Lena-Modotti. La brigata contro virus e povertà

Sono giovani dei nostri quartieri e hanno dato vita a una brigata di solidarietà che con orgoglio porta il nome di due partigiane. Qui ci raccontano chi sono e che cosa fanno. ()
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L'8 marzo la Lombardia ha chiuso le frontiere della regione per limitare la diffusione del COVID-19 che già aveva decimato le prime persone, di lì a breve la società per come la conosciamo ha cominciato a cambiare molto velocemente. Ci troviamo oggi alle porte di una crisi economica e sociale senza precedenti nella vita di molti di noi

Siamo giovani che conoscono bene la storia del Municipio 3 e di tutte le sue battaglie: dalla lotta di residenti e universitari contro il trasferimenti dei dipartimenti scientifici all'area Expo alla recente battaglia contro l'abbattimento del parco Bassini.

Siamo ragazze e ragazzi del quartiere, da noi è nata la Brigata di Solidarietà Lena-Modotti, con base in via Edolo 10, che in poco tempo è diventata un'organizzazione attiva nel Municipio 3 e nel Municipio 2 con centinaia di volontari/e.
I nomi scelti sono quelli di due partigiane – Lena D’Ambrosio e Tina Modotti – che in epoche diverse e per tutta la loro vita hanno parteggiato per i più deboli con diversi strumenti. È un onore, per noi, portare avanti il loro ricordo e averle simbolicamente a fianco mentre operiamo in questa città paralizzata dal virus e della paura.

La Brigata di solidarietà è nata per rispondere alle richieste di aiuto delle fasce più deboli e esposte a fame, paura e povertà.
Abbiamo perfezionato un sistema auto-organizzato che adottiamo dalla nostra nascita nel 2012, quando un gruppo di uomini e di donne hanno deciso di voler riempire questa città di azione e contenuti quali l’antifascismo, l’internazionalismo, la giustizia ambientale, l'analisi sulle questioni di genere sono alcune delle lotte culturali che abbiamo sempre portato avanti.
La nostra organizzazione ha reagito subito all'emergenza COVID-19 mettendo in campo nel giro di un mese quattro lavori interconnessi: la spesa agli anziani e ai disabili del quartiere costretti giustamente a casa per non rischiare il contagio, la colletta alimentare davanti ai supermercati per raccogliere il cibo che ridistribuiamo equamente tra le persone bisognose, la preparazione e la consegna di cassette alimentari con beni di prima necessità (cibo e materiale per l'igiene personale) e la gestione di un centralino totalmente autonomo ed autogestito.

Lavoriamo in collaborazione con Emergency, grazie al materiale formativo dell'associazione di Gino Strada e le formazioni ricevute da una compagna lavoratrice al reparto Covid-19 di un ospedale pubblico, abbiamo perfezionato il nostro lavoro e abbiamo iniziato a formare a pioggia tutti e tutte le centinaia di volontari che ci hanno scritto per entrare nella nostra Brigata.
Sono giovani del quartiere, alcuni appena diciottenni, molti ragazzi fuori sede rimasti a Milano dopo il lockdown, altri italiani di seconda generazione rimasti temporaneamente senza lavoro.
Insieme abbiamo iniziato a prenderci cura di tutte quelle categorie deboli ai margini della società anche in situazioni di "normalità".

Il nostro centralino risponde dal lunedì al sabato dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 17 al numero 0240705564. Ogni giorno entrano tra le 450 e le 500 richieste di aiuto, e accogliamo d'urgenza quelle più disperate come quella di una madre single che vive in macchina o quella di un uomo che ha dovuto decidere di vendere i suoi occhiali per fame.
Abbiamo creato un magazzino di stoccaggio che porta la spesa a 500 famiglie al giorno, grazie anche alla collaborazione di altri centri sociali dislocati in tutta la città e anche nella periferia e che permettono di arrivare anche alle famiglie più lontane.
Aiutiamo dagli anziani, alle persone disabili rimasti senza assistenza sociale, alle madri
o padri single che hanno paura ad uscire di casa perché
non vogliono ammalarsi e lasciar soli i figli.
Il nostro lavoro è rivolto a tutti quegli uomini e quelle donne senza un tetto sopra la testa, costretti a vagare durante il giorno per le città deserte alla ricerca di cibo, ci riferiamo a persone straniere che non hanno i requisiti per ottenere i buoni pasto, che lavoravano in nero e non hanno risparmi.

Da qualche settimana abbiamo iniziato anche una collaborazione con Arci, inserendoci all'interno del progetto AiutArci a Milano assieme ad altri spazi sociali e associazioni quali Mediterranea.
Crediamo che Milano possa diventare una città più bella solo quando sarà possibile garantire a tutti e tutte gli stessi diritti e le stesse possibilità per poter vivere una vita decente e dignitosa.
Sappiamo però che in una situazione di emergenza come questa, le difficoltà a mantenere un posto di lavoro, di curare i figli a casa da scuola, di avere un luogo dove vivere dignitosamente, sono ancora più grandi di prima, e chi è meno fortunato rischia di non farcela e di rimanere solo di fronte agli ostacoli.

Per questo, come Brigata Lena-Modotti e assieme alle altre Brigate, sosteniamo fermamente il principio di solidarietà e di aiuto tra uomini e donne dello stesso quartiere, tra inquilini della stessa casa, tra giovani e anziani.
Una solidarietà che appartiene quindi a tutti e tutte, senza alcuna distinzione di colore della pelle, di religione, di genere, se si è giovani o anziani, uomini o donne.
Continueremo il nostro lavoro insieme ai nostri volontari, in supporto ai più deboli in questo momento di difficoltà.
E continueremo ad informare tramite i nostri canali social (pagina fb Lambretta – sito web www.milaninmovimento.com).


NESSUNO È SOLO, NESSUNA È SOLA.
Spargi la voce!



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