Come evadere (legalmente) dagli “arresti domiciliari”

Ancora non si vede la luce in fondo ma prima o poi dal tunnel dovremo uscire. Nel frattempo, cosa di meglio che un buon libro? ()
il birraio di preston immagine
La lettura di un libro è sempre e in assoluto una grande risorsa, ancora di più, se possibile, in questi giorni di domicilio coatto dove bisogna anche imparare a convivere con i disagi contingenti e con l’ansia.
E poiché il tema è l’evasione, cosa di meglio che la lettura di un libro giallo o noir che dir si voglia?
Un tempo, gialli e noir erano considerati letteratura di “genere” per poi essere sdoganati e valutati per quello che effettivamente sono: libri a tutto tondo, spesso espressione di ottima letteratura, basti pensare ad autori come Simenon o Dürrenmatt, per non dire di Poe, Sciascia o il Gadda di “Quer pasticciaccio…”.
Ecco allora la proposta di un percorso di lettura suggerito per i giorni del Coronavirus che ci costringono, nostro malgrado, a stare in casa.

Tra i classici e riconosciuti come tali si colloca “Il grafico della febbre” (1938) di Friedrich Glauser, autore, austriaco di nascita ma svizzero di cultura, che ha avuto una vita tormentata e complicata.
Il romanzo è il primo di una serie che ha come protagonista il sergente Studer, investigatore che ricorda da vicino Maigret, che svolge indagini nella placida ma tenebrosa Svizzera dei primi del ‘900. Da scoprire.

Due citazioni, più che meritate, per Andrea Camilleri noto ai più per i suoi romanzi incentrati sulla figura del commissario Montalbano.
Gradevole e appagante è la lettura di “Il birraio di Preston” (1995) e di “La concessione del telefono” (1998), racconti entrambi ambientati nel fantastico paese siciliano di Vigata nel 1800. Le trame gialle si alternano alle notazioni di costume e a quelle di carattere storico, anche attraverso l’utilizzo di una lingua sapientemente rivisitata. Super lettura.

Annoverato tra gli autori di un solo libro, Geoffrey Holiday Hall (1913-1981) è lo scrittore americano autore di “La fine è nota” (1949), magistrale narrazione dei tormenti di una mente umana. Sorprendente.
Una coppia di scrittori svedesi, Maj Siöwall e Per Wahlöö, sono gli autori di “Un assassino di troppo” uno dei loro dieci romanzi in cui compare la rassicurante figura dell’investigatore Martin Bleck. Siamo in Svezia tra la fine degli anni ’60 e i primi anni ’70 del secolo scorso alla scoperta di un mondo non poi così diverso dal nostro. Non mancano i risvolti politici. Educativo.

Un certo interesse merita il lavoro di ricostruzione storica compiuto da Ben Pastor, all’anagrafe Maria Verena Volpi, scrittrice italo-americano a cui si deve la saga narrativa incentrata sulla figura di Martin von Bora, ufficiale tedesco impegnato su numerosi fronti della seconda guerra mondiale.
In “Il morto in piazza” (2004), il tenente colonnello della Wehrmacht è alle prese con la risoluzione di un caso in un paesino dalle parti del Gran Sasso nel giugno del 1944. Il ritmo poliziesco della narrazione si corrobora con la ricostruzione attendibile di tragici eventi storici. I romanzi con von Bora protagonista sono al momento dodici. Appassionante.

Per chiudere questa veloce e indicativa presentazione, una riflessione merita il fiorire tutto italiano di storie a tinte nero/gialle elaborate da autori che spesso compaiono con le loro opere nelle classifiche dei best-seller.
“Via delle oche” (1996) di Carlo Lucarelli propone le indagini del commissario De Luca nella Bologna del primo dopoguerra (siamo nel 1948) in un’Italia appena uscita dal fascismo impegnata nei primissimi esercizi di democrazia.
“I delitti di via Medina-Sidonia” (1996) di Santo Piazzese racconta una Palermo sommersa attraverso vicende ambientate in ambito universitario.
“La briscola in cinque” (2007) di Marco Malvaldi è il primo romanzo di una lunga serie ambientata nell’immaginaria Pineta, nel litorale toscano, con protagonisti il barrista/investigatore dilettante Massimo Viviani e i quattro terribili vecchietti frequentatori dello spassoso BarLume.

Di stretta ambientazione milanese è “La casa di ringhiera” (2011) di Francesco Recami in cui le indagini non ufficiali sono condotte dal tappezziere in pensione Amedeo Consonni.
Il commissario, pardon vice questore, Rocco Schiavone è il protagonista di “Pista nera” (2013) di Antonio Manzini, romanzo noir insolitamente ambientato in Valle d’Aosta. Prima di una serie di avventure che, anche attraverso numerosi flashback, ricostruiscono un clima poliziesco originale e coinvolgente.
Di grande successo anche la relativa serie tv interpretata dal bravo Marco Giallini, perfetto nella parte.
Milano con il suo circondario è anche lo scenario della serie di romanzi proposti da Massimo Robecchi a partire da “Questa non è una canzone d’amore” (2014) in cui una piccola squadra di improvvisati investigatori fa a gara con la polizia per risolvere un’intricata vicenda di violenze e soprusi.
Chiude la fila (si fa per dire), “La fabbrica delle stelle” (2016) di Gaetano Savatteri, primo romanzo, dopo alcuni racconti, in cui compare il giornalista Saverio Lamanna che fa del sarcasmo la sua principale arma investigativa.
Va da sé che ora procurarsi i libri non è problema da poco. Si può tentare, con le dovute precauzioni, con pratiche di buon vicinato, ammesso e non concesso che il proprio vicino di casa possieda almeno uno dei libri citati. Resta, in alternativa, l’acquisto on line sui siti generici o dedicati, anche nella versione e-book.
Un tentativo lo si può poi anche fare con il Sistema bibliotecario cittadino che qualche e-book disponibile potrebbe anche averlo.
E’ sottinteso che, indipendentemente dai libri segnalati che restano comunque delle valide letture, ci si possa rifugiare con grande soddisfazione nei libri che si hanno in casa, perché l’esercizio fondamentale, di questi infami tempi, è non cedere allo sconforto e la lettura è un ottimo antidoto. O no?


p.s. Tutti i volumi segnalati sono editi da Sellerio nella straordinaria collana “La memoria”.

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