Riccardino

Pubblicato postumo, voleva essere per Camilleri l’ultimo romanzo con protagonista il commissario Montalbano. Sorprese. ()
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Andrea Camilleri scrive “Riccardino” nel 2005, quando ha compiuto 80 anni e sembra deciso, quanto meno per stanchezza, a far uscire di scena il suo personaggio Montalbano. Consegna il dattiloscritto a Elvira Sellerio ma il libro non viene pubblicato. Nel 2016 lo stesso Autore (la A maiuscola deriva non da riverenza ma dalla lettura della seconda stesura del romanzo) revisionò la prima stesura, senza modificarne la trama, con interventi evidenti nell’uso della lingua, il vigatese inventato dalla stesso autore. E se nella prima stesura Andrea Camilleri compare con nome e cognome, nella seconda diviene seccamente l’Autore (con la A maiuscola, appunto).

Scrittura nella scrittura, nella prima parte del romanzo il plot conferma una normale, se si può dire, indagine condotta dal più famoso commissario della letteratura (e della televisione) italiana su un delitto che si colloca tra un regolamento di conti privato e una faccenda di malavita organizzata. Nel corso della vicenda però, accanto alla descrizione di un Montalbano sempre meno motivato e partecipe, subentra un confronto diretto, con reciproche intromissioni, tra il personaggio letterario e il suo Autore, per non dire dei risvolti televisivi del personaggio che hanno una loro certa importanza.
Senza nulla svelare del finale che, nella versione cartonata del libro contenente sia la versione del 2016 che quella del 2005, è collocata a pagina 273, emerge il gioco del rapporto profondo tra creatore e creato con evidente omaggio alla figura del doppio di pirandelliano rimando.

Scrive Salvatore Silvano Nigro nella postfazione: “Si è dentro il paradosso dell’‘arte pirandelliana’ che, scriveva Camilleri, ponendosi sulle orme di Adriano Tilgher, consisteva nel rappresentare l’eterno contrasto tra la vita e la forma: la vita ha bisogno di consistere e perciò si crea una forma, ma la forma imprigiona e condanna a morte la vita che, per fluire di nuovo, è costretta a spezzare la forma. Un serpente che si morde la coda”.
Le sorprese, se tali si possono definire, consistono nella scarnificazione, sovrapposizione e sfaldatura della trama, a favore del rapporto tra autore e personaggio che interpretano una sorta di romanzo nel romanzo conferendo un’assoluta unicità al “Riccardino” di Andrea Camilleri, costituendo una degnissima uscita di scena del personaggio e del suo Autore (A maiuscola reverenziale).
E di acqua, per l’appunto, ne è passata tanta sotto i ponti da quel primo romanzo, “La forma dell’acqua”, scritto prevalentemente in lingua italiana, in cui fece per la prima volta la sua comparsa il commissario Salvo Montalbano. Correva l’anno 1994.


Andrea Camilleri
Riccardino
Seguito dalla prima stesura del 2005
Sellerio, 2020, pp. 276+282, € 20

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