Racconti d’autore fra Otto e Novecento. Presentazione del ciclo

L'anticipazione dei contenuti delle proposte di lettura per la stagione 2022/2023. Un gran bel leggere. ()
Dostoevskij
Concluso a giugno il ciclo di recensioni dal titolo “Racconti italiani d'autore”, incentrato sul genere del “racconto” e, in particolare, su racconti “importanti” di nostri grandi autori considerando sia racconti singoli quali “La famosa invasione degli Orsi in Sicilia” di Dino Buzzati, “La spiaggia” di Cesare Pavese, “Casa d'altri” di Silvio D'arzo, che delle raccolte di racconti e cioè: “Il capofabbrica” di Romano Bilenchi; “Lo scialle andaluso” di Elsa Morante, “Un giorno di fuoco” di Beppe Fenoglio, “Verso la foce” di Gianni Celati - i commenti sono, per altro, sempre reperibili su z3xmi - presentiamo, qui di seguito, temi, autori e libri che verranno proposti e commentati nel prossimo ciclo di recensioni che, come di consueto, avrà inizio con la prima “uscita” a ottobre e terminerà con l'ultima a giugno dell'anno prossimo.
Il ciclo 2022/23 sarà anch'esso incentrato sul genere del “racconto” ma sarà articolato su alcuni grandi autori europei fra Otto e Novecento e, per ciascuno di essi, scegliendo uno dei racconti più famosi, da cui il titolo del ciclo “Racconti d'autore fra Otto e Novecento”.
Naturalmente, come si potrà evincere dai libri prescelti, oltre al filo conduttore del genere del “racconto” li unisce anche il loro assoluto valore letterario nonché quello dei loro autori.
Qui, di seguito, l'elenco sintetico dei libri e degli autori proposti, con l'indicazione della previsione di uscita del relativo commento e, per una panoramica d'insieme, a seguire, una breve scheda per ciascun libro.
“Racconti d'autore fra Otto e Novecento”
“Il giocatore” - Fëdor Dostoevskij - 1866 - Ottobre
“La morte di Ivan Il'ič” - Lev Nikolaevic Tolstoj - 1886 - Dicembre
“Tre anni” - Anton Čechov - 1895 - Gennaio
“Il sottotenente Gustl” - Arthur Schnitzler - 1900 - Marzo
“Tonio Kröger” - Thomas Mann - 1903 - Aprile
“Il passeggero segreto” - Joseph Conrad - 1909 - Maggio
“La panchina della desolazione” - Henry James - 1910 - Giugno

Fëdor Dostoevskij - “Il giocatore”
“Il giocatore” è un affresco di quel mondo legato al gioco d’azzardo e ai Casinò che Dostoevskij ben conosceva, essendo stato egli stesso giocatore peraltro assai poco fortunato. Ma “Il giocatore” non è solo la fotografia di quel mondo è, in realtà, un’occasione impareggiabile che Dostoevskij si dà per “denudare” le miserie, gli opportunismi, le meschinerie, le debolezze, le pusillanimità, le ipocrisie dei numerosi personaggi che animano il racconto e del “bel mondo” in cui essi vivono e a cui appartengono. Personaggi che perseguiranno ostinatamente i loro comportamenti di persone irrisolte e/o ciniche, tutti dominati in fondo da un’unica cosa: la vanità, in nome della quale essi conducono tutta la loro vita. E il gioco d’azzardo diventa così, ne “Il giocatore”, una metafora di una concezione della vita vissuta tutta come un azzardo.

Lev Nikolaevic Tolstoj - “La morte di Ivan Il'ič”
“La morte di Ivan Il’ič ” si può definire come la descrizione di un’ ”epopea dello smarrimento”. Perchè un senso di smarrimento pervaderà via via, sempre più angosciosamente, la vita di Ivan Il’ič, smarrimento contro il quale egli strenuamente lotterà, letteralmente fino alla morte. In realtà questa definizione ha in sé un contenuto paradossale perché Ivan Il’ič durante questo suo smarrimento, prende progressivamente coscienza e consapevolezza della sua vita in modi e a livelli a cui, prima di allora, non era mai giunto, anche se questo non servirà a cambiare il corso degli eventi e a “salvarlo”. Perché quello che resta il segno distintivo di questo racconto di Tolstoj è questa costante e progressiva sensazione di perdita di punti di riferimento. Un venir meno di qualsiasi sicurezza, che andrà a intaccare la capacità stessa di Ivan Il’ič di darsi una ragione degli accadimenti che lo investiranno, lasciandolo sempre più smarrito di fronte ad essi, fino a giungere, impotente e spoglio, a prendere coscienza che l’unica certezza su cui si può contare, a cui assurdamente ci si può appigliare, è proprio e solo la morte.

