65° Anniversario naufragio motobarca Annamaria. Domani Milano ricorda i 44 bimbi morti nel mare di Albenga
Nel 65°
anniversario del naufragio della motobarca Annamaria nel mare di Albenga,
la nostra città ricorderà domani i 44 bambini (la maggior parte dei quali
milanesi), morti annegati nel più grave disastro del Dopoguerra in cui
furono coinvolti dei minori. Insieme alle piccole vittime, nella tragedia
del 16 luglio del 1947 persero la vita anche le quattro accompagnatrici
dei bimbi.
(CS Comune di Milano)15/07/2012
(CS Comune di Milano)15/07/2012
Domani, alle ore 11.30, il vice Presidente
del Consiglio comunale Andrea Fanzago deporrà, in rappresentanza dell’Amministrazione,
un mazzo di fiori bianchi sul monumento commemorativo al Cimitero Maggiore,
dove sono sepolti quasi tutti i bimbi dell’Annamaria. Contemporaneamente,
nel porto di Albenga, una corona di fiori del Comune di Milano sarà posta
sul nuovo cippo inaugurato due mesi fa dall’assessore alla Sicurezza Marco
Granelli, intervenuto alla cerimonia con il civico Gonfalone.
Nel pomeriggio del 16 luglio del 1947 la motobarca Annamaria stava trasportando 84 bambini, tutti maschietti dai 4 agli 8 anni, in prevalenza milanesi orfani di guerra. I piccoli erano ospiti della colonia della solidarietà nazionale di Loano, ed erano diretti in gita all’isola Gallinara. Alle 18 il mare era calmo: la nave strapiena, che viaggiava a circa 60 metri dalla costa, urtò contro un ostacolo, iniziando a imbarcare acqua. L’Annamaria si inclinò pericolosamente, mentre i bambini cadevano in mare. Le vittime del disastro furono 48: 44 bimbi e 4 adulti. “Ad Albenga – scrisse allora Dino Buzzati inviato sul luogo della tragedia – si era concentrato tutto il dolore del mondo”.
I funerali, celebrati dall’Arcivescovo di Milano Cardinale Schuster, si svolsero in Duomo, alla presenza dell’allora Sindaco Greppi, di tutto il Consiglio comunale e di una folla silenziosa e commossa. I nomi di tutti coloro che persero la vita sono oggi scolpiti nel monumento funebre, opera dello scultore Giacomo Manzù, al Cimitero Maggiore: un bassorilievo in bronzo che raffigura Gesù circondato dai bimbi, con la frase del Vangelo di Matteo “Lasciate che i piccoli vengano a me, perché di essi è il regno dei cieli”.
Nel pomeriggio del 16 luglio del 1947 la motobarca Annamaria stava trasportando 84 bambini, tutti maschietti dai 4 agli 8 anni, in prevalenza milanesi orfani di guerra. I piccoli erano ospiti della colonia della solidarietà nazionale di Loano, ed erano diretti in gita all’isola Gallinara. Alle 18 il mare era calmo: la nave strapiena, che viaggiava a circa 60 metri dalla costa, urtò contro un ostacolo, iniziando a imbarcare acqua. L’Annamaria si inclinò pericolosamente, mentre i bambini cadevano in mare. Le vittime del disastro furono 48: 44 bimbi e 4 adulti. “Ad Albenga – scrisse allora Dino Buzzati inviato sul luogo della tragedia – si era concentrato tutto il dolore del mondo”.
I funerali, celebrati dall’Arcivescovo di Milano Cardinale Schuster, si svolsero in Duomo, alla presenza dell’allora Sindaco Greppi, di tutto il Consiglio comunale e di una folla silenziosa e commossa. I nomi di tutti coloro che persero la vita sono oggi scolpiti nel monumento funebre, opera dello scultore Giacomo Manzù, al Cimitero Maggiore: un bassorilievo in bronzo che raffigura Gesù circondato dai bimbi, con la frase del Vangelo di Matteo “Lasciate che i piccoli vengano a me, perché di essi è il regno dei cieli”.