici, che oggi spaziano anche alle banche e alle assicurazioni.

I diecimila gasisti milanesi (in crescita a un ritmo del 20%) stanno poi diventando una massa critica notevole. Al punto che il programma sul welfare cittadino messo a punto da Majorino prevede l’impegno del Comune al sostegno di reti e di piattaforme comuni dei Gas, anche di tipo online (quasi tutta la gestione giornaliera dei gruppi avviene via e-mail e fogli excel per gli ordinativi…).

Ma c’è di più. Oggi, nella scelta dei fornitori agro-biologici, comincia a far capolino un nuovo parametro: il chilometro zero. Ovvero la preferenza (a parità d’altro) per aziende agricole il più possibile vicine a Milano. Quindi con facilità più elevata di approvvigionamento e contatti diretti più agevoli.

E’ una tendenza già riscontrabile in alcune zone di Milano, come quella dei Navigli e del Parco Sud. Dove i gas di zona, insieme ai produttori biologici hanno stilato una mappa e un sito, all’interno del progetto Cives-PartecipaMi. "L’idea è quella di mettere in contatto i gas con i produttori agricoli biologici di Milano e delle immediate vicinanze _ spiega Mario Sartori, direttore della Fondazione Rete Civica di Milano _ per promuovere contatti e scambi. E insieme abbiamo sviluppato un ambiente software per la gestione dei Gas connesso alla rete".

E’, in buona sostanza, la piattaforma online prevista da Majorino. "Un ambiente per fare massa critica e valorizzare ambedue i termini della catena. In una fase in cui sia la  domanda che lofferta sono in crescita".

Con un effetto importante. L’agricoltura tradizionale alle porte di Milano è stata, negli ultimi vent’anni, un lungo stillicidio di aziende chiuse, di fallimenti, di terreni verdi trasformati in cemento (non di rado disabitato). L’agricolutura biologica moderna mostra invece, soprattutto per effetto del consumo critico e dei Gas, chiari segni di crescita e di redditività.

Dieci o ventimila famiglie milanesi che si approvvigionassero stabilmente presso agricoltori a chilometro zero della fascia verde di Milano darebbero luogo a un ritorno alla coltivazione ad alto valore aggiunto. Con l’effetto anche di rendere appetibili le aree agricole e sottrarle alla cementificazione. E un esempio lampante sono le recenti vicende dell'area Forlanini, con i suoi terreni abbandonati in un zona agricola potenzialmente ricchissima.

Ma per far questo iniziative nascenti come quella di Ginko Biloba o consolidate come GaseLuce hanno un punto di debolezza. I Gas infatti hanno bisogno di spazi per tenere le loro assemblee periodiche, e di ambiti dove scaricare i prodotti per distribuirli. GaseLuce, nato da una ventina di famiglie di genitori della Scuola elementare Bonetti (gemella di quella di Viale Romagna) si arrangia ancora nelle case private. Ma questo non basta a Ginko Biloba, una delle associazioni protagoniste della battaglia per le scuole aperte (ovvero, in pratica, tenere riunioni e eventi senza dover sostenere costi straordinari). E qui, a giorni, l’amministrazione comunale dovrebbe rilasciare lo specifico regolamento, che potrebbe anche essere l’innesco per l’avvio di gas da parte di molti gruppi di genitori.

 


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