Anton Čechov - “Tre anni”
Il tema dell' incapacità di comunicare e quindi dell'impossibilità di entrare realmente in relazione con l'altro è, in generale, un tema che ricorre in Čechov, sia nella sua opera narrativa che in quella teatrale, configurandosi, tale incapacità, come una condizione a cui l' uomo è destinato. Ed è in questo quadro che si inserisce il tema - presente in molti suoi racconti - della vita coniugale, la quale è per Čechov un luogo di osservazione privilegiato in quanto le manifestazioni che l' incomunicabilità vi assume e l'intensità e l'evidenza di tali manifestazioni ne mettono ancora più in luce la sua impietosità. In tal senso la grandezza e la modernità di Čechov sta proprio nell'essersi fatto interprete, con grandissima sensibilità premonitrice, dei drammi sottili e privati che intervengono nelle vicende umane, che, nelle sue opere, trovano espressione in quel senso di struggimento che accompagna i personaggi e convive nelle loro esistenze e che nasce dal contrasto tra la tensione istintiva e pulsionale verso l'altro e l'impossibilità di incontrarlo realmente. E questa dinamica ha, tra i racconti di Čechov, una sua piena e precisa traduzione in uno dei suoi racconti più belli: “Tre anni”, in cui l'impossibilità dell'amore, all'interno di un' unione coniugale, segnerà le vite dei due protagonisti Aleksiej Fiodorovic Laptiev e Giulia Sierghejevna.

Arthur Schnitzler - “Il sottotenente Gustl”
La novella “Il sottotenente Gustl” occupa un posto di tutto rilievo nella produzione narrativa di Schnitzler sia per i suoi contenuti, sia per gli approdi tecnico-stilistici a cui qui Schnitzler perviene. Essa si basa su un ininterrotto monologo interiore del protagonista, il sottotenente Gustl, che, in un tormentato quanto grottesco dialogo con se stesso, si inoltrerà verso la choccante decisione di darsi la morte per porre riparo ad un torto da lui subito che ne ha offeso l'onore e il prestigio e da cui non vede via d'uscita se non quella del suicidio. Schnitzler conduce, in questa novella, un'evidente ridicolizzazione di alcuni valori cardine della mentalità asburgica del tempo che Gustl ha introiettato a tal punto da diventarne vittima in modo spietato con se stesso. E quando Schnitzler con un escamotage metterà Gustl di fronte ad un'imprevista e inattesa via di fuga questi si sentirà come miracolato da quella fortuna inattesa. Ed è questo contrasto tra l'umana paura di morire e la disumanità implicita in quel codice militaresco ottusamente inossidabile che Schnitzler ci descrive.

Thomas Mann - “Tonio Kröger”
“Tonio Kroger” è un testo affascinante perché con una prosa, uno stile e un procedere narrativo di impareggiabile bellezza, affronta e sviluppa con lucide analisi, questioni di tale rilievo da farne un’opera di altissimo spessore intellettuale. Ma pur contenendo tali raffinate riflessioni “Tonio Kroger” resta, prima di tutto, un’opera di squisita letteratura, perché ci rende intensamente partecipi delle vicende di Tonio Kroger, facendoci penetrare con uno scavo, talora impietoso, nel più profondo della sua esistenza. I punti di approccio da cui partire per la lettura di“Tonio Kroger” sono innumerevoli data la ricchezza e complessità dei temi in esso contenuti. C’è tuttavia un elemento ricorrente che attraversa tutto il racconto ed è quello delle diversità e degli opposti, dell’illusione di una loro conciliazione e dell’inesorabile presa d’atto finale della loro inconciliabilità.

Joseph Conrad - “Il passeggero segreto”
“Il passeggero segreto” è uno dei racconti più famosi di Joseph Conrad e fa parte del classico solco conradiano dei cosiddetti “racconti di mare”. Esso ha per protagonista uno dei personaggi ricorrenti in Conrad cioè il “capitano” il cui profilo è sintetizzabile nella definizione datane da Virginia Woolf: ”...quel suo capitano di mare, semplice, freddo, oscuro”. E, coerentemente al profilo del suo protagonista, ne “Il passeggero segreto” domina infatti il tema della solitudine interiore e del dover fare tormentosamente i conti con l’altro da sé, quel “passeggero segreto” che non solo “il capitano” si sentirà in dovere di celare agli altri, ma che gli si configurerà come un suo vero e proprio doppio.

Henry James - “La panchina della desolazione”
“La panchina della desolazione” lo si può considerare, al tempo stesso, una fiaba e un incubo come allo stesso Herbert Dodd, la vicenda - oggetto del racconto di cui egli è uno dei due protagonisti - si rivela: “gli si rivelò sotto l'aspetto ad un tempo della fiaba e dell'incubo”. Queste due polarità rispecchiano quella che è, nel suo insieme, la fisionomia di questo racconto di Henry James, il quale è tutto giocato sul tema degli opposti come lo sono appunto la fiaba e l'incubo in cui si vede “ad un tempo” proiettato Herbert Dodd. A loro volta tali opposizioni risulteranno fortemente estremizzate ma anche fortemente interconnesse, in un intreccio che renderà arduo stabilire i confini tra bene e male. E ciò non solo fra i due protagonisti, i quali nonostante il conflitto che li dividerà avranno, alla fine, i loro reciproci destini inscindibilmente legati, ma, soprattutto, all'interno stesso di tali personaggi entrambi segnati da ambivalenze che faranno emergere, nell'agire di ciascuno, duplicità tanto opposte quanto inestricabili.

Con l'augurio a tutti di buone letture appuntamento per il prossimo mese di ottobre con “Il giocatore” di Fëdor Dostoevski.

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